La 57enne Andrea Mielke è stata la prima cittadina austriaca a optare per il suicidio assistito. A causa di un raro difetto genetico, si poteva muovere soltanto seduta su una sedia a rotelle fin dalla sua giovinezza a causa della sua disabilità. È morta la sera del 14 aprile scorso. Andrea ha deciso da sola quando terminare la vita. Voleva fare il
suo ultimo viaggio optando per il suicidio assistito, che è legalmente possibile in Austria dall’inizio dell’anno.
“Se non sei abbastanza duro e coraggioso, allora hai perso comunque, perché la lotta contro le autorità è la peggiore e quasi nessuno può superarla”, ha detto in un’intervista alla televisione austriaca (ORF) pochi giorni prima di morire. La donna ha combattuto per tutta la vita anche davanti ai tribunali, come attivista per i diritti delle persone disabili e per la loro assistenza personale adeguata.
➡ L’assistente Adi è stato un compagno fino alla fine
L’assistente Adi è diventato il suo compagno: lui ha accompagnato anche Andrea nel suo ultimo viaggio, pesantissimo a causa degli ostacoli burocratici, per vedere accolta la richiesta del suicidio assistito. Qualche giorno fa, nell’intervista di cui ho parlato sopra, si notava che non aveva più forza ed era chiaro il suo tormento infernale: l’Ordine dei Farmacisti, l’Ordine dei Medici e tutti gli enti preposti vi danno la stessa risposta, cioè “non diamo alcuna informazione”.
➡ Suicidio assistito consentito in Austria dall’inizio dell’anno
Dall’inizio dell’anno, il suicidio assistito è stato legalizzato in Austria, ma a condizioni rigorose. Due medici devono confermare la capacità di intendere e volere della persona morente e il fatto che soffre di una malattia che porta alla morte. Dopo un periodo di attesa di dodici settimane, il medico curante può assistere il paziente al suicidio assistito.
➡ L’Ordine dei Medici: “L’assistenza al suicidio si scontra con la professione”
“Prima di tutto, qui sono state sicuramente verificate le difficoltà iniziali nell’applicazione della legge. Ma dobbiamo accettare che il suicidio assistito è in collisione con la nostra etica professionale” afferma Karl Forstner, Presidente del’Ordine dei Medici austriaco, “la decisione del paziente si basa su informazioni fornite dalla professione medica riguarda la sua condizione e le prospettive future. E poi i medici dovrebbero essere in una posizione per decidere di assistere a
questo passaggio o meno”.
➡ Andrea Mielke: “Ho vissuto un periodo della mia vita in modo decente”
Non sarebbe Andrea Mielke se non avesse superato quest’ultimo ostacolo. Alla presenza del suo compagno Adi e di due medici, ha messo fine alla sua vita giovedì sera, 14 aprile scorso. Come la vita, la morte dovrebbe appartenere solo a lei: “Ho vissuto un periodo della mia vita in modo decente e posso solo dire, osate, perché vale la pena”.
Olandese di nascita e italiano di adozione. Attualmente è membro della Direzione dell’Associazione Luca Coscioni. Una carriera professionale come revisore contabile e successivamente come consulente aziendale. Dopo la sua decisione di terminare la carriere professionale, si è dedicato al volontariato. Da più di 40 anni è socio dell’Associazione Olandese di Fine-vita Volontario (NVVE). Circa 5 anni fa, dopo l’ennesima “fake-news” sull’eutanasia in Olanda, ha deciso di pubblicare un saggio, frutto di circa 3 anni di ricerca, sulla legislazione olandese e la sua applicazione. Nel 2017 pubblica “Libertà di decidere – fine-vita volontario in Olanda”. Attualmente è rappresentante dell’Associazione Luca Coscioni alla Word Federation of Right to Die Societies.