Roberto Sanna è morto, un dolore raddoppiato dall’indifferenza della classe parlamentare

Immagine della campagna Eutanasia Legale

Ci stringiamo attorno alla famiglia di Roberto Sanna per la sua morte e per denunciare l’ulteriore dolore imposto dall’inazione istituzionale. Una sofferenza acuita nei giorni scorsi dal terribile viaggio che un ragazzo in condizioni fisiche drammatiche ha dovuto sopportare dalla Sardegna fino in Svizzera – ha dichiarato Filomena Gallo, Segretario Associazione Luca Coscioni – Questa violenza è il prodotto dell’indifferenza di una classe politica al dolore dei malati quanto alle sentenze della Corte Costituzionale”.

“La Corte Costituzionale – continua Gallo – ha più volte ribadito l’auspicio che la materia formi oggetto di ‘sollecita e compiuta’ disciplina da parte del legislatore. Con la sentenza 242 del 2019 la Consulta ha dichiarato incostituzionale il divieto di aiuto al suicidio (art. 580 codice penale) nei soli casi in cui l’aiuto fornito è a una persona malata in determinate condizioni accertate da una struttura pubblica del Servizio sanitario nazionale previo parere del comitato etico. La sentenza della Consulta è stata finora ignorata da tutti i Governi. La pandemia non può essere usata a pretesto per la paralisi legislativa in Spagna, Portogallo, Germania il Parlamento non ha nascosto dietro il Covid le proprie responsabilità regolando quanto necessario sul fine vita. In Italia la proposta di legge Eutanasia Legale giace nei cassetti delle Commissioni competenti da oltre sette anni!

La politica – conclude – è in patente violazione della Costituzione per la mancata risposta alla sentenza del 2019 e per la mancata emanazione di una legge che includa tutte le situazioni fuori dalla previsione della Corte. Viola inoltre quanto previsto dalla Costituzione, relativamente alle libertà individuali e i diritti civili e politici, per via della mancata presa in considerazione della nostra proposta di legge d’iniziativa popolare per la regolamentazione del fine vita.

Dopo DJ Fabo e Davide Trentini è ora il caso di “Mario” (nome di fantasia) immobilizzato da 10 anni che ha chiesto di ricorrere al suicidio assistito come previsto dalla Consulta ma che, dopo aver ricevuto il diniego della sua ASL ci ha contattati per intraprendere un percorso giudiziario. Nell’ultimo mese l’Associazione Luca Coscioni ha ricevuto quotidianamente richieste di aiuto e di informazioni per andare a morire in Svizzera. Sei volte più dell’anno scorso portando a quasi mille le richieste in 6 anni. Si tratta di persone con prognosi infausta che chiedono di poter porre fine alle proprie sofferenze in Italia decidendo in prima persona.

L’Associazione Luca Coscioni così ha nuovamente scritto al Ministro Roberto Speranza per chiedere con urgenza l’emanazione di regole chiare per tutte le strutture pubbliche del Servizio Sanitario Nazionale e ai Comitati etici, in linea con le decisioni della Corte costituzionale. La Consulta prevede l’intervento di un organo collegiale terzo, i “Comitati etici territorialmente competenti”, che esprima il proprio parere in relazione alle condizioni richieste dalla Corte stessa e alle modalità di esecuzione della scelta del malato in modo da garantire la tutela delle situazioni di particolare vulnerabilità. A oggi non è arrivata alcuna risposta, come dal deposito della proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione dell’eutanasia depositata alla Camera nel settembre del 2013.