Intervento di Stefania Giannini all’XI Congresso Coscioni

Questo bellissimo messaggio mi spinge a ripartire da questa riflessione ringraziando prima di tutto gallo e cappato e portarvi un saluto del ministero che mi onoro di dirigere e approfittare di questa occasione per una breve riflessione sul tema della ricerca, del collegamento tra la ricerca innovazione e competitivita’ e anche in chiusura due riflessioni sul rapporto tra la ricerca e la liberta’ di pensiero, uno degli argomenti non sempre approfondito nelle tavole rotonde e nei tanti convegni 

In cui mi trovo ad ascoltare e riferire ma che a mio parere da umanista sono il vero fondamento delle riflessioni che si applicano ai vari domini del sapere.

Ricerca e innovazione, competitivita’, la presenza di nicolais, lo dico ricordando una filiera che e’ cara non solo al cnr, ma a tutta la nostra tradizione anche piu’ recente della ricerca scientifica italiana e che in questo periodo l’italia sta cercando di promuovere e di sottolineare come priorita’ assoluta nel ruolo di presidenza della unione europea. Mi permetto di sottolineare una distinzione che non e’ solo lessicale e semantica ma di domini di applicazione e di ricaduta di questa filiera che noi dobbiamo cercare di costruire con metodi e strumenti che brevemente sintetizzero’ nel caso italiano. Cioe’ gli obiettivi di crescita e di sviluppo. La crescita e’ una categoria quantitativa e una categoria fondamentale perche’ non solo si superi il dramma di una crisi che ormai da 5 anni ha cambiato l’orizzonte dei paesi cosiddetti avanzati ma rimesso anche in discussione alcune certezze, il continente europeo ha consolidato nel corso dei decenni dalla pace come bene duraturo e non discutibile, penso agli eventi che alle frontiere dell’europa ci sono, una condizione di welfare che sembra un patrimonio consolidato si’ ma sempre piu’ soggetto a usura se non cambiando le regole del nostro modello di sviluppo.

Lo sviluppo e’ una categoria che riguarda il progresso della scienza, della democrazia, che riguarda la possibilita’ direi la necessita’ di collegare il mondo della ricerca con la societa’ e con il miglioramento delle condizioni di vita della societa’. Quindi io credo che crescita e sviluppo debbano essere due parole che sempre piu’ entrano nel nostro vocabolario e che anche in una posizione come quella della mia vita rappresento cioe’ di rappresentanza politica devono avere anche di obiettivi. Che cosa abbiamo come paese in questo momento di migliore e maggiore opportunita’ rispetto ad altri momenti della nostra storia? Abbiamo la condizione di essere responsabili sul piano della visione strategica e sul piano delle condizioni politiche di un momento di transizione tra una vecchia commissione europea e una nuova commissione che sta per insediarsi e di un nuovo parlamento che e’ gia’ costituito, io come i miei colleghi ministri ho avuto l’occasione di riferire nelle due commissioni che sono di mia pertinenza, quella che riguarda la ricerca l’innovazione e la competitivita’ e quella che riguarda l’istruzione.

Significa che l’italia puo’ e deve dare un indirizzo strategico per i prossimi 7 anni di programmazione non solo dei fondi che sono fondi, ricordiamolo, significativi, la strategia 2020 mette a disposizione quasi 80 miliardi di euro, l’unico capitolo insieme alla mobilita’ studentesca che ha avuto un incremento sensibile in questo nuovo bilancio europeo.

Dall’altra parte una responsabilita’ piu’ politica e e’ quella di accompagnare una fase transitoria, saluto e vedo emma bonino che ha avuto tra le altre molte importanti incarichi nella sua carriera, proprio un forte impegno a livello europeo e quindi potra’ confermare che il momento della transizione puo’ essere un vacumm, che puo’ dare indirizzo meno legato alla dimensione scientifica, due responsabilita’ politiche, due condizioni speciali che ci incombono un cambio anche di modalita’ di pianificazione della ricerca nazionale e la prima e fondamentale che stiamo applicando in questi giorni nella stesura e redazione definitiva del piano nazionale delle ricerche e’ la perfetta sintonia coerenza tra il perimetro europeo e quindi non solo i temi indicati dalla strategia europa 2020 ma anche gli obiettivi di carattere sociale, culturale che il settennio dovrebbe portare a tutta l’europa.

