Nei Paesi Bassi, le Commissioni regionali per il controllo dell’Eutanasia hanno pubblicato il Rapporto al 2023

eutanasia in olanda

È stata pubblicata la relazione delle Commissioni Regionali di Controllo Eutanasia (RTE) per l’anno 2023[1].

Introduzione

➡ Ulteriore aumento dei casi

Il numero di casi segnalati di eutanasia nel 2023 sono stati 9.068 (contro gli 8.720 dello scorso anno), in aumento del 4% rispetto all’anno precedente. Significa anche un incremento delle segnalazioni in rapporto con i decessi: 169.3632 (170.839 l’anno scorso), ossia il 5,4% (nel 2022 più 5,1% e nel 2021 più 4,5%). 

Questa tendenza all’incremento è visibile su un periodo più lungo, sia in termini assoluti che in relazione al tasso di mortalità.

➡ L’applicazione dell’eutanasia avviene in maniera accurata

Per 5 casi, ossia lo 0,05% (13 – 0,15% l’anno scorso), delle segnalazioni giudicate nell’ultimo anno, l’RTE ha deciso che il medico non ha agito in conformità con i requisiti di accuratezza durante l’applicazione dell’eutanasia, come stabiliti dalla Legge. Questa percentuale è inferiore rispetto agli anni precedenti e si mantiene molto bassa. Senza dubbio si può trarre la conclusione che la pratica olandese dell’eutanasia è molto accurata. Ciò significa che i medici, nella stragrande maggioranza, agiscono con prudenza. Per illustrare la pratica dell’applicazione della Legge, la relazione annuale contiene dieci pareri resi anonimi che concludono che i requisiti di accuratezza sono stati soddisfatti1.

Alla fine, osserva la RTE che detti, pochi, giudizi negativi avrebbero potuto essere evitati se il Codice Euthanasia 2022[3] fosse stato seguito correttamente dei medici. 

➡ Andamento delle segnalazioni

Il 2023 è stato il ventunesimo anno dopo l’entrata in vigore della Legge sul controllo dell’interruzione della vita su richiesta e del suicidio assistito (la Legge)[12], che ha legalizzato l’eutanasia e l’assistenza nei Paesi Bassi. L’RTE controlla ogni segnalazione di eutanasia rispetto ai requisiti stabiliti nella Legge. In questi ventun anni, 100.633 segnalazioni di eutanasia sono state giudicato dall’RTE. Di queste solo 138 (0,14%) non soddisfacevano i criteri di accuratezza. Finora nessun medico è stato condannato perché ha violato la Legge. La grande maggioranza dei giudizi non conformi è stata archiviata e solo in alcuni casi, da contare sulle dita della mano, i medici sotto processo sono stati assolti.

➡ Il dibattito sociale

Anche il dibattito sociale e politico sull’eutanasia è continuato nel 2023. I principali argomenti hanno riguardato:

  • L’Eutanasia per anziani relativamente sani che soffrono della stanchezza di vivere. Nel 2023 una proposta di legge in tal senso è stata presentata alla Camera dei deputati[3]. Si tratta della riformulazione della proposta del 2020 e ha recepito le osservazioni del Consiglio di Stato. Visto il ritardo dell’insediamento del nuovo governo, non è ancora calendarizzata la discussione della proposta dal Parlamento. Nel settembre 2022 la Cooperativa Ultima Volontà (la CLW), promotrice di un farmaco letale per chi considera la sua vita compiuta senza soffrire di una malattia infausta, ha intentato una causa contro lo Stato olandese, sostenendo che il divieto della distribuzione e il possesso di tale farmaco lede al diritto di autodeterminazione. Nella sentenza del febbraio 2023 il Tribunale dell’Aia ha sentenziato che lo Stato può porre dei limiti all’autodeterminazione. La CLW ha appellato la sentenza. La discussione della causa è prevista nel giugno 2024.
  • Dal 1° febbraio 2024 l’eutanasia e l’assistenza al suicidio di minori tra 1 e 11 anni è legale seguendo l’esempio del Belgio. Detta legalizzazione non è stata inserita nella Legge ma il Ministero della Sanità ha preferito di estendere il Regolamento sull’Interruzione Tardiva e il Fine-vita di Neonati (LZA/LP). Sono previsti rigorosi criteri di accuratezza e il controllo delle segnalazioni obbligatorie dei medici che detti criteri siano rispettati è demandato alla Commissione Centrale di Esperti LZA/LP[4]).

