La presidente della Fondazione Marisa Bellisario aveva scritto una lettera ad Avvenire lo scorso 26 maggio intitolata: Denatalità: cinque anni senza aborti, ecco la mia (laica) provocazione
Secondo i dati ufficiali presentati dal Ministro della Salute nell’ultima relazione sullo stato di applicazione della legge 194 trasmessa al Parlamento nel mese di giugno 2020, il tasso di abortività in Italia rimane tra i valori più bassi a livello internazionale, secondo solo a quello della Svizzera.
In totale nel 2018 sono state notificate 76.328 interruzioni volontarie di gravidanza. Se abortività e natalità fossero così banalmente correlati, ci si sarebbe dovuto attende che la progressiva riduzione del tasso di abortività, cui assistiamo da anni, avrebbe dovuto comportare un conseguente aumento della natalità.
Comunque, anche nell’ipotesi auspicata dalla “provocazione” di Lella Golfo, settantaseimila aborti in meno non avrebbero certo risolto il problema della denatalità in Italia. Più che una provocazione laica a noi pare l’ennesimo argomento usato strumentalmente per attaccare la libertà di scelta delle donne.
L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.