Intervista di Mani sul Cuore
Nelle breast unit della nostra penisola le donne colpite dal tumore mammario sono assistite e curate senza dover pagare visite, terapie o interventi chirurgici. L’assistenza sanitaria nel nostro paese è un bellissimo diritto garantito a tutti ma le cose non vanno sempre in questo modo.
Le donne che subiscono la mastectomia e vogliono riavere il proprio seno riprendendo in mano la propria vita il prima possibile è tra gli obiettivi principali delle Breast Unit che si impegnano ad operarle senza rimandare e con le tecniche chirurgiche più avanzate e collaudate. Questo diritto femminile però viene disatteso anche quando le capacità professionali delle equipe di medici e chirurghi dei centri di senologia italiani siano eccellenti: tutto viene frenato dai conti degli ospedali perché il sistema complesso dei costi sostenuti dai nosocomi per questo genere di interventi chirurgici non viene del tutto rimborsato loro dalle Regioni.
La ricostruzione del seno effettuata in un unico tempo (insieme alla mastectomia), così come raccomandato dal Ministero della Salute e dall’Associazione italiana dei medici ospedalieri, non viene rimborsata dalle Regioni agli ospedali che la praticano, così come non sono considerate (oppure sono riconosciute con cifre insufficienti) molte altre tecniche operatorie fondamentali, come quella del rimodellamento della mammella contro-laterale, oltre alla ricostruzione del seno con i lembi della paziente (senza usare protesi) e alla ricostruzione mammaria profilattica indicata per le donne portatrici di una mutazione genetica che le predispone ad un alto rischio di tumore mammario.
La cattiva distribuzione delle risorse dimentica il corpo femminile e quanto, nella lotta al tumore mammario, la ricostruzione di un seno gradevole effettuata prima possibile sia fondamentale nel partecipare alla cura contro il carcinoma.
La questione è stata sollevata dal gruppo Donna X Donna formato da oltre 70 chirurghe senologhe e ricostruttive che si sono appellate alle forze politiche affinché si impegnino a cambiare le cose modificano i rimborsi per le prestazioni ospedaliere in un meeting svolto recentemente a Palazzo Giustiniani del Senato delle Repubblica. Hanno partecipato l dibattito anche Silvia Mari, giornalista dell’agenzia Dire e testimonial per l’associazione aBRCAdabra Onlus, e Filomena Gallo, avvocata e segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica.
Mari e Gallo sono donne che si battono entrambe anche per i diritti delle altre donne. Le abbiamo intervistate: Silvia Mari ci ha raccontato la sua esperienza familiare col tumore al seno e la scelta di operarsi per una mastectomia preventiva he l’ha portata ad aderire all’associazione ABRCAdabra. Filomena Gallo si batte per i diritti delle persone più fragili alla Luca Coscioni e ci ha parlato del diritto alla salute e del corpo delle donne che non può essere trascurato.
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L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.