My Voice My Choice: la più grande mobilitazione europea per il diritto all’aborto

My Voice my choice

Con la Giornata internazionale per l’Aborto sicuro, si chiuderà la mobilitazione di raccolta firme in tutta Italia iniziata il 16 settembre

Sono stati oltre 200 eventi gli eventi organizzati in tutta Europa con un solo obiettivo: raccogliere 1 milione di firme in almeno 7 Stati membri

Da Berlino a Roma, a Praga e a La Valletta, oltre mille volontarie e volontari si sono uniti nella più grande raccolta firme in Europa per i diritti riproduttivi, nell’ambito della campagna My Voice My Choice, di cui l’Associazione Luca Coscioni è promotrice in Italia, in vista della Giornata Internazionale per l’Aborto Sicuro del 28 settembre. Obiettivo: 1 milione di firme per  chiedere alla Commissione Europea e ai nuovi membri del Parlamento Europeo di proteggere i diritti all’aborto in Europa.

Con un’ondata di sostegno senza precedenti, l’iniziativa, promossa da oltre 200 organizzazioni in Europa (di cui 30 in Italia) è diventata la più rapida petizione alle Istituzioni Europee nella storia. Con oltre 580.000 firme raccolte da aprile, ha superato le soglie minime di firme in ben 10 Stati membri.

Oltre mille volontarie e volontari si sono iscritti tramite il sito web e hanno organizzato azioni di raccolta firme in presenza in oltre 200 località diverse, tra il 16 e il 28 settembre.

“Sono oltre 80 gli eventi organizzati in Italia in sole 2 settimane – è un risultato importante per il diritto all’autodeterminazione individuale, verso la creazione di una coalizione internazionale per un’Europa dei diritti e delle libertà, in alternativa all’Europa “Dio, Patria e Famiglia” che alcuni vorrebbero imporre”, dice Marco Cappato dell’Associazione Luca Coscioni, che ha supportato l’iniziativa.

La campagna “My Voice My Choice” si concentra sul rafforzamento dei diritti riproduttivi in tutta l’Unione Europea. Il suo obiettivo principale è quello di istituire un meccanismo di finanziamento specifico dedicato a garantire a tutte le donne e le persone dell’UE l’accesso ai servizi di aborto e all’assistenza sanitaria riproduttiva. Il fondo dell’UE sosterrebbe le persone nei Paesi in cui l’aborto non è disponibile, come in Polonia e a Malta, e in cui non è gratuito, come in Austria e in Germania, nonché nei Paesi in cui l’aborto è legale ma non facilmente accessibile, come ad esempio in Croazia e in Italia. Inoltre, il programma sosterrebbe le donne delle comunità emarginate che in alcuni Paesi non hanno accesso all’assicurazione sanitaria e a cure abortive sicure. Non impatterebbe sulla legislazione nazionale.

 ➡ Secondo SWG, il 75% degli italiani è favorevole all’aborto

Da una recente indagine effettuata da SWG per l’Associazione Luca Coscioni, emerge che il 75% del campione intervistato è favorevole all’aborto. Di questo, la quasi totalità (il 90%) ritiene che la legge attualmente in vigore sia da migliorare. In particolare, il 55% considera importante garantire l’accesso alla interruzione volontaria di gravidanza (IVG) farmacologica, permettendo l’autosomministrazione del secondo farmaco, il misoprostolo, a domicilio, come avviene nel resto del mondo, evitando dunque il ricovero.

Dall’indagine emerge anche come solo il 25% degli italiani  non ritiene l’aborto un diritto a livello nazionale (il 36% tra chi vota FDI, 29% Lega, 26% Forza Italia). La legge ultraquarantennale per la maggior parte degli italiani è da modificare: solo per il 12% in senso più restrittivo, per il 69% in modo migliorativo (nonostante  i principali partiti di maggioranza e opposizione siano contrari a modificare  la legge) in termini di accesso alla interruzione volontaria di gravidanza e tutela al diritto all’autodeterminazione e alla salute (62% FDI, 61% Lega e FI).