La Ministra Fedeli annuncia 400 milioni per la ricerca di base

Ministra Fedeli

Un budget di 250 milioni che passa dalle casse dell’Istituto italiano di tecnologia (IIT) di Genova per andare a finanziare la ricerca di base, ossia quella sviluppata dalle università. L’operazione è stata decisa dal governo Gentiloni.

L’esecutivo, ha spiegato la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli nel suo intervento al Forum Ambrosetti di Cernobbio, ha deciso di destinare 400 milioni alla ricerca di base, 250 milioni dei quali verranno attinti dalle disponibilità liquide dell’Iit di Genova, quello cui è stata affidata la regia del nuovo polo di ricerca nell’ex area Expo alle porte di Milano. Secondo Fedeli il prelievo «non è affatto una penalizzazione».

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La soluzione non mette a rischio il progetto dello Human Technopole, che è finanziato con altri fondi su quel che resta dell’evento Expo. Lascia tuttavia l’amaro in bocca all’istituto ligure considerato un polo di eccellenza. Al forum Ambrosetti i vertici dell’Iit – il presidente Gabriele Galateri e il direttore scientifico Roberto Cingolani – non hanno commentato la scelta del governo Gentiloni.

«Ho già fatto un accordo con l’Iit di Genova, con il suo presidente e il suo direttore, abbiamo fatto un incontro più o meno a maggio con cui Iit mette 250 milioni a disposizione del Miur. Noi ne abbiamo trovati altri 150 milioni dentro le varie possibilità di capitolo di spesa», ha spiegato la ministra a margine del lavori di Cernobbio.

«Sono 400 milioni che, per una decisione e per responsabilità del Miur, mettiamo sulla ricerca di base quindi sui Prin (Progetti di ricerca di interesse nazionale), che vuol dire alla ricerca più importante, pura, libera per le università, con una particolare attenzione ai giovani ricercatori che possano entrare».

Alla domanda se il taglio rappresentasse un sacrificio pesante per l’Iit, il quale riceve, fino ad oggi, ogni anno circa 98 milioni di euro, pari all’1% dell’investimento pubblico in ricerca, Fedeli ha replicato: «Non è affatto una penalizzazione. Dobbiamo ragionare sulla ricerca a livello di tutto il Paese».