L’RTE non interferisce in questi dibattiti.

Nel 2022 è stata prestata molta attenzione all’aggiornamento del Euthanasie Code 2018 che ha portato alla pubblicazione dell’Euthanasie Code 2022[5]. La maggiore integrazione riguarda l’eutanasia nel caso di un malato incosciente che aveva espresso la sua volontà sul fine-vita in una dichiarazione quando era ancora in grado di intendere e volere. Il Codice indica chiaramente gli standard di valutazione generali utilizzati dall’RTE. Questi sono tratti dai molti giudizi riguardo le segnalazioni giudicate. Il Codice crea chiarezza sull’applicazione dei criteri di accuratezza ed è quindi di grande importanza per il medico esecutivo. Il codice non è l’unico standard per il medico che applica l’eutanasia. Ad esempio, nel 2021 è stata pubblicata la nuova linea guida KNMG / KNMP (Ordini olandesi dei medici/farmacisti) per l’applicazione dell’eutanasia e del suicidio assistito[6].

Aumento della frequenza dell’eutanasia e della sedazione palliativa

Un’importante conclusione della quarta valutazione della Legge[7] è che la frequenza dell’eutanasia e della sedazione palliativa ha continuato ad aumentare durante il periodo il periodo preso in esame (2017-2022), al contrario di altre decisioni mediche riguardanti il fine vita. La distinzione tra eutanasia e sedazione palliativa e altre forme di gestione (intensiva) dei sintomi nella fase finale della vita è diventata un po’ più chiara nella pratica. Pare che la dimensione della “zona grigia” tra l’interruzione della vita da un lato e il controllo regolare dei sintomi dall’altro sembra essere diminuita: la percentuale di decessi in cui c’è stato un controllo intenso dei sintomi, in parte con l’obiettivo di accelerare la fine della vita, e/o sono state ridotte dosi di morfina più elevate del necessario. I medici hanno anche definito tali interventi come eutanasia più frequente di prima.

La richiesta di una spiegazione della crescente frequenza dell’eutanasia e della sedazione palliativa esiste da diversi anni. Nel 2019, l’Istituto Nivel ha condotto una ricerca sull’aumento delle richieste e le segnalazioni di eutanasia[8]. Ciò ha dimostrato che esiste una combinazione di vari fattori: l’invecchiamento della popolazione, il cambiamento delle cause di morte, l’aumento della conoscenza ed accettazione dei cittadini e l’evoluzione dell’assistenza sanitaria potrebbe avere un impatto. Detto studio mostra inoltre, che l’aumento del numero di casi di eutanasia potrebbe, ma certamente non solo, essere spiegato in parte dall’aumento del numero di decessi. Dopotutto, c’è anche un chiaro aumento della percentuale e del valore relativo di morti. Inoltre, l’aumento dell’eutanasia riguarda soprattutto le persone di età inferiore agli 80 anni.

L’invecchiamento non è un importante fattore esplicativo riguardo questo sviluppo. Anche la volontà dei medici di eseguire l’eutanasia o di fornire il suicidio assistito non è cambiata durante il periodo di studio. È stato riscontrato un netto aumento del numero di richieste di eutanasia, anche da parte di persone con diagnosi diverse dal cancro.

Colpisce anche il fatto che l’eutanasia comporti una significativa riduzione della vita in una percentuale leggermente maggiore delle segnalazioni rispetto agli anni precedenti. La spiegazione principale dell’aumento di detta frequenza è probabilmente dovuta a una crescente domanda, anche da parte di persone che non sono ancora nell’ultima fase della loro vita.

