Covid e salute mentale, occorre superare le disuguaglianze tra Regioni

Su proposta del consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni Fabrizio Starace, l’onorevole Giuditta Pini ha presentato una interrogazione parlamentare.

La pandemia da coronavirus ha interessato un settore già in grave sofferenza. Occorrono due miliardi di euro di investimento

L’onorevole Giuditta Pini ha presentato presso la Commissione Affari Sociali un’interrogazione parlamentare sul tema della Salute Mentale, dopo che la pandemia da coronavirus ha interessato un settore già in grave sofferenza.

L’iniziativa prende spunto da una precedente risoluzione parlamentare e dalla proposta urgente sollevata dall’Associazione Luca Coscioni, attiva a tutela del diritto alla Salute e alla Scienza –  e sviluppata dal suo Consigliere Generale Fabrizio Starace, ex membro della Task Force di Colao e Presidente della Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica (SIEP).

Come viene sottolineato nel testo, per far fronte all’emergenza Covid-19 occorre incrementare l’investimento nei settori della Salute Mentale e delle Dipendenze Patologiche di almeno il 35% rispetto alla spesa attuale con un investimento pari a circa 2 miliardi di euro (1.450 milioni per la Salute Mentale e 550 milioni per le Dipendenze), prevedendo il graduale superamento delle disuguaglianze di accesso interregionali, attraverso il reclutamento del personale carente della dirigenza sanitaria e delle professioni sanitarie.

L’Italia si attesta nelle ultime posizioni in Europa per percentuale della spesa sanitaria investita in questo ambito (3,6% a fronte di Francia, Germania, UK che stanziano circa il 10%). Per le Dipendenze Patologiche, a fronte dell’1,5% della spesa sanitaria considerato standard di riferimento, la spesa non raggiunge lo 0,7%. Ma secondo le ultime Relazioni al Parlamento sia sulle Droghe illegali sia sull’Alcol riportano che circa 300.000 persone all’anno si rivolgono ai SerD (servizi per le dipendenze patologiche). Dato è raddoppiato negli ultimi 10 anni, con diminuzione di almeno mille operatori addetti nei SerD (attualmente secondo i dati della relazione al parlamento 2019 gli operatori sono 6.496 in 568 Servizi e 628 sedi).  900.000 invece sono le richieste di assistenza presso i servizi di salute mentale.

“Quali iniziative sono state prese dal Ministero della Salute per attuare gli impegni assunti con il Parlamento? – chiede l’interrogazione -. Quali iniziative intende il Ministero attuare nel brevissimo periodo per colmare l’enorme divari per l’accesso ai DSM (servizi del Dipartimento di Salute Mentale) e Serd anche a fronte della nuova crisi epidemiologia dovuta al Covid-19 e alle nuove risorse stanziate per il SSN?”

Le richieste fanno seguito all’approvazione da parte del Parlamento della risoluzione a firma dello stessa onorevole Pini che nel novembre 2019 impegnava il Ministero della Salute, tra l’altro:

  • ad adottare, in collaborazione con le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, iniziative per assicurare, la risposta ai bisogni di cura e a rafforzare l’azione di coordinamento, monitoraggio e documentazione svolta dal Ministero della salute al fine di superare le drammatiche disuguaglianze nell’accesso ai servizi del Dsm e nei processi di cura, prevedendo che esso riferisca periodicamente alle competenti Commissioni parlamentari sullo stato di attuazione delle politiche relative alla salute mentale, evidenziando le linee di tendenza del sistema di cura e le criticità da superare;
  • ad assumere iniziative, per quanto di competenza, volte a incrementare, sul territorio nazionale, l’attività dei consultori familiari e dei distretti sanitari, potenziando gli interventi sociali e di sostegno psicologico a favore delle famiglie.