A 20 anni dalla legge 39/1999 che originariamente prevedeva la realizzazione di strutture residenziali di cure palliative, i cosiddetti Hospice, il quadro che esce dall’ultima relazione al Parlamento del Ministero della Salute non è confortante.
Se in Italia erano presenti 231 strutture nel 2014, nel triennio 2015-2017 queste sono diventate 240, con soli 226 posti letto aggiuntivi. La carenza rimane di ancora 244 posti letto sugli standard fissati dal D.M. 43/2007. E’ la stessa relazione a segnalare inoltre la necessità di una revisione di quegli standard, in considerazione dell’auspicabile progressivo incremento del numero di pazienti con patologie non oncologiche assistite in Hospice. Il ché peggiorerebbe ulteriormente il quadro della non rosea situazione delle cure palliative in Italia.
Va segnalata inoltre una forte disomogeneità tra le Regioni, con alcune (Lombardia, Emilia Romagna, Lazio) in surplus di strutture e altre (Piemonte, Toscana, Campania) in forte deficit.
Segnali positivi emergono invece se si analizza l’incremento del numero di pazienti in fase terminale assistiti al proprio domicilio. Se nel 2015 questi erano 33.138, nel 2017 sono diventati 40.849.
Se ci soffermiamo a verificare lo stato delle Reti di cure palliative e terapie pediatriche, la situazione osservabile è gravemente insufficiente. Ad oggi sono solamente tre gli Hospice pediatrici attivi (in Veneto, Basilicata e Piemonte) e solo ulteriori 5 risultano in fase di costruzione/attivazione. Solamente in 5 Regioni è poi presente una rete di assistenza domiciliare pediatrica specialistica in terapia del dolore e cure palliative, assente nel resto del territorio nazionale.
Qual è quindi la principale problematica che impedisce la diffusione sul territorio nazionale delle terapie del dolore? Se da una parte c’è un problema organizzativo, il Ministero della Salute punta il dito verso un’ancora insufficiente e disomogenea offerta formativa per gli operatori sanitari di cure palliative.
APPROFONDISCI QUI LA SINTESI DELLA RELAZIONE AL PARLAMENTO A CURA DI LUCREZIA FORTUNA
QUI LA RELAZIONE IN VERSIONE INTEGRALE
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