Questo allineamento e’ passato, e sta passando per una serie di scelte che ci diversificano rispetto alla pianificazione fatta nei precedenti 7 anni, cito alcuni casi specifici di interesse per chi in questo pubblico credo si interessa anche attivamente e professionalmente di ricerca scientifica, le sollecitazioni che sono venute in risposta al bando che il precedente ministro, ministro profumo aveva due anni fa proposto alla comunita’ scientifica nazionale, e che sono moltissime e che sono molto eterogenee abbiamo ritenuto di indirizzarle in 12 pilastri tematici che rispondono alle cosiddette sfide di orizzonte 2020 che vanno a definire i grandi temi che sono il cambiamento climatico, la sicurezza, la gestione migratoria, al tema non trascurabile, non casuale della gestione del patrimonio culturale e della sua conservazione che per la prima volta rientra con questa importanza nel piano generale delle policy di ricerca europea. Questo significa pncrragionare di metodi che sono mutati in questa fase significa ricercare anche una complementarieta’ finanziaria tra i fondi nazionali che saranno assegnati, una quantita’ sicuramente non paragonabile a quanto il dottor pani ha citato per il campo medico, se ho ben capito, statunitense, ma che hanno una consistenze di un miliardo e 700 milioni per il miur, piu’ i fondi strutturali, complementarieta’ finanziaria significa metture in una filiera sintonica fondi nazionali, europei e regionali, perche’ il terzo livello di governance della politica della ricerca sono ormai con una ragionevole presenza i territori regionali, stamattina ho partecipato presso la regione lazio a un seminario sullo spazio, uno degli asset fondamentali per la strategia dei prossimi 7 anni, in questa occasione il network nereus che prevede la presenza di 24 differenti regioni in tutto il continente ha presentato il lancio di una piattaforma infrastrutturale che e’ gestita e pensata dalle singole regioni.

Quindi, sintonia tematica, sintonia di governance, finanziaria sui tre livelli che ho detto per arrivare al raggiungimento di tre fondamentali obievi che riassumo: lo sviluppo e la attrazione di un capitale umano altamente qualificato che possa investire la propria intelligenza, un patrimonio che dobbiamo considerare prezioso e quantificabile rispetto ai patrimoni tangibili, e la propria carriera scientifica in italia e in europa. Il secondo punto, l’identificazione di un numero limitato di filoni di ricerca che non escludono le ricerche di nicchia ma che non devono portare a una dispersione di fondi e di risorse come in molti casi e’ avvenuto nel passato.

Terzo elemento, molto importante, su cui almeno nel nostro paese c’e’ ancora molto da fare, la giusta sollecitazione a costruire un migliore partenariato pubblico-privato nel finanziamento della ricerca, quando diciamo che l’italia e’ fanalino di coda e in qualche caso e’ solo una verita’ oggettiva, un dato di fatto, nel finanziamento pubblico della ricerca non possiamo trascurare che nelle classifiche internazionali, in posizioni imbarazzanti nel reperimento di fondi privati nella ricerca scientifica.

Questi due mondi devono essere sollecitati e rientrare in un progetto che abbia obiettivi comuni.

Ultimo tema per concludere ma non ultimo nella gerarchia di importanza almeno dal mio punto di vista che abbiamo messo tra le priorita’ e’ quello che dicevo il rapporto fondamentale tra scienza e societa’.

In termini descrittivi e divulgativi forse e’ il tema piu’ facile sia da raccontare che da descrivere, in termini di programmazione e di indicazione di obiettivi e’ il tema forse piu’ promettente e piu’ carico 

Di ricadute per il miglioramento della qualita’ della vita, per il miglioramento del rapporto tra ricerca e democrazia che e’ alla base di studi qualificati che citero’ nel chiudere questo breve saluto.

Il ruolo della scienza nella gestione dei rischi globali, l’innovazione sociale come punto di contatto tra la scienza di base e il cambiamento quotidiano delle nostre abitudini anche a seguito dell’investimento della popolazione, uno dei piu’ vistosi punti del continente europeo e il terzo, non ultimo, la disseminazione e i programmi di sostegno alla vocazione scientifica e alla rivalutazione sociale del ruolo del ricercatore, si diventa ricercatori anche perche’ non c’e’ cosi’ diffusa una sensibilizzazione soprattutto presso i giovani dell’importanza di questo ruolo nella societa’. Credo che se noi riusciremo quest’ultimo dossier, che riguarda i tre filoni che ho detto, rapporto scienza-societa’, a svilupparla al meglio e a mettere nella dovuta evidenza, venendo il messaggio da un paese come l’italia il concetto e’ semplice ma non sempre ben declinato, anche in paesi che investono grandi segmenti di pil in questo settore, liberta’ della ricerca significa garanzia di potere perseguire progetti e idee senza limitazioni di carattere ideologico, senza barriere di carattere politico ma anche culturale, se noi riusciamo a ribadire questo concetto a livello nazionale ma anche europeo ecco che forse avremmo fatto uno dei passi non trascurabili anche io cito corbellini che scienza, quindi democrazia, uscito un paio di anni fa su questo tema.

E un altro libro nell’edizione italiana abbastanza recente, 2012, della ricercatrice statunitente martha newband, “not for profit”, la ricerca scientifica, qualunque sia il dominio di applicazione ha bisogno di un alimento che viene anche da una cultura umanistica e da una riflessione specifica sul rapporto tra ricerca, liberta’ di pensiero e democrazia.

Questo cercheremo di metterlo in evidenza anche nella riunione ministeriale che chiudera’ il semestre a dicembre a bruxelles. Grazie.