Un invito a Bardi, Speranza ed Esposito: leggete il discorso di Benedetto Croce

Forse toccherà girarla proprio tutta questa nostra bella terra di Basilicata per trovare la dispersa coscienza dell’Assessore Leone, il senso delle Istituzioni del Presidente Bardi, le capre e i cavoli da mettere d’accordo che popolano gli incubi del povero dottor Esposito (Direttore generale del Dipartimento Sanità) e per chiedere ragione dei silenzi complici e colpevoli del Ministro Speranza.

Da otto mesi, incessantemente, non abbiamo mai smesso di chiedere ai nostri interlocutori, locali e nazionali, di operare per garantire l’effettivo rispetto dei diritti delle persone con disabilità. Da otto mesi chiediamo a chi rappresenta le nostre Istituzioni di rispettare la loro propria legalità e interrompere la flagranza di reato contro i diritti umani e la Costituzione di questa nostra Repubblica.

Se occorrerà vestire i panni di Diogene, lo farò. Magari per cercare uomini che dismettano la divisa da caporali di regime e di giornata. Passeggiando per le strade di Lauria, come ieri in quelle di Matera e Policoro, una volta di più ho inteso rivolgermi ai nostri interlocutori per chiedere che ora, subito, la smettano di vestire i panni di ladri di speranze.

A chi sale sul pulpito per indicare pagliuzze, senza prima aver guardato la trave che ha conficcata nel proprio occhio, a Bardi, a Speranza ed Esposito do un suggerimento: leggete quel discorso di Croce intitolato “Il dovere della borghesia nelle province napoletane”. Non pretendo, per carità, che vi comportiate come il parroco di Montagano, ma quanto meno che proviate a riflettere sulle parole pronunciate nel giugno del 1923 dalla “piazza” di Muro Lucano da Don Benedetto:

Agli uomini di buona volontà non riesce in nessun momento impossibile di compiere opera benefica di civiltà e d’innalzamento morale, in un modo o in un altro, in misura più o meno grande, in cerchia più o meno larga, direttamente o indirettamente, con la persuasione o con l’autorità, con quella ingegnosità di mezzi e di espedienti che la buona ed alacre volontà non manca di suggerire.

Con licenza dell’assessore Leone e parafrasando le parole pronunciate da Croce in sede di Assemblea Costituente, chiudo questo mio intervento intonando le parole dell’inno sublime: “Veni, creator spiritus, Mentes tuorum visita; Accende lumen sensibus; Infunde amorem cordibus!”.

Il reportage realizzato a Lauria

La lettera appello

➡ Ne parlano…