Rispetto alla valutazione precedente, in questo studio non sono stati osservati grandi cambiamenti nelle opinioni dei cittadini. C’è molto sostegno tra i cittadini per l’idea che tutti dovrebbero avere il diritto all’eutanasia e al suicidio assistito. Inoltre, un numero crescente di persone anziane era in grado di immaginare che a un certo punto avrebbero chiesto a un medico di porre fine alla loro vita. Sembra anche che ci sia un cambiamento nell’interpretazione del ruolo dell’empatia nell’interruzione della vita su richiesta nei Paesi Bassi, da parte dei cittadini, dei medici e dell’RTE, in cui l’esperienza personale del paziente riguardo la sofferenza è sempre più centrale della valutazione professionale di essa. Anche la continua secolarizzazione della popolazione potrebbe essere una ragione.

Che gli sforzi per fare conoscere la Legge ai cittadini da parte del governo, dei medici e delle associazioni sostenitrici di un fine vita volontario abbiano avuto successo risulta da un sondaggio, in cui una percentuale tra il 70% e l’80% dimostra di conoscere la legge. L’84% dei cittadini è favorevole o ha un’opinione neutra rispetto alla domanda La mia opinione è che ogni persona ha il diritto di disporre della propria vita e della propria morte. Soltanto il 16% era contrario.

Un altro dato interessante è che il 46%, quasi la metà degli elettori del partito Christen – Democratisch Appèl (Appello Cristiano Democratico – CDA) è a favore dell’eutanasia e dell’assistenza al suicidio.

L’aumento della frequenza della sedazione palliativa non è stato un obiettivo specifico all’interno di questo valutazione, ma il dato è ricavabile da altre fonti[9] [10]. Ciò ha dimostrato che i sintomi psicosociali ed esistenziali pesano più di prima nella decisione di iniziare la sedazione.

Inoltre, è più probabile che gli operatori sanitari considerino una combinazione di sintomi (fisici e di altro tipo) come non curabili (refrattari). Anche gli operatori sanitari hanno sperimentato una maggiore pressione per iniziare la sedazione palliativa. A volte la sedazione palliativa è vista dai pazienti e dai parenti come un diritto che possono utilizzare in un momento di loro scelta. 

In pratica, la sedazione palliativa è attualmente vissuta meno come ultima risorsa ed è vista più come una parte normale delle cure palliative dagli operatori sanitari, dai pazienti e dai loro cari. Quest’ultima può applicarsi anche all’eutanasia. La maggiore enfasi sull’esperienza personale di sofferenza del paziente, eventualmente ma non necessariamente in accordo con la famiglia, nelle decisioni sull’eutanasia e sul suicidio assistito e la ridotta importanza del giudizio professionale del medico, possono aver contribuito a questo cambiamento.

Informazioni dettagliate sui casi giudicati

L’infografica che segue mostra i dati demografici dei casi giudicati nel corso del 2023:

Si segnala, in particolare, che, nella coorte di età che va dai 18 ai 40 anni, 52 pazienti soffrivano di un tumore e 22 di disturbi psichiatrici. Erano affetti, invece, da demenza 131 pazienti tra gli 81 e i 90 anni, e 141 segnalazioni tra coloro che si trovavano nella coorte di età tra i 71 e 80 anni. Tra coloro che avevano disturbi psichiatrici, 27 segnalazioni ciascuna riguardavano le coorti di età che vanno dai 51 ai 60 anni e quella dai 61 ai 70 anni. Per l’accumulo di disturbi legati all’età la maggioranza dei pazienti avevo un’età oltre 90 anni: si tratta di 224 segnalazioni su 349.

L’infografica che segue indica, invece, le patologie e le modalità di applicazione dell’eutanasia nel corso del 2023:

Di seguito alcune specifiche rispetto le patologie.

➡ Demenza

Riguardo alla demenza, delle 328 segnalazioni, che costituivano il 3,6% del totale (nel 2022 erano state 288, ossia 3,2%), in 8 casi (contro i 6 dell’anno scorso) avevano coinvolto pazienti in uno stadio molto avanzato di demenza. Questi pazienti non erano più in grado di riconfermare la loro richiesta d’eutanasia. In questi casi la dichiarazione di volontà è stata decisiva per determinare la volontarietà della richiesta. Per questi casi, secondo una recente sentenza della Corte Suprema non va considerata solo la dichiarazione di volontà ma anche il contesto intorno al malato come la volontà espressa più volte dal malato di terminare la vita ai familiari o al medico curante, in più occasioni quando era ancora in grado di decidere.

