È stato pubblicato il comunicato stampa riguarda la presentazione della relazione della Commissione Federale di Valutazione e Controllo Eutanasia (la FCCE) con i dati dell’eutanasia per l’anno 2022. Un’analisi più dettagliata di detti dati sarà pubblicata nella relazione biennale (2022/2023) della Commissione nel 2024.
➡ Leggero incremento dei casi
Nell’anno 2022 c’è stato un leggero incremento del numero di segnalazioni di eutanasia ricevute dalla Commissione: si è passati da 2.699 casi nel 2021 a 2.966 nel 2022 (+9,85%). Si tratta del 2,5% dei decessi avvenuti (116.500), contro il 2,4% di quelli avvenuti nel 2021 (112.300). L’incremento medio per il periodo 2017 – 2022 dei decessi ammontava a 5,5%. La popolazione alla fine del 2022 era di 11,6 milioni residenti.
L’infografica che segue riassume le principali caratteristiche sociodemografiche di coloro che hanno richiesto l’Eutanasia nel 2022, in Belgio.
Da precisare tra le sofferenze psichiche si annoverano anche quelle di carattere somatico, per esempio un malato di cancro dove le sofferenze sono mitigate con antidolorifici. Si tratta di casi in cui il paziente può risentire solamente della sofferenza psichica, per esempio, la perdita di dignità e/o dell’autonomia.
Tra i malati allo stadio terminale, invece, il 59,9% soffriva di un tumore, dato in diminuzione rispetto al 2021, quando a questa categoria apparteneva il 71,3% dei casi.
➡ Malati psichiatrici e dementi: niente pendio scivoloso
I decessi in seguito all’eutanasia di malati psichiatrici e dementi nel periodo 2018/2022 erano rispettivamente 57 (2,4%), 49 (1,8%), 43 (1,8%), 51 (1,9%) e 68 (2,3%). Il numero basso dei casi mostra la prudenza dei medici e psichiatri nell’applicazione dell’eutanasia per questa categoria di malati, segno che non c’è ombra del cosiddetto pendio scivoloso.
➡ Altre osservazioni e spiegazioni
Il gruppo di pazienti più importante in termini numerici è quello dei pazienti con una malattia oncologica. Riguardava principalmente il tumore dell’apparato digerente, le vie respiratorie e il seno. I motivi per richiedere l’eutanasia includevano metastasi sintomatiche non curabili, esaurimento delle opzioni terapeutiche o il probabile insuccesso di altre e l’estesa recidività del tumore, non trattabile. È stato ripetutamente riportato che i trattamenti palliativi convenzionali non erano in grado di controllare il dolore in modo accettabile per l’individuo. Il processo inarrestabile di deterioramento e/o la paura di ulteriori sofferenze senza prospettive, causa inoltre sofferenze psicologiche.
Dopo le malattie oncologiche, la poli patologia è il motivo più importante per richiedere eutanasia. I malati soffrivano di una combinazione di diverse condizioni gravi e incurabili e per il 41% di loro, il decesso non era previsto a breve termine. La sofferenza dei pazienti con poli patologia è sempre causata da una combinazione di varie condizioni croniche che evolvono verso uno stadio finale. Anche nella poli patologia la sofferenza deve avere una base medica. La sensazioni di vita compiuta, la stanchezza di vivere o la vecchiaia, in assenza di una condizione grave e incurabile, non costituiscono motivo per richiedere l’eutanasia.
Il numero di richieste di eutanasia eseguito sulla base di disturbi psichiatrici e cognitivi rimane stabile ed è piuttosto basso. In tutti questi casi è stato possibile stabilire che i requisiti previsti dalla legge erano soddisfatti (un paziente capace di intendere e volere, una richiesta scritta, una condizione clinicamente disperata, una sofferenza insopportabilmente persistente e intrattabile causata da una malattia grave e incurabile e una richiesta ripetuta).
Disturbi psichiatrici
Nel corso del 2022, è stata applicata l’eutanasia a 26 pazienti psichiatrici. Il numero di pazienti è rimasto sostanzialmente invariato rispetto al periodo compreso tra il 2019 ed il 2021 (25 nel 2019, 22 nel 2020 e 24 nel 2021). Tutti i casi sono stati considerati non curabili da tre medici di cui almeno uno psichiatra.
Disturbi cognitivi
Nel corso del 2022 è stata applicata l’eutanasia a 40 pazienti con disturbi cognitivi come l’Alzheimer e capaci di intendere con un incremento di 14 casi in raffronto con il 2021 (26). Per gli anni 2019 e 2020, i casi sono stati rispettivamente 26 e 22. Per demenza si intende una condizione incurabile in cui sono influenzati sia il contenuto della coscienza che il grado di coscienza.
Nessun caso di violazione dei requisiti richiesti dalla legge era di tale gravità da rinviare il medico al Pubblico Ministero. Si osserva a proposito che dall’entrata in vigore della legge, nel 2002, fino al 2022 nessun medico è stato condannato per avere violato i criteri di accuratezza e i medici denunciasti sono tutti assolti.
Olandese di nascita e italiano di adozione. Attualmente è membro della Direzione dell’Associazione Luca Coscioni. Una carriera professionale come revisore contabile e successivamente come consulente aziendale. Dopo la sua decisione di terminare la carriere professionale, si è dedicato al volontariato. Da più di 40 anni è socio dell’Associazione Olandese di Fine-vita Volontario (NVVE). Circa 5 anni fa, dopo l’ennesima “fake-news” sull’eutanasia in Olanda, ha deciso di pubblicare un saggio, frutto di circa 3 anni di ricerca, sulla legislazione olandese e la sua applicazione. Nel 2017 pubblica “Libertà di decidere – fine-vita volontario in Olanda”. Attualmente è rappresentante dell’Associazione Luca Coscioni alla Word Federation of Right to Die Societies.