Intervento di Marco Gentili per il Consiglio generale del 10 giugno 2023

foto marco gentili

Sono felice di ritrovare i miei compagni di battaglia in questo contesto storico, così come si sta delineando negli ultimi mesi, certo non possiamo neanche più parlare di passi in avanti sulle tematiche a noi più care, ma di attacco a tutta una serie di diritti che danno forma alla democrazia. Sembra realizzarsi ciò che Noam Chomsky aveva descritto come la storia della rana bollita, metafora di una società in cui si accettano passivamente situazioni spiacevoli e pericolose, sopportandole fin quando poi è troppo tardi per tornare indietro. Infatti nonostante la propaganda battente a favore di un unico modello di vita e di morte, di famiglia, di gestazione, di approccio alla scienza, persino su come esercitare il diritto di voto, la maggioranza della popolazione si riconosce nella pluralità, nell’inclusione, in una libertà di scelta sempre più vasta, anche nel poter decidere come e chi sostenere come propri rappresentanti o come dare forma a quel modello di democrazia diretta che permetterebbe la partecipazione di quanti più cittadini possibile alla cosa pubblica. Infatti l’intolleranza bigotta e clericale, lontana persino da un certo tipo Chiesa cui ci siamo abituati in questi ultimi 10 anni, agisce di nascosto, svuotando quei diritti o quelle possibilità già di per se limitate, riconosciuti dal nostro ordinamento. Basti pensare alle lodi proferite nei confronti dei medici obiettori di coscienza in caso di interruzioni volontarie di gravidanza, alle difficoltà frapposte fino all’ultimo nel far valere la propria volontà per il fine vita, come accaduto ad alcuni miei compagni di sventura. Il nostro maggior nemico è la rassegnazione nei confronti di un pensieri unico retrogrado, lontano dalla volontà della maggioranza dei cittadini, dobbiamo quindi comprendere che il nostro avversario è si ambiguo ma non certo oscuro, dato il continuo rivendicare come vittorie il conculcare la libertà dei cittadini, cercando noi di rappresentare chi non china la testa.

Tutta una serie di episodi in spregio alla libertà di scelta che ci sono sembrati lontani non solo geograficamente, come la revoca del diritto di aborto da parte della Corte Suprema Statunitense ideologicamente orientata in seguito alla nomine divisive e impopolari di Trump, il proibire la stessa IVG in tanti Stati della Federazione o i provvedimenti illiberali dei vari Governi Polacchi e Ungheresi, sembrano nubi che si addensano sul nostro futuro. E’ inutile nasconderlo come a voler rispettare dei rapporti di buon vicinato, chi ora ci governa ha salutato e festeggiato tali provvedimenti, non nascondendo l’intenzione di volerli esportare in Italia.

C’è già un preciso momento di inizio, mi riferisco al volere rendere reato universale la gestazione per altri, un obbrobrio giuridico e così ridicolmente incostituzionale, cui spero la nostra suprema Corte ponga un limite invalicabile, dopo essersi espressa con tanta liberticida celerità nei confronti dei nostri referendum. Si è scelto di iniziare con un argomento apparentemente marginale, su cui l’informazione disponibile  è poca ed ideologicamente orientata, per imporre un modello unico di famiglia e di gestazione, anche in questo caso in maniera subdola, quasi a sottolineare come sia un metodo cui ricorrono le coppie dello stesso sesso per comperare dei bambini, mentre si tratta di una pratica legale in parti del globo la cui civilizzazione  è ben superiore alla nostra, cui ricorrono poi quasi esclusivamente coppie eterosessuali.

Il mio timore è l’inizio di un effetto domino, l’imporre il pregiudizio eticamente orientato verso posizioni reazionarie, anti storiche e anti scientifiche, anche su ciò che finora ha garantito crescita democratica, benessere economico e sociale, mi riferisco all’affermarsi senza ostacoli di una forma di libertà inclusiva, coerente con i tempi e con lo sviluppo scientifico e tecnologico. 

Si cerca infatti di far sottostare la scienza a tutta una serie di limiti senza senso, in nome della sacralità di principi inderogabili, semplici opinioni il cui unico fondamento è appunto quella libertà di scelta che si cerca di limitare, ma cui si ricorre per urlare davanti l’opinione pubblica semplicemente il proprio personalissimo modo di vivere e non certo una verità universale. Si cerca inoltre di voler entrare nell’intimo della vita di ciascuno, come in uno stato etico, additando invece la nostra democrazia come la causa dell’imposizione di un inesistente pensiero unico, mentre normale dovrà essere considerato il potersi intromettere o giudicare le modalità con cui desideriamo affrontare la nostra vita, la nostra morte, il modello di famiglia scelto, compreso se o come mettere al mondo dei figli. Porre dei limiti barbari alla scienza significa condannarci al sottosviluppo, imporre un pensiero unico che la svilisce, significa far crescere intolleranza e discriminazione e perchè no, violenza, ma soprattutto vuole dire distrarre l’opinione pubblica e così allontanarla da tematiche che attanagliano la quotidianità di ciascuno, come il precipitare del benessere o lo stato sgangherato dei Sistema Sanitario Nazionale, cui, milioni di persone come me, devono avere come controparte in ogni momento della giornata, visto che ogni richiesta, ogni ausilio, ogni forma di assistenza da lì passa.

Il mio appello quindi è il non piegarsi alla rassegnazione, io pure avrei tutti i motivi per farlo, visto che in un certo qual modo ho cercato di tutelarmi per quando considererò la mia vita non più degna di essere vissuta, la mia patologia ammette poche possibilità di saltellare intorno agli ostacoli della burocrazia e così perdere tempo, ma sono ugualmente qui a far sentire la mia voce, certo non flebile di fronte a un futuro sempre più nero, in ogni senso. Certo non nego l’importanza del dialogo, visto che appunto ovunque esistono sensibilità diverse attraverso cui incunearsi, magari anche laddove non vengono date per scontate e questo dimostra quanto sia importante continuare ad essere istituzionali, quanto sia necessario coinvolgere parlamentari e in generale rappresentanti delle istituzioni. Ma allo stesso tempo è necessario rivendicare anche intransigenza su alcuni principi, come elemento di mobilitazione e di lotta, soprattutto per le generazioni più giovani, cui vuole essere imposto un futuro e una forma di società lontana e incompatibile con la speranza di maggiore prosperità e libertà.

Non arretriamo quindi, ma cerchiamo ogni occasione per un passo avanti anche se minuscolo, di questi tempi forse potrà essere il granello di sabbia per bloccare un ingranaggio già pronto e in movimento per schiacciarci, io non ho paura e questo messaggio di positività deve arrivare a più cittadini possibili, davanti abbiamo volti cattivi, ma anche tanta presunzione ed ignoranza, avversari temibili ma forse troppo sicuri nel voler fermare un cammino di crescita, nella libertà di ricerca scientifica, nel riconoscimento di diritti individuali, che nel corso del dopoguerra, nonostante tutto è stato inesorabile anche in Italia, senza dimenticare che sono millenni che la tracotanza alla fine poi presenta il conto.