Intervento di Emilia Grazia De Biasi all’XI Congresso Coscioni

Avrei voluto toccare molti temi che sono stati esaminati nella bella relazione di filomena, purtroppo i tempi sono tanto stretti, sui titoli siamo molto d’accordo, perche’ stiamo cercando di aprire varchi nelle istituzioni cosa non semplice come sapete, per riuscire a affrontare problemi che non sono indifferenti, quello che riguarda la non autosufficienza, deve diventare il cuore della legge di stabilita’, l’anno scorso noi abbiamo fatto una piccola spending personale all’interno del bilancio per capire quanto si potesse tirare fuori da eventuali sprechi o sovravalutazioni di alcune voci e abbiamo presentato un emendamento e abbiamo tirato fuori 75 milioni, un piccolo lavoretto, questi 75 milioni sono andati in un fondo comune sulla non autosufficienza che e’ presso il ministero del lavoro, perche’ questo paese lavora in 

Un modo un po’ strano, dovremmo batterci per l’eliminazione di alcuni finanziamenti, noi diciamo ricerca perche’ diversamente io sono d’accordo con luigi nicolais dobbiamo cercare di moltiplicare i luoghi che danno finanziamento, le possibilita’ di finanziamento, sappiamo anche perfettamente pero’ che deve essere lo stato a dare l’impulso maggiore perche’ dove c’e’ il pubblico arriva anche il privato, dove il pubblico non c’e’ il privato non arriva.

Questo e’ storico ormai in tutto il tema della spesa.

Vi chiedo lavoriamoci insieme anche in previsione della legge di stabilita’, cerchiamo di capire, penso particolarmente ai gravissimi, quindi a persone e a famiglie che non possono continuare a essere abbandonate a se stesse in una solitudine molto ma molto pesante, ricerca significa anche trasparenza per quel che mi riguarda, scientificita’, appropriatezza e non magia.

Non essendoci davvero tempo mi fermo sul tema della legge 40, tema di attualita’, la fecondazione eterologa, mi duole dovere dire alla signora ministro che io non sono d’accordo con lei perche’ anche oggi pomeriggio 

Nuovamente ha detto che c’e’ bisogno di una legge. Io dico la sentenza e’ chiarissima, non c’e’ vuoto normativo e quindi le linee guida possono e devono essere emanate il piu’ rapidamente possibile. Certo, poi c’e’ un’altra parte che e’ su temi, faccio l’esempio, livelli essenziali di assistenza, e’ una voce di bilancio, e’ complicato che si faccia in una linnea guida, ovviamente, il parlamento faccia la sua parte, noi siamo pronti unitariamente, siamo tutti d’accordo, questo pezzo si puo’ fare per legge. La definizione del registro dei donatori nazionali si deve fare per legge, lo faremo per legge, ma non ci si puo’ nascondere dietro a una direttiva europea, al suo recepimento, che e’ scritto si fa per regolamento, altrimenti mi viene il sospetto che bisogna mettere le donne in sicurezza, le si mette talmente in sicurezza che la fecondazione eterologa non si fa.

Quindi, il lavoro che noi dobbiamo fare nei prossimi giorni e’ la stesura di una legge su questi grandi temi, quelli piu’ quadro, ma continuare a chiedere che rapidamente vengano fatte le linee guida perche’ le regioni sono in una situazione di difformita’ spaventosa, non e’ possibile che la sentenza della corte dica che non deve esserci disparita’ economica e c’e’ una regione in cui costa 300 euro fare fecondazione eterologa e c’e’ la lombardia, la mia regione che invece dice: ognuno faccia quello che vuole. Non e’ giusto, c’e’ la costituzione italiana, c’e’ l’articolo tre e non possiamo nel campo della salute perche’ di salute stiamo parlando e non di ideologia, non possiamo essere i primi a consentire disparita’ cosi’ grandi. So che ci sono anche altri temi, diagnosi pre impianto, sono anni che discutiamo, sono passi in avanti che dovremmo fare per togliere anche quella patina trementa di crudelta’ e sfiducia nelle persone, perche’ e’ questo l’altro grande tema etico che ha a che fare con la ricerca.

Secondo punto, ne parlera’ bene luigi manconi, la revisione del nomenclatore, va assolutamente fatto, nel patto per la salute delle regioni c’e’, credo che su questo dovremmo impegnarci seriamente ma credo che sia possibile, evitiamo che diventi la guerra fra i poveri, evitiamo che l’aggiornamento del nomenclatore significhi la repressione dei livelli essenziali di assistenza.

Se sono male impiegati sulla parte socio-assistenziale, rischiamo di deprimere la ricerca che in questi campi e’ indispensabile per un tema molto serio che ha a che fare con un altro tema che e’ il fine vita.

Il fine comune e’ quello della dignita’, perche’ credo che ci debba essere la dignita’ del nascere, la dignita’ nel vivere e la dignita’ nel morire.

Con questo posso dirvi che la commissione del senato, io sono impegnata su questi temi ma e’ un filo che teniamo da tanti anni anche grazie a radio radicale, penso che dobbiamo andare avanti con tenacia sapendo che alla fine la ragione vince sull’oscurantismo, la scienza sulla magia e la dignita’ nella persona su tentativi di dittature etiche che sono di tempi che non vorremmo piu’ ricordare.