In 320 casi (l’anno scorso erano stati 282), la demenza ha costituito la base della sofferenza nella fase iniziale. Si trattava di pazienti in una fase di demenza, in cui avevano ancora una visione (dei sintomi) della loro malattia, come la perdita di orientamento e personalità. Sono stati considerati capaci di esprimere la loro volontà per quanto riguarda la loro richiesta di eutanasia perché poteva ancora prevedere le conseguenze della loro richiesta. 

➡ Disturbi psichiatrici

Per 138 pazienti, ossia l’1,5% del totale (nel 2022 erano stati 113, ossia l’1,3% del totale), la sofferenza era causata da uno o più disturbi psichiatrici. Di questi casi il medico segnalante è stato:

  • uno psichiatra in 56 volte (contro le 29 dell’anno precedente);
  • un medico generico curante in 35 volte (contro le 29 dell’anno precedente);
  • uno specialista in medicina geriatrica in 10 volte (contro le 3 dell’anno precedente);
  • un altro medico in 37 casi (contro i 51 del 2022);

In 70 casi (contro gli 83 del 2022) in cui l’eutanasia è stata concessa a un paziente sulla base dei suoi disturbi psichiatrici, il medico esecutivo era affiliato al Centro Esperienza Eutanasia (Centro). Nei giudizi in cui i disturbi psichiatrici costituiscono la base della sofferenza, il medico deve mostrare grande cautela. Si osserva inoltre che è obbligatorio la consulenza di un terzo medico psichiatra. Per i casi complessi di eutanasia applicati dal Centro la richiesta è discusso infine da un comitato composto da uno psichiatra, un etico e un giurista. La prudenza è confermata dal fatto che il Centro accoglie mediatamente circa l’8% delle richieste ricevute da malati psichiatrici.

➡ Esempio di richiesta accolta da parte di un malato con disturbo psichico

Il caso riguardava un disturbo ossessivo-compulsivo, nessuna alternativa ragionevole.

Una donna, tra i diciotto e i trent’anni, soffriva di disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) fin dalla giovane età. Questo disturbo si manifestava nella paura della contaminazione e del perfezionismo e contribuiva anche allo sviluppo di un disturbo alimentare. Un anno prima della morte, alla donna erano state diagnosticate anche le caratteristiche di un disturbo dello spettro autistico. 

A causa dei suoi disturbi mentali, la donna aveva difficoltà a dare sostanza alla sua vita e non amava le attività. Non avrebbe mai potuto essere all’altezza degli elevati standard di perfezione che si era prefissata a causa del (DOC) e si è punita con l’autolesionismo. La donna aveva difficoltà a elaborare ciò che le capitava nella vita quotidiana e aveva difficoltà a stabilire e mantenere contatti sociali. La donna soffriva per l’enorme pressione che sentiva costantemente e non voleva soffrire ulteriormente. 

Il medico ha riscontrato che la donna aveva consapevolezza e comprensione della malattia e che era consapevole delle sue prospettive e delle conseguenze della sua richiesta di eutanasia. Anche lo psichiatra indipendente e il consulente consultato dal medico (medico SCEN) erano del parere che la donna potesse decidere per quanto riguarda la sua richiesta di eutanasia. 

Il fascicolo della segnalazione ha mostrato che la donna era stata sottoposta a molti trattamenti psichiatrici per quasi tutta la vita. Questi non riuscivano a superare i suoi pensieri e le sue azioni compulsive e non offrivano alcuna prospettiva. Lo psichiatra indipendente ha concluso che sia i trattamenti volti a ridurre i sintomi che le cure di supporto ricevute non avrebbero potuto ridurre la sofferenza della donna. Al contrario, i sintomi erano solo peggiorati con il tempo e attraverso i vari tentativi di trattamento. Secondo lo psichiatra indipendente, non c’erano più opzioni di trattamento. Il consulente consultato condivide questo punto di vista. 

A causa della giovane età della donna, il medico aveva discusso la richiesta di eutanasia dal punto di vista morale con colleghi con i quali si era consultato a lungo. Una proposta di trattamento, la stimolazione cerebrale profonda era ancora una possibilità. È stato studiato se questo trattamento potesse essere un’opzione ragionevole per la donna. Invece la donna non riusciva più a trovare la motivazione necessaria per sottoporsi a questo trattamento lungo e intensivo.

