Dalle 23:59 del 23 settembre lo sciopero della fame ha assunto la forma di digiuno (solo acqua) e procederà ad oltranza

Qualcuno ha detto che le parole sono importanti. Sì, è vero, le parole sono importanti. L’azione nonviolenta in corso da oggi prosegue attraverso il digiuno e cioè attraverso la sola assunzione di acqua.

A chi mi ha detto e ripetuto che il Ministro Speranza è cieco, muto e sordo e che non “risponde a nessuno”, dico che intendo onorare il signor Ministro attraverso questo digiuno per provare a convincerlo a compiere atti dovuti, che onorino i diritti delle persone con disabilità.

Intendo continuare il mio dialogo con i nostri interlocutori istituzionali, anche quelli regionali, nel rigore di un’iniziativa nonviolenta che ha un obiettivo semplice: ottenere il dovuto rispetto dei sacrosanti diritti delle persone con disabilità e in particolare di coloro che hanno disabilità gravi e complesse.

Non credo che occorra un’equipe di premi Nobel per comprendere che il maldestro operare del nostro legislatore ha reso l’accesso ad alcuni ausili inclusi nel Nomenclatore Tariffario delle Protesi, poi ricompreso nel 2017 nei cosiddetti LEA (Livelli essenziali di assistenza), un percorso ad ostacoli.

Non dovrebbe essere difficile capire che l’aver incluso nell’elenco 2 del nuovo Nomenclatore anche ausili che vanno personalizzati, sta rendendo l’accesso a questi ausili, e una loro adeguata fornitura ed erogazione, una via crucis.

Dal dicembre 2019, in ogni modo abbiamo provato a far comprendere al Ministro Speranza ciò che il Ministro e i suoi collaboratori dovrebbero avere ben chiaro: l’articolo 30bis della legge 96/17 è stato disatteso dallo Stato. Il comma 2 del sopra citato articolo che, come è noto, ha integrato il DPCM 12 gennaio 2017 di aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza, recita quanto segue: “Nel caso in cui la Commissione Nazionale per l’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza a distanza di 16 mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto verifichi, anche attraverso audizioni delle associazioni dei disabili, che le procedure pubbliche di acquisto non abbiano consentito di soddisfare le esigenze di cui al comma 1 del presente articolo (30bis, ndr), propone al Ministro della salute il trasferimento degli ausili di cui al medesimo comma nell’elenco 1 dell’allegato 5 al DPCM 12 gennaio 2017“.

Come è stato sottolineato dall’Associazione Coscioni, dopo 39 mesi dall’entrata in vigore della legge 96/17 ancora non registriamo procedure conformi a quanto disposto dalla norma in oggetto. Incredibilmente il Ministero non ha ancora onorato quelle verifiche che avrebbero dovuto essere effettuate a 16 mesi di distanza dall’entrata in vigore della 96/17.

È del tutto evidente che l’aver incluso alcuni ausili destinati a patologie severe e complesse in un elenco che obbliga ad espletare gare d’appalto “ha peggiorato anziché migliorare le criticità preesistenti”.

La stessa Consip nel 2018, come ben sa il Ministro Speranza, si era detta convinta che “non è la procedura della gara d’appalto di qualsiasi forma lo strumento adatto a fornire” le sopra citate categorie di ausili.

Volendo usare una metafora verrebbe da dire che il nostro Stato, grazie a procedure inadeguate e alle patenti omissioni e inadempienze, sta prendendo a pugni e a schiaffi alcuni cittadini che necessitano di adeguata e celere assistenza.

Nel ribadire che l’azione nonviolenta in corso procederà ad oltranza e che da oggi (giovedì 24 settembre) assumerà la forma del digiuno, attraverso la rinuncia a qualsiasi apporto calorico, non posso che chiedere di nuovo e ancora al signor Ministro quel che pure gli è stato chiesto a più riprese dall’Associazione Coscioni: “Un atto urgente sul nomenclatore Tariffario Ausili e Protesi che preveda idonee procedure per l’acquisizione e l’erogazione di determinati ausili destinati ad assistiti con disabilità grave e complessa”.

Quanto ai miei interlocutori regionali, al Presidente Bardi, all’Assessore Leone, posso solo ribadire che il loro operato è a dir poco sorprendente. Potrei paragonare l’agire della Giunta Bardi sulla vicenda disabilità/violazione dell’art. 30bis della legge 96/17 a quello di un giocatore di rugby, che dopo aver scartato l’intera squadra avversaria anziché andare a meta decide di fare dietrofront.

Alla Giunta Bardi, quindi, rinnovo l’invito ad approvare la bozza di delibera che aveva preparato nel febbraio del 2020. Un atto, quest’ultimo, che avrebbe fatto onore alla nostra regione. Un atto di straordinario valore, giuridicamente inappuntabile, non assunto da nessun’altra regione in Italia, prodotto dall’Assessorato alla Sanità e poi bocciato con motivazioni inconsistenti e risibili. Alla Giunta Bardi di tutta evidenza, e non posso che dolermene, è mancato il coraggio di agire. Avrebbero potuto illuminare la rotta, indicare la rotta, hanno preferito il piccolo cabotaggio.

La lettera-appello in sostegno dell’azione nonviolenta di Maurizio Bolognetti in difesa dei diritti dei disabili

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