Il futuro è iniziato

Il futuro è iniziato non appena ci siamo rimboccati le maniche

Filomena Gallo in quest’articolo d’inizio anno su LEFT immagina il futuro, a partire da cosa la politica dovrebbe fare fin da subito, fin da questo 2017, ricordando che le persone non possono più attendere, i diritti non possono più attendere: ce lo ha insegnato il leader radicale Marco Pannella, che ha già indicato la strada per il futuro sostenendo che il diritto non serve se non aiuta a vivere meglio l’esistenza.

Il futuro era ieri. E’ iniziato nel momento stesso in cui lo abbiamo immaginato e ci siamo rimboccati le maniche per costruirlo così come lo avremmo voluto. Certo non sempre siamo riusciti a vedere il nostro sogno completamente realizzato, ma andiamo avanti perché sappiamo bene che qualunque azione iniziamo ricadrà inevitabilmente sui giorni a seguire.

Nel 2016 Nature ha provato a immaginare le conseguenze che potranno avere sulle generazioni future le decisioni prese oggi. Un esercizio che farebbe bene anche alla politica. Alcune decisioni infatti dovranno pur essere prese, perché lasciare le cose come stanno significherebbe chiudere gli occhi davanti ai problemi che assalgono il pianeta. Non possiamo più ignorare fenomeni come povertà, cambiamenti climatici, esodi di massa, conflitti.

E non possiamo nemmeno più trascurare i cosiddetti temi etici che riguardano direttamente la vita delle persone, i loro corpi: da tutto quello che riguarda la nascita fino alla morte senza trascurare ciò che accade a un individuo tra questi due momenti. Marco Pannella ha segnato la strada verso il futuro, di cittadini e di classe politica, quando ha messo al centro delle iniziative radicali la frase «la vita del diritto per il diritto alla vita».

Questo riconoscimento del diritto continua e continuerà ad essere al centro dell’attività di quell’associazione, soggetto costituente del Partito radicale che Luca Coscioni volle far nascere nel 2002 dandogli il suo nome. L’associazione promuove l’affermazione del diritto alla scienza ma anche la possibilità di: accedere alle cure liberamente; sbloccare la ricerca sulle cellule staminali embrionali; avere accesso senza proibizioni alla fecondazione assistita; vedere affermate libere scelte nel morire; restituire libertà di movimento alle persone con disabilità, eliminando le barriere e rinnovando gli ausili rimborsabili; finanziare la scienza sulla base della trasparenza e del merito.

Per raggiungere questi obiettivi chiediamo al Legislatore un’assunzione di responsabilità e al più presto l’approvazione almeno di quegli atti già pronti o incardinati. Si tratta di sei punti:

1. tornare e modificare il nomenclatore delle protesi rimborsabili, escludendo tramite stralcio dal meccanismo delle gare gli ausili per i quali è necessario il coinvolgimento della persona disabile;

2. riformare la composizione del Comitato Lea;

3. destinare ai Progetti di ricerca di interesse nazionale (Prin) gli oltre 430 milioni di euro non spesi dall’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova;

4. approvare la legge sul testamento biologico ora all’esame della Camera;

5. approvare la legalizzazione della cannabis per tutti gli usi su cui l’associazione Luca Coscioni con Radicali Italiani e altre realtà antiproibizioniste hanno raccolto circa 68 mila firme per una proposta di legge di iniziativa popolare;

6. prorogare la moratoria sul divieto di utilizzo del modello animale per studi sugli xenotrapianti d’organo e sul meccanismo d’azione delle sostanze d’abuso.

Nel 2016 abbiamo ricordato i dieci anni dalla scomparsa di Luca Coscioni e di Piergiorgio Welby, due militanti radicali che hanno usato il proprio corpo per arrivare al cuore della politica. Per il 2017 ci auguriamo che questo Parlamento voglia affermare, al di là di schieramenti precostituiti, la sovranità dei cittadini anche (o “almeno”, potremmo dire) sul proprio corpo, per esercitare le proprie libertà superando la concezione di uno stato paternalista.

Ma dovrà esserci un legislatore attento all’affermazione di diritti fondamentali che non possono più essere ignorati.