L’RTE ha giudicato che i medici intervenuti hanno rispettato i criteri di accuratezza previsti dalla Legge.

➡ L’accumulo di malattie legate all’età

L’accumulo di malattie legate all’età si definisce come poli patologia, e si declina, appunto, con la manifestazione di più patologie come la cecità, la sordità, l’osteoporosi, la decalcificazione delle ossa (con le relative conseguenze), l’artrosi (con l’usura delle articolazioni), problemi di equilibrio, declino cognitivo. Tali patologie possono essere la causa di sofferenze insopportabili e senza prospettive di miglioramento.

Questi disturbi, spesso degenerativi, di solito si verificano nell’età più elevata e possono formare una somma di disturbi correlati. Possono portare a sofferenze che in connessione con la storia della malattia, la biografia, la personalità, il modello di valore e la capacità di sopportazione del paziente è vissuto dal paziente permanentemente come insopportabile. Nel 2023, l’RTE ha ricevuto 349 segnalazioni in questa categoria, ossia il 3,8% dei casi (nel 2022 erano state 307, ossia il 4,6%) . 

Infine, al momento della registrazione delle segnalazioni, la RTE utilizza la categoria residua altre affezioni. Si tratta di condizioni non classificabili tra le categorie precedentemente indicate, ad esempio una sindrome del dolore cronico o una rara malattia ereditaria, e che rappresentano 203 segnalazioni, ossia il 2,2% dei casi (l’anno precedente erano state 212, ossia 2,4%).

➡ Medico segnalante e luogo del decesso

L’infografica che segue fornisce, invece, informazioni sul medico segnalante e il luogo in cui il decesso è avvenuto:

Per quanto riguarda gli specialisti ospedalieri, si segnala che in 62 casi si trattava di psichiatri.

Il Centro Esperienza Eutanasia

Considerando la complessità di alcuni casi, sovente, il medico che applica l’eutanasia consulta il Centro Esperienza Eutanasia[11]. Il compito del Centro è, oltre al supporto e l’informazione a medici curanti, l’intervento diretto nell’applicazione dell’eutanasia.

Anche i medici che per ragioni ideologiche non applicano l’eutanasia oppure non vogliono intervenire quando si tratta di pazienti non (ancora) nello stato terminale o nei casi complessi (circa 20% dei medici olandesi), rimandano sovente loro pazienti al detto Centro. Capita anche che il paziente o la sua famiglia cercano contatto direttamente con il Centro.

Durante il 2023, il Centro ha ricevute 4.508 richieste di assistenza contro 4.159 nel 2022 (più 8,6%). Di queste, 1.269 (28,1%) sono state accolte. Nel 2022 erano, invece, state accolti 1.204 casi (28,9%).

➡ Richieste ricevute e malattie

Le richieste ricevute riguardavano le seguenti malattie:

  • 904 casi (20%) erano pazienti affetti da tumori;
  • 898 pazienti (20%) soffrivano di patologie psichiatriche. Tra di essi, sono stati accolti 70 casi (7,8%);
  • 631 segnalazioni  (14%) erano inerenti alle cosiddette polipatologie, ossia le combinazioni di affezioni dovute all’invecchiamento. Di esse ne sono state accolte 151, ossa il 23,9%.
  • 586 pazienti (13%) soffrivano di demenza, e, di queste segnalazioni, ne sono state accolte 134, ossia il 22,9%;
  • 410 casi (9%) hanno riguardato le affezioni del sistema nervoso (ad esempio, la SLA);
  • 406 pazienti (9%) soffrivano di una combinazione di affezioni;
  • 673 casi, ossia il 15%, erano legati a pazienti con malattie somatiche;

L’aumento del numero di persone di età inferiore ai 30 anni con sofferenza psichiatriche è significativo: si sono registrate 322 richieste contro le 208 dell’anno precedente. Tuttavia, la maggior parte dei richiedenti aveva ritirato la domanda dopo aver consultato i collaboratori del Centro, spesso perché è ancora possibile un trattamento alternativo ragionevole e quindi le richieste non soddisfano i criteri di accuratezza.

