Guerra alla droga nelle Filippine: la gente ha paura della polizia

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Roma, 16 marzo 2017 – 7.000 persone uccise in pochi mesi e uno schema di ‘scambio’ dove se il presunto colpevole non viene trovato è il coniuge o un suo parente a essere arrestato. Questa la situazione emersa dalle parole della Vice Presidente delle Filippine, On. Maria Leonor “Leni” Girona Robredo, che denuncia la violazione di diritti umani e dà voce alla disperazione delle comunità più povere del Paese: “La campagna ha preso di mira le comunità più povere, che vengono radunate con la forza e perquisite senza mandato in luoghi come campi da basket, dove le donne vengono separate dagli uomini, le persone con i tatuaggi raggruppate in un angolo” – afferma l’On. Leni Robredo. Molti cittadini si son rivolti alla vice-presidente per denunciare che non si fidano più della polizia. “La nostra gente si sente senza speranza e impotente, intrappolata in uno stato d’animo di paura che tutti dovremo prendere sul serio”, ha aggiunto l’On. Robredo.
La Vice Presidente filippina è intervenuta al l’incontro sulle esecuzioni extra-giudiziarie nelle Filippine per denunciare le migliaia di vittime della cosiddetta politica di “controllo della droga”, organizzato da Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica insieme alla DRCNet Foundationin occasione della 60esima sessione della Commissione ONU sulle Droghe tenutasi questa settimana a Vienna, grazie al sostegno dell’Internazionale liberale e della Drug Policy Alliance.
Qui il video del suo contributo: https://www.youtube.com/watch?v=gfEPvxu8kSA
Marco Perduca, dell’Associazione Luca Coscioni, ha ricordato come grazie al lavoro di Alison Smith dell’organizzazione Non c’è pace senza giustizia, “vi siano sufficienti elementi per attivare la giurisdizione della Corte Penale internazionale e avviare delle indagini indipendenti per i crimini contro l’umanità commessi da polizia ed esercito filippino. Anche se nessuno Stato si vorrà assumere la responsabilità di farlo, lo faremo secondo le procedure previste dalla Corte dell’Aia come organizzazioni non-governative”.
Filomena Gallo, Segretario dell’Associazione Luca Coscioni, ha denunciato come “con la scusa della ‘guerra alla droga’, nelle Filippine si commettono crimini gravissimi e si silenzia l’opposizione. Auspichiamo che tutti i paesi europei si attivino per porre fine alle esecuzioni extragiudiziarie nelle Filippine, che a oggi hanno fatto oltre 7.000 morti, e persuadano quel Paese a non re-introdurre la pena di morte.”
Le esecuzioni extragiudiziali, incoraggiate pubblicamente dal presidente Duterte, mostrano come la guerra alla droga sia una seria minaccia per i diritti umani e lo stato di diritto. Le autorità filippine dovrebbero avviare immediatamente le indagini e perseguire i responsabili.” – ha affermato Alison Smith della sede a Bruxelles delle ONG Non c’è Pace Senza Giustizia.
Il numero di persone uccise nei primi 8 mesi del governo Duterte ha già superato il numero dei morti registrato durante il primo anno della dittatura di Marcos. Occorre che le autorità aprano delle inchieste ufficiali.” – Chito Guascone, presidente della Commissione per i diritti umani della Repubblica delle Filippine.
Figure autoritarie e populiste sono in aumento in tutto il mondo, la violenta guerra alla droga di Duterte dimostra a cosa si possa arrivare se si sacrificano i diritti umani sull’altare della sicurezza.” David Borden, direttore esecutivo di StoptheDrugWar.org, Fondazione DRCNet.