La Consulta deve decidere: ma, a guardar bene, a proposito di che?
Dj Fabo era perfettamente lucido. Era pienamente informato. Era assistito. Nessuno lo condizionava. Era malato, non fragile, voleva dire basta, ma il suo corpo lo impediva.
Dj Fabo non poteva fare ciò che era un suo diritto, come per Eluana, come per Piergiorgio. Concludere la propria esistenza, quando lo si vuole liberamente, è un diritto.
Marco è stato il corpo obbediente di cui Fabo aveva bisogno, perché il suo corpo non gli obbediva.
Ma se non vi è stata violenza, non vi è stato condizionamento, non vi è stata fragilità da difendere, quale bene giuridico è protetto dalla norma penale per la quale è stato mandato a giudizio Marco Cappato?
Quella norma è incostituzionale, sarà detto con forza in aula, per tanti motivi. Non ultima, l’irragionevolezza di una sanzione messa lì a difesa del niente.
Avvocato civilista, militante dei diritti civili. Coautore de La cicogna e il codice.
Membro dei collegi difensivi davanti alla Corte Costituzionale che hanno ottenuto le declaratorie di illegittimità costituzionale del limite dei tre embrioni e del divieto di eterologa relativamente alla fecondazione assistita, e che hanno sostenuto la necessità del matrimonio per le coppie del medesimo sesso.
Membro del collegio difensivo che ha ottenuto dal Consiglio di Stato la declaratoria di illegittimità della giunta regionale lombarda Formigoni per mancato rispetto delle quote di genere.