Liberi Subito è perfettamente costituzionale, inutile nascondersi dietro un dito

Liberi Subito Veneto

Marco Cappato e Diego Silvestri del Coordinamento Liberi Subito Veneto fanno alcune precisazioni in merito alla proposta di legge: “Riguarda chi è capace di intendere e volere”

Nel merito della proposta di legge sul fine vita in questi giorni se ne sono sentite e lette di tutti colori, dunque ci permettiamo di tornare sulla questione.

A chi insiste con la tesi dell’incostituzionalità, ricordiamo che (come confermato dalla Commissione di garanzia del Veneto, del Piemonte e di altre Regioni come l’Emilia-Romagna, l’Abruzzo, la Toscana e il Friuli-Venezia Giulia) la nostra legge non introduce nuovi diritti, ma individua tempi e procedure per l’attuazione di diritti già esistenti, proprio muovendosi nello spazio riservato dalla Costituzione alle Regioni. Il testo presentato intende, infatti, dare attuazione in tempi certi al quadro normativo che a livello nazionale si è delineato con la  sentenza della Corte costituzionale numero 242 del 2019 sull’aiuto alla morte volontaria.

È bene dunque smetterla di nascondersi dietro a un dito, magari da parte di persone che poi fanno finta di battersi per l’autonomia regionale ma sono pronti a negarla se questo serve a impedire l’esercizio di diritti individuali. Ancora peggio è il comportamento di coloro che fanno circolare palesi falsità, raccontando pubblicamente che con la legge ogni persona con fragilità psichiatrica viene mandata a morire. La proposta riguarda infatti solo le persone capaci di intendere e di volere, e in particolare definisce tempistiche certe per chi è in possesso di una serie di specifici requisiti e consapevolmente sceglie, dopo una meticolosa indagine ad opera di dottori con competenze multidisciplinari scelti dal Servizio Sanitario Nazionale, di accedere alla tecnica della morte volontaria assistita.

Questa è la legge che si andrà a votare. Tutto il resto è propaganda, realizzata nel maldestro tentativo di spaventare un’opinione pubblica ampiamente favorevole al diritto di scelta sul fine vita, come ampiamente testimoniato da tutti i sondaggi in materia.

 ➡  Dichiarazione di Diego Silvestri:

Martedì 16 gennaio il Consiglio regionale del Veneto discuterà la proposta di legge promossa dal gruppo veneto dell’Associazione Luca Coscioni. Fino ad ora nessuna proposta d’iniziativa popolare era giunta al voto in Aula a palazzo Ferro Fini, a fronte di ben 216 proposte presentate fino ad oggi. La proposta di legge regionale “Procedure e tempi per l’assistenza sanitaria al suicidio medicalmente assistito ai sensi e per effetto della sentenza n. 242 del 2019 della Corte costituzionale” è infatti la n. 217. La politica, quella vera, è entrata a palazzo Ferro Fini.

La politica dell’iniziativa popolare, quella che va incontro ai bisogni e ai desideri dalla maggior parte dei cittadini veneti, che vuole rispetto per i diritti acquisiti e che vuole migliorare la sanità, definendo bene una procedura che riguarda una scelta possibile per le persone sofferenti con malattia inguaribile.

I sondaggi parlano chiaro. Nel Nord Est alla domanda “Quando una persona ha una malattia incurabile e vive con gravi sofferenze fisiche, è giusto che i medici possano aiutarla a morire se il paziente lo richiede?” risponde di si il 82% delle persone (Demos, Osservatorio del Nord Est, settembre 2023, base 1000 casi). Questa sensibilità tocca tutti gli elettori, dal PD (90% dei suoi elettori ha riposto si), alla Lega (86%) a FdI (81%) ed è ben presente in chi si è dichiarato religioso praticante (55%).

Con questa forza e sostegno popolare la proposta di legge dell’Associazione Luca Coscioni è entrata in Regione. Non si chiede una legge sul fine vita, non una legge sul suicidio medicalmente assistito che rimangono materia di competenza nazionale. È una proposta che vuole regolamentare ciò che è stato già applicato. Stefano Gheller ha ottenuto la verifica da parte della Commissione medica e la risposta affermativa di aver diritto, quando lo richiederà, alla prestazione volontaria di morte attraverso auto-somministrazione del farmaco che l’Asl si è impegnata a fornirgli. “Gloria” ha posto fine alle sue sofferenze il 23 luglio 2023, dopo la verifica delle sue condizioni da parte dell’Asl Marca Trevigiana che le ha fornito il farmaco letale.

La Regione non legifererà su alcun tema etico, ma andrà a regolamentare e rendere effettivamente fruibile un diritto già riconosciuto e un’azione resa lecita. I convincimenti religiosi o etici dei consiglieri non dovrebbero pesare su questa scelta e auspichiamo che l’approvazione della legge o il suo rifiuto attingano ai principi della libertà di pensiero e di responsabilità civica. In questo caso, non riuscire ad affrontare il tema della scelta personale in modo laico e lasciarsi sopraffare da convincimenti meramente personali, si traduce nel grave rischio della negazione aprioristica di un diritto esistente e nella non fruibilità della conseguente prestazione sanitaria voluta dal paziente.

Come comitato promotore daremo restituzione, dopo l’esito del voto del 16 gennaio, del senso politico che la Regione vorrà comunicare ai suoi cittadini elettori.

L’approvazione del testo di legge sarebbe la naturale conseguenza di quanto attuato dalle due ASL venete e di quanto voluto dai suoi cittadini.

Sarebbe un controsenso sul quale mobilitarci, scoprire invece che una maggioranza politica in Regione è contraria ad un lecito operato sanitario e alla volontà popolare.