Filomena Gallo interviene sulle Linee guida sulla PMA: “Nessuna novità”

“Rispecchiano la giurisprudenza costituzionale” spiega la Segretaria dell’Associazione Luca Coscioni, che aggiunge: “Ora bisogna lavorare per eliminare le disuguaglianze territoriali e gli ultimi divieti presenti nella legge 40”

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“La pubblicazione delle Linee guida sulla procreazione assistita da parte del Ministero della Salute è sicuramente una cosa positiva, visto che per legge devono essere aggiornate almeno ogni tre anni. Tuttavia, il contenuto rispecchia il documento su cui ha già lavorato il precedente Governo e cui io stessa, insieme ad altri esperti, ho partecipato. Si tratta infatti di un adeguamento alla giurisprudenza costituzionale e quindi alle più recenti sentenze della Consulta che hanno cancellato ulteriori divieti della legge n. 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita (PMA)”, ha dichiarato Filomena Gallo, avvocata e segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni. Gallo ha contribuito negli ultimi 20 anni, assistendo le coppie nei Tribunali, a eliminare molti divieti della legge 40, tra cui il divieto di eterologa e il divieto che impediva l’accesso alla PMA alle coppie fertili ma portatrici di patologie genetiche, avvenuto il 14 maggio 2015, quindi esattamente 9 anni fa.

“Tale adeguamento è però già avvenuto nella pratica perché, per esempio, è stata ripristinata la tecnica con donazione di gameti (l’eterologa); è stato rimosso il limite dei tre embrioni producibili e l’obbligo di un unico e contemporaneo trasferimento in utero. È stato, come già detto, aperto l’accesso alla PMA alle coppie fertili portatrici di patologie genetiche. Inoltre, non costituisce più reato la selezione degli embrioni per la tutela della salute della donna. Tutte le tecniche sono già erogate in applicazione delle sentenze di incostituzionalità della Consulta” ha proseguito Gallo.

Continua, poi: “Dobbiamo evidenziare che purtroppo non è inclusa nelle linee guida la possibilità di preservazione della fertilità anche per uomini e donne che non siano all’interno di un ciclo di fecondazione medicalmente assistita, che affrontano cure chemioterapiche o sono affette da altre patologie che possono determinare infertilità ( pag. 17/23 Sez. VII, n. 7) in un momento in cui gli stessi dati ministeriali evidenziano la tendenza in aumento della maternità in età più adulta.

Chiediamo inoltre che siano rimosse tutte le disuguaglianze territoriali legate alla sanità regionale, che ancora non consente un equo accesso a queste tecniche su tutto il territorio italiano, e chiediamo che il nomenclatore tariffario sulla fecondazione assistita, pubblicato in Gazzetta ufficiale nel giugno 2023, entri senza ulteriori rinvii in vigore. Ora occorre eliminare gli ultimi divieti della legge 40, a 20 anni dalla sua emanazione, e non lavorare per introdurre nuovi divieti che sono contro la famiglia e la tutela dei nati, come invece leggiamo nei disegni di legge a modifica della legge 40 all’esame in Senato.

Con il team legale dell’Associazione Luca Coscioni siamo nuovamente nei tribunali per la donazione alla ricerca scientifica degli embrioni non idonei per una gravidanza, per affermare il diritto alla scienza, per rimuovere il divieto di accesso alla procreazione medicalmente assistita per donne single e coppie dello stesso sesso, per garantire l’accesso a tutte le tecniche di PMA a carico del Sistema sanitario nazionale su tutto il territorio. Abbiamo proposto una legge sulla regolamentazione della gravidanza per altri (GPA) solidale, oltre al lavoro per il pieno riconoscimento del rapporto di filiazione dei nati. Da 20 anni nei tribunali abbiamo ottenuto interventi della Consulta e della Corte EDU, che hanno cambiato la legge 40 in assenza di un legislatore che voglia legiferare per tutti” ha, infine, concluso la segretaria dell’Associazione Luca Coscioni.