➡ Motivazioni per il mancato accoglimento della richiesta

Per quanto riguarda le richieste non accolte, o non potevano essere più accolte, si ha la seguente distribuzione:

  • 1.037 casi (ossia il 32%) per il decesso per cause naturali del paziente;
  • 777 casi (ossia il 24%) per il ritiro della richiesta da parte del paziente;
  • 551 casi (ossia il 17%) sono state rigettate per mancanza di soddisfacimento dei criteri di accuratezza;
  • 292 casi (ossia il 9%) sono sono stati chiusi per mancanza di autorizzazione;
  • 227 casi (ossia il 7%) per il ritiro da parte del medico curante;
  • 65 casi (ossia il 2%) per il suicidio del paziente;
  • 32 casi (ossia l’1%) per il decesso in seguito alla sedazione profonda;

A queste casistiche, va aggiunta la dicitura più generica “Altro”: essa rappresenta 258 casi, ossia l’8%.

➡ Complessità dei casi

Per quanto riguarda la complessità dei casi, nel 2023, il Centro è intervenuto per:

  • pazienti psichiatrici in 70 casi, ossia il 50,7% del totale dei pazienti sofferenti di problemi psichiatrici. Nel 2022, erano stati 65, ossia il 57,5%;
  • pazienti dementi in 134 segnalazioni, ossia il 40,9% di chi aveva una demenza. Nel 2022, erano stati 119, vale a dire il 41,4%.
  • pazienti con un accumulo di affezioni in 151 casi, ossia il 43,2% di chi soffriva di tali affezioni. Nel 2022 erano stati 123, ossia il 42,7%.

Più di tre quarti dei malati deceduti in seguito all’eutanasia o l’assistenza al suicidio aveva un età da 75 anni in poi. L’RTE ha ritenuto che per tutte le segnalazioni il Centro abbia rispettato i criteri di accuratezza previsti dalla Legge.

➡ Informazioni al personale sociosanitario

Oltre all’applicazione dell’eutanasia e l’assistenza al suicidio, il Centro fornisce informazione a medici e altri collaboratori sociosanitari. Tra di essi:

  • 165 erano presentazioni del Centro a collaboratori sociosanitari;
  • 2.378 erano risposte a domande pervenute all’Infopoint telefonico;
  • 487 erano partecipanti a corsi di formazione;
  • 517 erano accompagnamenti e supporto a medici e psichiatri.

➡ La “duo-eutanasia” (o eutanasia di coppia)

Per 66 segnalazioni (nel 2022 erano state 58), è stata concessa l’eutanasia contemporaneamente a 33 coppie (nel 2022 erano state 29). Va da sé che ogni caso deve soddisfare individualmente i criteri di accuratezza richiesti dalla Legge. Inoltre, entrambi i partner devono essere visitati da un consulente differente per garantire la valutazione indipendente della richiesta.

Casi non conformi a requisiti di accuratezza

Per confermare la severità dell’RTE nel giudicare le segnalazioni, seguono sinteticamente 5 casi su 9.068, ossia lo 0,05% del totale (nel 2022 erano stati 13 su 8.770, quindi lo 0,16%).

I giudizi sono stati inviati al Pubblico Ministero e al Comitato disciplinare dell’Ordine dei Medici. Quindi, l’RTE verifica se il medico abbia seguito le linee guida sulla base dell’Euthanasie Code 2022 che contengono le interpretazioni dei requisiti di accuratezza e dei chiarimenti soprattutto riguardano i casi complessi (demenza, malati psichiatrici ecc.).

