Si è conclusa da poco (ha luogo di norma nel mese di ottobre di ogni anno) la riunione dei membri del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) dell’Associazione Italiana Ricerca Cancro (AIRC) da cui emerge la graduatoria dei progetti di ricerca oncologica meritevoli di ricevere un finanziamento. I membri di tale comitato sono 28, sono coordinati da un Direttore Scientifico, restano in carica tre anni, sono rinnovabili e sono riconosciuti scienziati di grande prestigio nei loro rispettivi campi. Svolgono la loro opera in AIRC a titolo gratuito. Sulla base di un lungo ed accurato processo di valutazione da parte di esperti revisori nazionali ed internazionali, prendono le decisioni finali su quali proposte di ricerca debbano essere finanziate. Queste decisioni possono non essere immediatamente comprensibili al concorrente: non è raro che un progetto venga bocciato dal CTS in presenza di commenti sostanzialmente favorevoli dei revisori.
Non è vietato ai membri del CTS (o ai loro collaboratori) presentare proposte di ricerca in risposta al bando in cui operano come selezionatori. È loro responsabilità personale dichiarare la sussistenza di eventuali conflitti di interesse. In tali casi, il conflitto di interesse viene gestito da AIRC nel modo seguente: durante le riunioni, i membri del CTS non possono partecipare alla discussione delle proposte per le quali si trovano in conflitto di interesse e ad essi viene richiesto di lasciare la stanza. Viene da chiedersi che cosa succeda al loro rientro nella stanza…
Se il membro del CTS in qualche modo venisse a conoscere l’esito del proprio progetto (cosa non così difficile che avvenga nonostante sia formalmente vietato), potrebbe questo influire sulle sue successive determinazioni? Che uscire dalla stanza sia una misura possibilmente insufficiente per gestire il conflitto di interesse dei membri del CTS AIRC, viene suggerito dall’osservazione che nel corso dell’ultimo triennio (2015-2017), la percentuale di membri del CTS che ha ricevuto un cospicuo finanziamento dall’AIRC per le proprie ricerche è statisticamente molto significativa (superiore al 90%). Non è certamente qui in discussione il valore scientifico di quelle ricerche o di chi le svolge.
È invece in discussione l’eticità, o quanto meno l’opportunità che chi siede nella commissione che valuta e prende le decisioni finali, possa partecipare alla competizione, nonostante esca dalla stanza nel momento in cui si trovi in conflitto di interesse. Il buon senso suggerirebbe piuttosto che egli/ella si astenesse dal partecipare alla tornata concorsuale in cui opera da selezionatore/trice.
Anche in termini di trasparenza, AIRC potrebbe sicuramente migliorare: la richiesta alla sua Direzione Scientifica di rendere disponibili i dati relativi alle proposte non finanziate (utili ad esempio per determinare la correlazione statistica tra essere coautore in una pubblicazione di un membro del CTS e la probabilità di ottenere un finanziamento AIRC) è caduta nel vuoto…
Forse è giunto il momento che conflitto di interesse e trasparenza in ricerca scientifica siano regolate un po’ meglio di quanto siano attualmente (vedi la proposta di legge). E quest’anno come sarà andata? Lo sapremo a fine novembre quando la lista dei progetti finanziati da AIRC sarà resa pubblica.
Guido Frosina si è laureato in Scienze Biologiche presso l’Università e la Scuola Normale Superiore di Pisa nel 1981. Ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Genetica presso l’Università di Ferrara nel 1987. Ha svolto ricerche in campo oncologico presso l’Institut Gustave Roussy – France, l’Imperial Cancer Research Fund – UK e dal 1987 è Dirigente Sanitario presso l’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova. Si occupa attualmente di radioterapia dei tumori cerebrali e di qualità ed integrità della Ricerca.