Schillaci corregga il decreto sul CBD crea anche enormi problemi per la canapa Made in Italy

Il Ministro Schillaci si conceda del tempo per correggere il decreto sul CBD che, tra le altre cose, crea enormi problemi per la canapa Made in Italy.

È passato un mese dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto del Ministro della Salute Orazio Schillaci che ha incluso l’uso per via orale della molecola del cannabidiolo, CBD, fra quelle da controllare come se fosse uno stupefacente. Da oggi le nuove regole sono legge dello Stato.

“Il decreto non tiene conto delle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità né delle sentenze della Corte europea di giustizia che, da una parte, raccomandano l’accesso al cannabidiolo terapeutico e, dall’altra, ritengono illegale la proibizione di prodotti riconosciuti come sicuri ed efficaci in altri stati membri dell’UE” ha dichiarato Marco Perduca.

“Se, come recita il testo, l’assunzione del prodotto per via orale sarà consentita solo previa ricetta medica occorre sapere se sono stati calcolati i costi che le farmacie dovranno sostenere relativamente alla sicurezza e alla extra burocrazia necessaria per poter commerciare legalmente questi prodotti? Oppure se è stato valutato cosa accadrà a chi produce, vende o usa farine, pasta, biscotti o olio per condimenti.

Mezzo secolo di proibizioni ci ha insegnato che quando si creano nuove proibizioni il mercato si arrangia altrimenti” prosegue Perduca “come ci ha segnalato il sondaggio dell’SWG sul CBD a cui insieme CFU Italia e Cistite.info APS, A.I.R.A. ODV, Dolce Vita, BeLeaf, e il centro medico CLINN, una buona metà di chi compra prodotti con  cannabidiolo lo fa online. Da domani potrebbe essere il 100% in barba alle nuove regole e mettendo in ginocchio piccole e medie imprese italiane che in questi anni sono entrate nel settore della canapa Made in Italy”.

L’Associazione Luca Coscioni si appella al Ministro Schillaci affinché apra un confronto con tutte le parti interessate, dalle aziende produttrici ai consumatori, passando per medici, farmacie e cannabis shop, col fine di chiarire in modo esaustivo il perché di questa tabellazione e su quali validati studi scientifici si stata presa oltre che quali prodotti possano esser comunque commerciati in questo nuovo quadro normativo.