Suicidio assistito, due disobbedienti civili in Svizzera per l’aiuto alla morte volontaria di Laura M., paziente oncologica milanese

Immagine della campagna Eutanasia Legale

Se Laura M. confermerà la sua scelta, Cinzia Fornero e Claudio Stellari si autodenunceranno al ritorno in Italia nei prossimi giorni

Sono arrivati ieri in Svizzera Laura M., paziente oncologica di Milano, insieme ai suoi accompagnatori, Cinzia Fornero, 52 anni guardaparco della provincia di Torino, e Claudio Stellari, 67 anni, educatore SERT in pensione. Fornero e Stellari sono entrambi iscritti all’Associazione Soccorso Civile, il cui responsabile legale è Marco Cappato, dell’Associazione Luca Coscioni, e che conta ad oggi 35 membri effettivi. Fornero si era già autodenunciata tre settimane fa per avere accompagnato in Svizzera l’insegnante e  traduttrice milanese Margherita Botto.

“Io penso che ci sia bisogno di una legge chiara che eviti discriminazioni tra malati, perché non tutti hanno la possibilità di andare fino in Svizzera. Questa è violenza di stato, lo Stato italiano sta tenendo in ostaggio certi corpi che vanno liberati. Ed è importante che libertà e l’autodeterminazione vadano garantite fino alla fine della vita”, ha dichiarato Cinzia Fornero, 52 anni guardaparco della provincia di Torino. “Non è scritto da nessuna parte che è obbligatorio morire male: morire male non va bene.  Per questo, davanti ad una classe politica immobile, le azioni di disobbedienza civile sono necessarie per provare a cambiare le cose.” Claudio Stellari, 67 anni, educatore SERT in pensione.

In assenza di una legge nazionale che regolamenti l’aiuto alla morte volontaria, ovvero l’accesso al suicidio assistito, in Italia questa scelta di fine vita è regolamentato dalla sentenza numero 242 del 2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato\Antoniani, che ha legalizzato l’accesso alla procedura ma solo a precise condizioni di salute delle persone da verificare con modalità indicate dalla Corte, in assenza delle quali si applica il precetto penale senza le modifiche introdotte dal giudicato costituzionale.

La Consulta ha disposto, con una sentenza di incostituzionalità parziale dell’articolo 580 del codice penale, che la persona malata che vuole accedere all’aiuto alla morte volontaria (suicidio assistito) deve essere in possesso di determinati requisiti: che sia capace di autodeterminarsi, affetta da patologia irreversibile, che tale malattia sia fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che la persona reputi intollerabili e che sia dipendente da trattamenti di sostegno vitale. Questi requisiti, insieme alle modalità per procedere, devono essere verificati dal Servizio Sanitario Nazionale con le modalità previste dalla legge sulle Dat agli articoli 1 e 2 (Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento, 219/17), previo parere del comitato etico territorialmente competente.