Gli animalisti bloccano la ricerca. Il biologo: “Liberiamola subito”

Intervista a Giuliano Grignaschi, consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni. Il professor Grignaschi: “La corsa a una cura per il Coronavirus è rallentata da troppi ostacoli”.

“In Italia, se fai ricerca, devi passare attraverso quattro comitati, aspettare mesi e per giunta pagare una tassa, anche solo per sfiorare un topo in laboratorio”. Le parole di Silvio Garattini, presidente del Mario Negri, nell’intervista pubblicata ieri su QN Quotidianonet, hanno sollevato la questione degli ostacoli alle sperimentazioni animali per sviluppare medicinali e vaccini in grado di debellare le malattie infettive emergenti come la SARS-Cov-2. Giuliano Grignaschi, biologo responsabile dell’Animal care all’Università Statale di Milano, è segretario generale di Research4Life, piattaforma che riunisce associazioni di pazienti, centri clinici e istituzioni come Farmindustria, San Raffaele, Airc, Telethon, IIT, Assobiotech, al fine di conciliare etica e salute.

[…]

La ricerca è paralizzata in Italia dai cavilli?

“Il professor Garattini ha fatto presente che il percorso per poter fare anche soltanto una iniezione a un topo, a un pesce, a un singolo animale, passa attraverso valutazioni interminabili. Sono temi sollevati anche nel libro dossier “Proibisco, ergo sum” dell’Associazione Luca Coscioni, sodalizio di cui faccio parte in qualità di consigliere generale. In qualunque momento, come si è visto per una ricerca che ha coinvolto le università di Parma e Torino, puoi essere fermato. Un percorso irto di ostacoli in Italia”.

QUI trovi l’intervista completa