Ricerca scientifica, la trasparenza è un valore etico?

“Trasparenza: proprietà di far passare la luce e lasciare quindi vedere gli oggetti che sono al di là”

(Vocabolario Treccani)

Neppure una parola è stata spesa questa mattina nel corso del convegno “L’Ateneo tra libertà e responsabilità – Presentazione del codice etico e per l’integrità nella ricerca” tenutosi nell’Aula Magna dell’Università Statale di Milano in merito ad un recente caso di manipolazione di dati scientifici da parte di sette illustri oncologi appartenenti a quella Università.

Pur essendo stato programmato, non è rimasto tempo per gli interventi del pubblico e quindi non ho potuto fare altro che chiedere personalmente ad uno dei relatori, che riveste i ruoli di membro di quel Comitato Etico, di collega di alcuni degli inquisiti e di consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni, se e come il Comitato Etico dell’Università Statale di Milano avesse considerato il caso. La risposta è stata che certamente il caso è stato considerato ma che nessuna informativa al riguardo ha potuto essere fornita all’opinione pubblica (per motivi che non mi sono stati esplicitati). 

Eppure a mio avviso la Scienza non avrebbe che da guadagnare ad aprire le porte e dimostrare all’opinione pubblica di volere e sapere occuparsi dei propri problemi che, anche se non hanno rilevanza penale, ne hanno tuttavia scientifica ed etica.

In tempi di no-vax ed attacchi pressoché quotidiani al metodo scientifico, trasparenza e libertà di informazione sono gli strumenti più potenti che abbiamo per ridare ai cittadini fiducia nella Ricerca, quella vera. Li userei un po’ di più.