La carica dei 109 Nobel contro Greenpeace: “L’opposizione agli Ogm è criminale”

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109 premi Nobel per la Medicina e la Chimica (ma anche per la Fisica e l’Economia) hanno scritto un appello con cui chiedono a Greenpeace di smetterla con la sua opposizione ideologica agli Ogm. La lettera chiede di porre fine a una campagna, quella contro gli Ogm, che impedisce di salvare la vita e migliorare le condizioni di salute di milioni di persone.

Roma. Più di cento, 109 per adesso ma il numero è in aumento, premi Nobel per la Medicina e la Chimica (ma anche per la Fisica e l’Economia) hanno scritto un appello con cui chiedono a Greenpeace di smetterla con la sua opposizione ideologica agli Organismi geneticamente modificati (Ogm). La lettera, indirizzata alla importante associazione ambientalista, alle Nazioni Unite e ai governi di tutto il mondo, chiede di porre fine a una campagna, quella contro gli Ogm, che impedisce di salvare la vita e migliorare le condizioni di salute di milioni di persone. Il caso emblematico citato dagli studiosi è quello del Golden Rice, il riso modificato geneticamente per favorire l’assunzione di vitamina A, che può curare milioni di persone nei paesi in via di sviluppo dalla carenza di vitamina A che causa inibizione della crescita, deformazione della struttura ossea e cecità. “Esortiamo Greenpeace e i suoi sostenitori a riesaminare l’esperienza degli agricoltori e dei consumatori di tutto il mondo con le colture e gli alimenti migliorati attraverso la biotecnologia, a riconoscere i risultati di autorevoli organismi scientifici e delle agenzie regolatorie, e ad abbandonare la loro campagna contro gli Ogm in generale e il Golden Rice in particolare”, scrivono i Nobel.

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Soffrono di deficit di vitamina A, secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, 250 milioni di persone in tutto il mondo, tra cui il 40 per cento dei bambini sotto i cinque anni nei paesi in via di sviluppo: è la principale causa di cecità infantile, che colpisce circa 500 mila bambini, la metà dei quali muore entro un anno dalla perdita della vista. La lettera è nata su input di Richard Roberts, direttore scientifico del New England Biolabs, e di Phillip Sharp, vincitore nel 1993 del premio Nobel per la Medicina per la scoperta dello splicing dei geni. Tra i firmatari ci sono scienziati come James Watson, che ha scoperto la struttura del Dna, o come il genetista italiano Mario Capecchi, suo allievo e Nobel nel 2007. “Le organizzazioni che si oppongono alla coltivazione moderna, con Greenpeace in testa, hanno ripetutamente negato questi fatti e si sono opposte alle innovazioni biotecnologiche in agricoltura. Hanno dato una rappresentazione ingannevole di rischi, benefici e impatti, e hanno sostenuto la distruzione criminale di progetti di ricerca ed esperimenti sul campo approvati”. Si tratta di un’accusa che ci riguarda direttamente, perché anche in Italia ambientalisti e governo hanno fatto distruggere oltre 30 anni di ricerche su alberi da frutto su cui aveva lavorato il prof. Eddo Rugini dell’Università della Tuscia.

Nel nostro paese è persino proibita la ricerca in campo aperto sugli Ogm, sul tema la scienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo ha presentato una mozione a favore della libertà di ricerca, però accantonata e ignorata dal governo. Nel loro appello gli scienziati ricordano che “le agenzie scientifiche e regolatorie di tutto il mondo hanno ripetutamente e coerentemente riconosciuto le coltivazioni e gli alimenti migliorati attraverso la biotecnologia come ugualmente sicuri, se non più sicuri, di quelli derivanti da qualsiasi altro metodo di produzione. I loro impatti ambientali hanno dimostrato più volte di essere meno dannosi per l’ambiente e un vantaggio per la biodiversità mondiale”. Proprio il mese scorso, su questi temi, si erano pronunciate le National Academies of Sciences, Engineering and Medicine, ovvero l’insieme delle accademie che svolgono consulenza scientifica indipendente per il governo americano, con uno studio molto ampio, che ha analizzato tutta la letteratura scientifica sul tema degli ultimi venti anni, e che ha confermato, ancora una volta, che gli Ogm sono sicuri per l’uomo e l’ambiente.

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Secondo le National Academies non c’è differenza tra le colture ogm e quelle non ogm. Anzi, paradossalmente, vista la mole di analisi e controlli a cui vengono sottoposti, si hanno molte più informazioni e garanzie sui cibi geneticamente migliorati rispetto a quelli convenzionali. La lettera dei 109 Nobel si chiude con un invito a Greenpeace a “cessare la sua campagna contro il Golden Rice” e gli Ogm in generale e con l’invito ai governi di tutto il mondo a “respingere la campagna di Greenpeace” perché “l’opposizione basata sui dogmi e sulle emozioni, ma contraddetta dai dati, deve essere fermata”. La chiusura dell’appello è molto dura e invita tutti, dagli ambientalisti alle istituzioni, ad assumersi le proprie responsabilità: “Quanti poveri nel mondo devono morire prima che noi consideriamo tutto questo un crimine contro l’umanità?”. Greenpeace ha risposto alle accuse dicendo che “le aziende stanno facendo pressione sull’importanza di questo riso per aprire poi la strada ad altre colture geneticamente modificate e più redditizie” (tutti i Nobel sarebbero quindi in combutta con le multinazionali) e che la soluzione alla malnutrizione “è data da una variegata e sana dieta”. Insomma, se i poveri non hanno pane, che mangino brioches.