Accettato il ricorso di ICI-Imprenditori Canapa Italia, il TAR del Lazio non poteva che far altrettanto per quello di Sviluppo Srl; il 16 dicembre prossimo, data dell’udienza pubblica per la definizione nel merito di tutti i ricorsi contro la tabellazione di preparati per uso orale con cannabidiolo (CBD), è auspicabile che si metta la parola fine a questo ennesimo esempio di mala-normazione proibizionista.
Piuttosto che partire col solito attacco alla magistratura, il Governo farebbe meglio a desistere una volta per tutte da un’impresa che, torniamo a ripeterlo, non solo è a-scientifica, come dimostrato dall’istruttoria utilizzata per giustificare la decisione, ma va contro le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale delle sanità e – ancora una volta – le regole dell’Unione europea sul libero mercato.
La tabellazione del CBD per via orale imporrebbe maggiori costi per chi usa questi prodotti, complicando strutturalmente il lavoro di chi li produce e vende, un aggravio economico che si aggiunge ai costi di questo ping pong di decreti, ricorsi e sospensive frutto di una visione proibizionista e medicalizzante di tutto ciò che non rientra nei canoni della “tradizione”.
L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.