Anche nel nostro Parlamento ci sono i numeri: cosa aspettiamo?
Dopo il voto che alle Nazioni Unite che il 2 dicembre ha cancellato la cannabis dalla quarta tabella della Convenzione sulle sostanze psicotrope del 1961, riconoscendo definitivamente le potenzialità terapeutiche, anche la Commissione europea e la Camera bassa del Congresso degli Stati Uniti d’America hanno adottato decisioni analoghe.
“È da salutare come una vittoria delle evidenze scientifiche e del buon senso politico la decisione della Commissione europea che dopo la Corte europea di giustizia, ha confermato che il cannabidiolo, CBD, non è una sostanza stupefacente” ha commentato Marco Perduca, già senatore che per l’Associazione Luca Coscioni coordina Legalizziamo, oltre a essere Presidente e co-fondatore di Science for Democracy.
“La Commissione, che ha rivisto il proprio parere in merito, consente quindi che ‘nuovi alimenti, che contengono cannabidiolo (CBD) possono esser inclusi nella lista dei nuovi alimenti su cui l’Unione Europea sta legiferando. Ancora più strutturale il voto che venerdì alla Camera dei Rappresentanti con 228 favorevoli e 164 contrari, ha tolto la cannabis dalla categoria degli stupefacenti pericolosi consentendone la tassazione e dando agli Stati carta bianca per una regolamentazione”.
Se la decisione di Bruxelles è amministrativa e quella di Washington deve passare le forche caudine di un Senato ancora a maggioranza repubblicana, si tratta di segnali politici chiari contro l’architettura proibizionista degli ultimi 60.
L’Italia, che da anni è a metà del guado, dovrebbe trovare il coraggio passare dalla parte di chi regolamenta, ne godrebbero pazienti, imprenditori, l’amministrazione della giustizia e l’erario – in definitiva tutti. I numeri in Parlamento ci sarebbero, manca la leadership.
L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.