Gianfranco Spadaccia, il mio giudizio sul dibattito interno all’area radicale

Intervento di Gianfranco Spadaccia, membro della direzione dell’Associazione Luca Coscioni 

Sarò all’estero per una settimana e rientrerò a metà giugno. Il 30 e 31 maggio ho però partecipato a un seminario, che era stato opportunamente sollecitato e richiesto da Emma Bonino nell’ultimo comitato di Radicali Italiani, che si è svolto a Parma la prima settimana di maggio. Al seminario hanno partecipato dirigenti e militanti di Radicali Italiani, di Associazione Luca Coscioni, Certi Diritti, Non c’è Pace senza Giustizia, e quindi le associazioni che la maggioranza del congresso di Rebibbia ha di fatto preteso di espellere dal Partito Radicale.

Al seminario hanno costantemente partecipato, come era già avvenuto in altre circostanze e anche a Parma, Benedetto Della Vedova e Carmelo Palma, promotori della iniziativa Forza Europa, convergente con una analoga iniziativa (Europe first) promossa da Radicali Italiani. Eravamo inoltre presenti Emma Bonino, Roberto Cicciomessere, io e, per il solo primo giorno del seminario, Lorenzo Strik Lievers e Mario Staderini dal quale è venuto un utile contributo ad una riflessione e al dibattito sulla grave crisi della e delle democrazie che dobbiamo sottrarre al rischio, che tutti corriamo, di semplificazioni, di fughe in avanti e sommarie liquidazioni.

Era legittimo temere che l’assenza di qualsivoglia organismo unitario e occasione di consultazione si risolvesse, nella autonomia di ciascuna organizzazione e perfino , su alcuni temi, nella loro rispettiva e legittima concorrenzialità, in una pericolosa spinta centrifuga, produttiva solo di divergenze e perfino di divaricazioni politiche e organizzative. Invece – io credo – sia le azioni messe in atto da ciascuno dei soggetti (fino a ieri e, per quanto mi riguarda, tuttora “costituenti” del Partito Radicale) sia il dibattito che si è svolto a Roma in una albergo, essendoci preclusa la sede storica del Partito, hanno rivelato una concorrenzialità positivamente convergente verso analisi, volontà e obiettivi comuni. Ne sono testimonianza le iniziative prese da Radicali Italiani sull’Europa, con “Ero straniero” e con la raccolta di firme per la radicale modifica della legge Bossi-Fini, per il rilancio dell’antiproibizionismo, quelle prese nell’ultimo anno dall’Associazione Coscioni, l’arresto a Mosca di Yuri Guaiana, le iniziative di disubbidienza civile di Mina Welby e Marco Cappato, ed anche l’iniziativa referendaria sul trasporto pubblico a Roma presa da Radicali Roma.

Non è un “bicchiere mezzo pieno”. E’ un giudizio positivo su due giorni di dibattito e di lavoro comune, di cui chi mi conosce sa che non sottovaluto le difficoltà non solo politiche e di comunicazione ma anche logistiche e finanziarie che dobbiamo affrontare e che siamo riusciti ad aggravare in maniera demenziale con le scelte compiute a Rebibbia (per tutti, dico, e non solo per i partecipanti al seminario). Così come credo tutti conoscano la gratitudine silenziosa ma reale che nutro, nutriamo, per coloro che in ciascuna associazione e movimento si sono assunti responsabilità e compiti così gravosi e difficili. Il seminario, che è stato registrato e che non so se e quando sarà messo a disposizione di chi volesse ascoltarlo, si è concluso senza alcun documento e comunicato. Proprio per questo tuttavia, prima di partire, ho voluto rendere nota questa mia valutazione e questo giudizio. Nonostante tutto, andiamo avanti con fiducia e speranza.