106 e il Metodo Castelnuovo

La prof.ssa Emma Castelnuovo oggi avrebbe compiuto 106 anni. Pochi mesi prima di morire aveva spento 100 candeline con una freschezza di proposta didattica che è stata una costante della sua lunga e pragmatica vita. Di fronte a lei, tra i banchi, sono passati intellettuali  come Paolo Mieli, Ignazio Visco, Walter Veltroni e Nanni Moretti.

Figlia di Guido Castelnuovo – matematico a cui è intitolato il dipartimento di Matematica della Sapienza di Roma – e nipote di Federico Enriques, matematico anch’egli, ma soprattutto uno dei maggiori storici della matematica ed epistemologi italiani, si può di certo definire una figlia d’arte immersa  in un ambiente scientifico e politico fortemente stimolante. Lo zio Federico Enriques fu uno dei massimi protagonisti della dispunta con Gentile e Croce che sostenevano la non importanza della cultura scientifica e la sua “inferiorità” rispetto a quella umanistica.

È proprio lo zio a portare Emma Castelnuovo a conoscenza dell’opera del francese Clairau. Les Element de Geometrie diventeranno uno stimolo e alla fine un metodo per un insegnamento della matematica ma, nello specifico, della geometria. La manipolazione degli oggetti come base della comprensione dei costrutti geometrici, l’osservazione di una impalcatura, di un albero e di tutto ciò che costituisce la nostra vita quotidiana come approssimazione di un quadrato, di un rettangolo e di conseguenza delle loro “naturali” proprietà e relazioni.

Siamo a fine anni 40, un’Italia devastata dalla guerra, una famiglia ebraica: Emma prima, nel 1938, aveva vinto la cattedra di insegnante di scuola media per poi doverla lasciare in seguito all’approvazione delle leggi razziali, anni ad insegnare alla scuola Israelitica fino al 1943, quando i Castelnuovo riescono a fuggire ai rastrellamenti nazisti.

Tra le macerie, anche fisiche, la fuggevolezza del presente e l’incertezza del futuro affiora, come un’alba di speranza, il metodo Castelnuovo che è stato uno strumento non solo per rialzarsi ripartendo dalle proprie passioni e dalla necessità, quasi fisica, di comunicarle ma uno strumento di missione didattica e pedagogica e sociale: quel tentativo eroico e romantico, di offrire una possibilità a noi stessi, agli altri e di conseguenza all’intera società, che solo un nuovo metodo può offrire.

 

«… obiettivo principale del corso di Geometria intuitiva è suscitare, attraverso l’osservazione dei fatti riguardanti la tecnica, l’arte e la natura, l’interesse dell’alunno per le proprietà fondamentali delle figure geometriche e, con esso, il gusto e l’entusiasmo per la ricerca. Questo gusto non può nascere, credo, se non facendo partecipare l’alunno nel lavoro creativo. È necessario animare la naturale e istintiva curiosità che hanno i ragazzi dagli 11 ai 14 anni accompagnandoli nella scoperta delle verità matematiche, trasmettendo l’idea di averlo fatto per se stessi e, dall’altra parte, far sentire progressivamente la necessità di un ragionamento logico.»

Geometria intuitiva per le scuole medie inferiori, Roma, Carabba, 1949

 

Il link del blog di Emma Castelnuovo

http://emmacastelnuovo.blogspot.com/p/emma-castelnuovo.html