Dichiarazione di Marco Cappato
Quello che sta avvenendo in Veneto, dove gli stessi Consiglieri regionali di maggioranza fanno di tutto per bloccare il loro Presidente Luca Zaia sul tema del fine vita, impedendo la discussione della nostra legge di iniziativa popolare Liberi subito, è di fondamentale importanza per due aspetti.
Il primo riguarda il fine vita in Italia. Infatti, con la discussione della legge dall’Associazione Luca Coscioni, la Regione Veneto, dopo essere stata la prima Regione italiana a garantire attraverso il Servizio sanitario la verifica delle condizioni di salute per l’accesso al suicidio assistito come previsto dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale senza il bisogno di interessare i Tribunali locali, diventerebbe la prima Regione a poter decidere regole chiare per dare tempi e garanzie certe ai malati irreversibili per sottrarsi a condizioni di sofferenza insopportabili.
Ma la decisione che devono prendere i Consiglieri ha una valenza che va molto oltre il tema in sé, e che riguarda la speranza stessa di potere un giorno vedere, accanto a una destra proibizionista e clericale, anche un destra liberale, o quantomeno una Lega liberale e laica, che possa assomigliare di più all’impostazione libertaria del primo Bossi e del primo Maroni, e di meno al nazionalismo liberticida di Salvini.
Proprio per questo, la maggioranza in Veneto si sta ribellando come non aveva mai fatto contro il suo Presidente, a costo di calpestare anche ogni rispetto per lo strumento di iniziativa popolare attivato da 9.000 cittadini veneti e di obbedire ai diktat dei partiti romani. E proprio per questo noi diciamo, forza Zaia e viva la democrazia fatta di partecipazione e autonomia rispetto alle scelte ideologiche che i partiti cercano di imporre.
Con oltre 9.000 firme sulle 7.000 necessarie, il Veneto è stata la seconda regione italiana a vedere il deposito della proposta di legge regionale di iniziativa popolare per regolamentare l’aiuto medico alla morte volontaria.
Dopo il deposito avvenuto il 30 giugno 2023, la proposta di legge –già dichiarata ammissibile dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale– dovrà essere esaminata dalla V Commissione consiliare prima di passare all’Aula per la discussione, presentazione di emendamenti e votazione definitiva. Inoltre la signora Gloria, paziente oncologica veneta di 78 anni, è la seconda persona in Italia ad aver scelto di porre fine alle proprie sofferenze tramite l’aiuto alla morte volontaria, reso legale a determinate condizioni dalla sentenza della Corte costituzionale 242/2019 sul caso Cappato-Antoniani. “Gloria” è, inoltre, la prima persona nel nostro Paese ad aver ottenuto la consegna del farmaco e di quanto necessario da parte dell’azienda sanitaria.
L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.