Intervento per il Consiglio generale di martedì 12 luglio 2022

foto marco gentili

Mi fa piacere ritrovarvi anche in queste caldissime settimane, significa che il nostro impegno non conosce tregua e le tematiche di cui ci facciamo portavoce ogni giorno che passa appaiono sempre più significative agli occhi della pubblica opinione.

Mi dispiace non poter partecipare di persona, ma voglio portarvi oltre il mio saluto alcuni spunti di riflessione, vista la mole degli eventi che si sono susseguiti in questi ultimi mesi: ci troviamo di fronte da una parte l’immobilità delle istituzioni parlamentari e la cecità della classe politica, dall’altra la consapevolezza dei cittadini di quanto sia sempre più necessario vedere ampliato il proprio orizzonte di libertà di scelta.

Proprio da qui vorrei iniziare un ragionamento, il nostro migliore alleato è quella larga parte della popolazione che ha un orizzonte ideale ben più largo della classe politica che lo rappresenta ad ogni livello istituzionale e come abbiamo visto è pronta a mobilitarsi. Coloro che parlano di brezza proveniente dagli Stati Uniti d’America a proposito dell’ultima vergognosa decisione della Corte Suprema circa il diritto di interruzione Volontaria di Gravidanza e ne vorrebbero seguire l’esempio, stiano tranquilli, troverebbero davanti un muro.

Pochi vogliono tornare indietro, mentre molti provano a compiere qualche passo in avanti, per questo credo che la strada da praticare non sia la ricerca di un compromesso a qualsiasi costo; riguardo l’odierna situazione politica salta agli occhi come una parte neanche prova a replicare lo stesso schema di campo largo a proposito di diritti civili, mentre l’altra è appiattita verso posizioni retrive e violentemente reazionarie.

Un altro elemento da tenere in considerazione per evitare compromessi al ribasso inutili e dannosi è che grazie alle nostre battaglie ormai esiste una giurisprudenza a nostro favore, a partire da quanto stabilito dalla Corte Costituzionale, nonostante il rifiuto del Parlamento di darvi seguito, una serie di sentenze passate in giudicato che hanno portato all’introduzione nel nostro ordinamento di alcuni chiari principi, come la libertà di scelta e la possibilità di suicidio assistito qualora si verifichino precise condizioni.

Tutto questo ha permesso al nostro amico Federico Carboni di poter scegliere e portare a termine quanto da lui eticamente e legalmente preteso, mentre per assurdo le norme attualmente in discussione in Parlamento a proposito di fine vita sarebbero state di ostacolo, quando arrivano a stabilire gradi di sofferenza sia fisica che psichica verso cui nessuno dovrebbe avere il diritto di sindacare.

Per questo non finiremo mai di pretendere dai tribunali ciò che costituzionalmente ci spetta, fino anche a provvedere al reperimento di quei mezzi che un’illegalità istituzionale palese nega senza vergogna a chi vorrebbe solo porre fine a sofferenze non più tollerabili. Quindi fatemi ringraziare Federico Carboni e celebrare la sua tenacia, un esempio per tutti nel rendere possibile che il soddisfacimento di un diritto inalienabile avvenga alla luce del sole e non semplicemente si avveri di nascosto, dovendo persino sperare di trovare comprensione e pietà, purtroppo oggi sempre più rare per il fanatismo ideologico di taluni.

La battaglia per i diritti civili e per la libertà di scelta è forse la forma più alta di politica, proprio per il suo interessarsi a quei momenti in cui la vita si dibatte con le difficoltà più imponenti, per questo voglio ribadire ancora una volta quanto i cittadini non si sentano rappresentati da coloro che hanno la facoltà di scegliere, sono infatti più moderni, con un’apertura mentale maggiore, fino a considerare un dato di fatto non più procrastinabile il vedere ampliata la gamma delle libertà individuali.

A volte tale desiderio si scontra contro un muro di gomma, con l’inerzia, il nascondersi e persino il fuggire, noi dobbiamo cercare di esserci affinché tale spinta non si rifugi del privato e nel disimpegno ma continui ad essere di stimolo e di pungolo contro una generale forma di inerzia.

Questi mesi sono stati densi di soddisfazioni e delusioni, ma di certo possiamo affermare di aver comunque lasciato il segno, anzi ci sono tutte le basi per continuare e proseguire su una strada già egregiamente tracciata e soprattutto non solo lastricata di buone intenzioni, ma certamente di risultati concreti. La speranza di ampliarli e di condividerli con un numero maggiore di persone può finalmente appoggiarsi su basi solide.

I miei migliori saluti, verso tutti voi, la platea che più stimo ed ho stimato nella mia vita.