I requisiti stabiliti dalla Legge – articolo 2[12], sono:

  • deve trattarsi di una richiesta volontaria, consapevole, incondizionata e ben ponderata del paziente;
  • deve trattarsi di una sofferenza insopportabile, senza alcuna speranza di miglioramento per il paziente;
  • il medico abbia informato il paziente della situazione clinica in cui si trovava e sulle prospettive che ne derivano;
  • il medico e il consulente devono giungere alla convinzione che per la situazione in cui il paziente si trova non vi è alcun’altra soluzione;
  • deve essere consultato almeno un altro medico indipendente, non coinvolto nella cura del paziente;
  • l’eutanasia e l’assistenza al suicidio devono essere attuati in maniera scrupolosa dal punto di vista medico;

Nel 2023, l’RTE è giunta cinque volte alla conclusione che il medico non aveva rispettato i criteri di accuratezza nell’esecuzione dell’eutanasia. In un caso, si trattava del criterio per quanto riguarda la consultazione, due relazioni riguardavano la grande cautela che deve essere esercitata se la richiesta di eutanasia è (prevalentemente) il risultato di una sofferenza derivante da un disturbo mentale, una relazione riguardava una combinazione di disturbi fisici e di un disturbo mentale, Si sarebbe dovuta usare molta cautela e in un caso l’esecuzione è stata negligente dal punto di vista medico. Per i giudizi si rimanda alla relazione annuale[1].

Nel capitolo 3 della relazione sono descritti:

  • 5 esempi di segnalazioni delle malattie più frequenti:
  • 5 esempi di segnalazioni ordinate per criterio di accuratezza;
  • 4 esempi di malati con un affezione particolare;

Si rimanda alla relazione per l’anno 2022 per la descrizione di casi analoghi[13].

Note

[1] Regionale Toetsingscommissie Euthanasie Jaarverslag 2023 (Relazione Annuale 2023 delle Commissioni Regionali di Controllo Eutanasia). La relazione è scaricabile dal sito dell’RTE e a breve saranno disponibili le relazioni in inglese, spagnolo, francese e tedesco

[2] Centraal Bureau voor de Statistiek; Overlijden, geslacht en leeftijd (Ufficio Centrale di Statistico; decessi, gender e età), febbraio 2024

[3] Wetsvoorstel toetsing levensbegeleiding van ouderen op verzoek (Proposta di legge sull’assistenza a morire su richiesta di persone anziane), novembre 2023

[4] Wijziging regeling beoordelingscommissie late zwangerschapafbreking en levensbeeindiging pasgeborenen (LZA/LP) naar aanleiding van de levensbeeindiging van kinderen van 1-12 jaar (Cambiamento del regolamento riguardo la Commissione di controllo dell’aborto tardivo e il fine-vita di neonati conseguente il fine-vita di minori tra 1 e 12 anni), gennaio 2024

[5] RTE – Euthanasiecode 2022 (Codice Euthanasia 2022). La versione 2018 è tradotta in italiano nella mia pubblicazione Fine-vita volontario in Olanda – per chi ne vuol sapere di più”, edita da NewPress Edizioni, Lomazzo

[6] KNMG – Richtlijn uitvoering euthanasie en hulp bij zelfdoding. (Linee guida per l’applicazione dell’eutanasia e della assistenza medica al suicidio). Per la traduzione delle linee in italiano si rimanda alla mia pubblicazione Fine-vita volontario – Linee guida per l’applicazione dell’eutanasia e della assistenza medica al suicidio edita da NewPress Edizioni, Lomazzo

[7] Vierde Evaluatie Wet toetsing levensbeeindiging op verzoek en hulp bij zelfdoding (Quarta valutazione della Legge controllo dell’interruzione della vita e assistenza al suicidio), 2023, Zonmw

[8] Ontwikkelingen van het aantal euthanasiegevallen en de achterliggende factoren (Evoluzione del numero di casi di eutanasia e fattori sottostanti), 2019, Nivel

[9] Public and physicians’support for euthanasia in people suffering from psychiatric disorders: a cross sectional survey study, 2019, BMC Medical Ethics

[10] Changes in the use of continuous deep sedation in the Netherlands, marzo 2024, M.T. Heijltjes, Università di Utrecht (NL)

[11] Expertisecentrum Euthanasie 2023 in beeld (Centro Expertise Eutanasia – i dati del 2023), marzo 2024

[12] Wet toetsing levensbeeindiging op verzoek en hulp bij zelfdoding (Legge controllo dell’interruzione della vita e assistenza al suicidio), 2002. Per la traduzione si rimanda al sito Fine vita volontario

[13] Olanda: La relazione per l’anno 2022 delle Commissioni Regionali di Controllo Euthanasia (l’RTE).7 aprile 2023 (www.finevitavolontario.it