Nomenclatore tariffario fecondazione assistita: “Dal Governo solo disinteresse per chi vuole fare famiglia in Italia”

Nomenclatore fecondazione assistita, Filomena Gallo all’attacco del Governo

“Oggi il Governo, nel rispondere al question time dell’onorevole Riccardo Maggi su Nomenclatore tariffario per la fecondazione assistita, ha mostrato completo disinteresse e poca attenzione nei confronti di coppie che chiedono solo di poter fare famiglia in Italia, con la possibilità di accedere a tecniche di procreazione medicalmente assistita a carico del Servizio sanitario nazionale”.

Con queste parole la Segretario nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, Filomena Gallo commenta la risposta del Ministro della Salute Speranza in merito al nomenclatore tariffario per la fecondazione assistita.

“Con l’Associazione Luca Coscioni e le associazioni di pazienti nel 2017, nel 2019, a febbraio 2022 abbiamo evidenziato al Ministro della Salute e al suo predecessore, che mancano tariffe idonee affinché nelle strutture pubbliche si applichino tutte le tecniche di fecondazione assistita. Nel nostro paese purtroppo dobbiamo ricorrere ai tribunali affinché vi sia equità nell’accesso alle cure senza discriminazioni di alcun tipo, ma Il Governo se volesse è ancora in tempo per modificare atti redatti e non emanati a beneficio del diritto alla cura di tante persone”, ha, poi proseguito Filomena Gallo.

“Ancora non si comprende come mai l’allora ministra delle salute Beatrice Lorenzin con l’aggiornamento dei LEA nel 2017 abbia escluso le indagini cliniche diagnostiche sull’embrione dai Livelli essenziali di Assistenza. Omissione mai sanata a danno di tante persone che non possono accedere a questa diagnostica lecita nel nostro paese ma non a carico del Servizio sanitario nazionale.

Non sono stati previsti rimborsi per i donatori di gameti come avviene nel resto d’Europa dove pure, come in Italia, la commercializzazione di gameti è vietata e sanzionata e per applicare tecniche eterologhe nel nostro paese si importano gameti dall’estero. La bozza di Decreto tariffe inviata nel dicembre 2021 alla Conferenza Stato Regioni è inadeguata poiché prevede costi totalmente insufficienti per la  copertura di queste tecniche, e non prevede rimborsi per i donatori. Inoltre il mancato aggiornamento LEA mantiene l’esclusione delle tecniche diagnostiche sull’embrione dalle tecniche di PMA. C’è un tavolo di lavoro al Ministero della Salute su questi temi ma il lavoro prodotto non è stato incluso nella bozza di Decreto.

L’Associazione Luca Coscioni, l’8 febbraio aveva diffidato il Ministero della salute e anche alla Conferenza stato regione, chiedendo una modifica dello schema di decreto. Vi è stato poi un incontro con la segreteria Tecnica e altri dirigenti: buoni propositi espressi ma di fatto lo schema di decreto è quello all’esame delle regioni e non è stato modificato.