A cosa serve la relazione al Parlamento sulle droghe se nessuno la legge?

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Con oltre cinque mesi di ritardo rispetto agli obblighi di legge, il Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio ha finalmente pubblicato la sua relazione annuale sul “Fenomeno delle tossicodipendenze in Italia”. Due cose non sfuggono alla prima lettura di un lettore attento: il titolo è fuorviante e il documento non è presentato (firmato) da nessun membro di Governo.

Il testo, che viene prodotto da una decina di anni, compila informazioni raccolte dai vari Ministeri coinvolti in tutto ciò che attiene alle sostanze illecite ed elabora informazioni che vanno molto oltre le problematiche volgarmente riassunte col termine “tossicodipendenze” arrivando a includere segnalazioni penali e amministrative, denunce, arresti, sequestri e statistiche sull’uso nazionale non sanzionato.

Se il Governo Conte I aveva individuato nel Ministro Lorenzo Fontana il responsabile per le politiche sulla, anzi contro, la droga, il Governo Conte II ha (almeno per ora) deciso di non individuare un responsabile politico della questione.

Un primo macro dato che impressiona è quello relativo alla spesa per consumi illegali che il Governo stima in 15,3 miliardi di euro (0,9% del PIL) una somma in aumento di circa un miliardo rispetto all’anno precedente! Intorno al 42% è attribuibile alla cocaina mentre circa il 29% a quella per l’uso di derivati della cannabis.

Un consumo considerevole che nella stragrande maggioranza dei casi non viene sanzionato in alcun modo. Infatti, a fronte di un numero costante, intorno agli otto milioni di persone, di consumatori di sostanze illecite “solo” 14.000 finiscono in galera. Certo dal 2014 il consumo, e la detenzione, per fini personali son stati sostanzialmente depenalizzati, ma la reiterazione e le circostanze dell’arresto possono ancora portare dritti in carcere. Per non parlare della coltivazione, anche per motivi di benessere psico-fisico, di piante di cannabis. Insomma una legge severa, un impiego costante di forze dell’ordine non smuovono la situazione in un senso o nell’altro. Tutto stazionario da anni.

Tenendo presente che si tratta di stime elaborate sulla base delle quantità sequestrate di sostanza e/o grazie a questionari anonimi (quindi, anche se compensati, di numeri non corrispondenti alla reale dimensione del fenomeno) vediamo in sintesi cosa dice la Relazione che presenta i dati relativi al 2018:

 ➡ Cannabis

Gli indicatori descrivono un quadro stabile del mercato con una spesa stimata intorno ai 4,4 miliardi di euro l’anno (12% la purezza in media per la marijuana e del 17% per l’hashish). Il 58% delle operazioni antidroga, il 96% dei quantitativi sequestrati, l’80% delle segnalazioni per art. 75 DPR n. 309/1990 (Condotte integranti illeciti amministrativi) e il 48% delle denunce alle Autorità Giudiziarie sono relative ai cannabinoidi (marijuana, hashish e piante di cannabis).

Un terzo degli studenti delle scuole superiori ha utilizzato cannabis almeno una volta nella vita e per oltre la metà dei casi l’età del primo incontro coi fiori avviene tra i 15-16 anni. Negli ultimi 10 anni sono diminuiti i giovani che hanno provato la sostanza prima dei 13 anni (dal 5% degli anni 2009-2011 all’attuale 3%). La percentuale scende a un quarto per gli studenti superiori che consumano la cannabis in modo esclusivo. Sono circa 150.000 gli studenti tra i 15 e i 19 anni che sono risultati positivi al CAST (Cannabis Abuse Screening Test) e che, per le quantità e le modalità di utilizzo della sostanza, potrebbero necessitare di un sostegno clinico per gestire le conseguenze del consumo. Eventualità che però non si è verificata visto che l’utenza dei servizi per le tossicodipendenze in trattamento per uso primario di cannabis rappresenta l’11% del totale mentre i ricoveri ospedalieri da imputare a questa sostanza costituiscono il 5% di quelli direttamente droga-correlati.

 ➡ Cocaina

I dati relativi alla cocaina descrivono una situazione apparentemente stabile, i quantitativi di sostanza sequestrata e i prezzi al dettaglio (per una spesa di 6,5 miliardi) non sono cambiati negli ultimi due anni e, anche se le percentuali dei giovanissimi sono in leggera diminuzione (2,8% rispetto al 3,4% del 2017), dopo la cannabis, è la sostanza maggiormente consumata dai poli-utilizzatori.

La cocaina oltre a esser la sostanza maggiormente rilevata nei fermi sulle strade, risulta essere la sostanza per cui oltre un terzo delle persone inserite nelle comunità terapeutiche del privato sociale e un quinto di quelle nei servizi pubblici inizia un percorso terapeutico-riabilitativo.

Si è inoltre registrato un aumento della percentuale di principio attivo da una concentrazione media del 33% del 2016 al 68% nell’ultimo biennio. Aumentate del 10% le denunce alle Autorità Giudiziarie per i reati di cosiddetto spaccio e associazione finalizzata al traffico illecito (artt. 73 e 74 DPR 309/1990). Simile tendenza in aumento anche per le ospedalizzazioni e i decessi direttamente correlati al consumo di cocaina.

 ➡ Oppiacei

Si è sfiorata per poco la tonnellata di eroina intercettata dalle Forze dell’Ordine (principio attivo mediamente superiore del 18% rispetto al 2017). Si segnala un incremento dei ricoveri del 28% e del 6% dei decessi correlati alluso di oppiacei (non necessariamente illegali).

Oltre all’aumento della purezza della sostanza si evidenzia un aumento del prezzo medio di spaccio che il raddoppio delle denunce per associazione finalizzata al traffico. Aumenta inoltre il numero dei giovanissimi che l’hanno provata: gli studenti tra 15 e 19 anni che hanno utilizzato eroina almeno una volta nella vita sono passati dall’1,1% del 2017 all’1,5%. La prevalenza stimata degli utilizzatori ad alto rischio nella popolazione generale tra i 15 e i 64 anni aumenta con un tasso che, dal 2013 al 2017, passa da 4 a 6 soggetti ogni 1.000 residenti.

Le nuove sostanze continuano a rappresentare un fenomeno che appare e scompare e che sfugge alle analisi del Governo.

Non si evidenzia chiaramente quale sia il numero totale dei consumatori, li si suddivide per gruppi. Visto il sostanziale consolidamento dei consumi è ragionevole ipotizzare che non ci si discosti dagli otto milioni rilevati l’anno scorso e che tra questi il 75% consumi cannabis e il rimanente 25 diviso tra due terzi di cocaina e il resto di eroina (con ancora pochissima attenzione alle sostanze sintetiche, se si esclude la cannabis sintetica).

Comunque sia di stime, dati, informazioni e (inutili) elenchi di (altrettanto inutili) attività di prevenzione ci sono ma nessuno – dicasi nessuno – ne discuterà formalmente in quel Parlamento che è il destinatario della Relazione. L’intero esercizio si conclude con l’invio (se va bene) di una copia cartacea alla Camera e una a Senato perché le commissioni competenti ne prendano atto. Non un minuto dei lavori parlamentari verrà dedicato a tutto questo lavoro.

I dati della Relazione del Governo non si distaccano di molto da quelli pubblicati nel X Libro Bianco Sulla Legge Sulla Droga pubblicato, quello sì per tempo, da un gruppo di Organizzazioni Non-Governative l’estate scorsa. La differenza è che la “società civile” ne discuterà pubblicamente in una Conferenza a Milano alla fine di febbraio.