Intervento di Luigi Manconi all’XI Congresso Coscioni

Non e’ una dimenticanza, aspetto l’esito del congresso per essere persuaso dalle conclusioni a rinnovare la mia iscrizione. 

E’ una scelta razionale, non magica come e’ stato appunto detto. 

Io parlo certamente come parlamentare, come presidente della commissione per la tutela dei diritti umani del senato, ma parlo appunto come iscritto all’associazione luca coscioni e come convinto militante di questa associazione da ormai 10 anni. E pensando appunto a una serie di tematiche che gia’ sono state tutte evocate, emerge proprio uno scadenziario puntuale e fortemente politico che ha accompagnato il decennio e che mi ha visto aderire, partecipare con convinzione, solidarizzare, spesso promuovere insieme mobilitazioni e campagne che tutte ruotano intorno a una questione fondamentale che costituisce poi il senso profondo della mia adesione alla associazione luca coscioni. 

Penso alla battaglia per il testamento biologico, penso a questa tematica cosi’ cruciale che ha questo nome appunto che sembra esotico e misterioso – nomenclatore – e che costituisce una delle contraddizioni piu’ crudeli della vita sociale del nostro paese e insieme una delle manifestazioni piu’ insensate del baratro che separa classe politica da sofferenza dei pazienti. E su questo voglio anche dire che, grazie all’importantissimo contributo che su questo tema la dottoressa agati da’ alla nostra riflessione, insieme all’associazione luca coscioni, abbiamo deciso un’iniziativa alla quale vogliamo dare grande rilievo per il mese di ottobre, perche’ davvero penso che si possa affermare senza alcuna esplosione di rabbia, ma con la serenita’ che deriva dalla consapevolezza di una iniquita’ che si protrae nel tempo che la pazienza e’ davvero finita su questo tema. Un’altra questione fondamentale: quella della fecondazione eterologa. Io ho presentato dui disegni di legge scritti con l’associazione luca coscioni e penso che in questa battaglia davvero l’importanza che ha avuto il lavoro di filomena gallo sia qualcosa che costituisce una autentica lezione politica per come si possa agire anche al di fuori delle sedi istituzionali, trasferire nella sfera pubblica i bisogni collettivi, utilizzare un repertorio d’azione che aggredisce il tema, che passa attraverso 

Cio’ che i canali consentono in questo caso l’ordinamento giudiziario, le sentenze, la giurisprudenza, la corte costituzionale, e, parola decisiva, vincere. 

Questo io penso sia davvero qualcosa di molto significativo. Ma ancora, recentemente, ho avuto modo di partecipare alla conferenza stampa che presentava questa ricerca sulle barriere architettoniche, che e’ un’altra di quelle quetstioni che appunto evidenzia, ripeto ancora questa formula, perche’ per me e’ davvero significativa: una contraddizione cosi’ lacerante e cosi’ crudele. Stiamo parlando di una legge che ha piu’ di 25 anni, pensate, piu’ di un quarto di secolo, e che risulta cosi’ ottusamente ignorata, non applicata, producendo quotidianamente sofferenza, dolore, iniquita’, immobilizzando centinaia di migliaia di persone, bloccandone l’autonomia, impedendone la loro manifestazione di soggettivita’, le loro scelte, le loro stesse opzioni di vita. 

Ecco, cos’e’ che a mio avviso tiene insieme tutte queste battaglie, le altre che pure sono state evocate? E che infine a questo passaggio importante, in questo primo risultato che abbiamo ottenuto sulla questione della cannabis terapeutica: su questo c’e’ una parentesi molto importante che voglio evidenziare. Dall’inizio della mobilitazione che ha portato all’esito positivo di cui si e’ detto, io ho avuto la massima cura nel sottolineare ogni volta una sorta di premessa ineludibile. Una sorta di glossa che accompagnava questa nostra proposta. La glossa e’ la seguente: fatto salvo l’intangibile diritto dei malati all’autocoltivazione medica personale. 

Bene, questo che io ritengo sia un principio fondamentale che ha a che vedere appunto con quello che costituisce il fondamento dell’associazione viene rafforzato dal fatto che poi finalmente, e ci sono voluti otto lunghissimi anni di attesa, una legge dello stato. Abbiamo sentito le parole del sottosegretario, e’ prossimo a trasformarsi in qualcosa di concreto, dunque in un’iniziativa che finalmente mette in pratica un dispositivo che gia’ la legge del 2007 consentiva. 

Cosa tiene insieme tutto questo? 

Tiene insieme qualcosa di fondamentale. Stiamo parlando di battaglie, di controversie, di mobilitazioni, di conflitti, tutti giocati intorno alla questione fondamentale, quella del corpo. Ecco, questo e’ il cuore di ogni riflessione e il cuore di ogni conflitto che noi siamo in grado di attivare e il cuore di ogni conquista che con tanta fatica siamo in grado di ottenere, perche’ ancora una volta, e io lo faccio per l’ennesima e convintissima volta, lo slogan, la parola d’ordine, quella che e’ la dichiarazione costituiva dell’associazione luca coscioni “dal corpo dei malati al cuore della politica” ha trovato ancora una volta la sua verifica piu’ importante. Tutto cio’ ruota intorno alla questione del corpo, alla tutela della sua integrita’, alla affermazione dei suoi diritti e, a ben vedere, a quello che costituisce il fondamento dei diritti e delle garanzie, ovvero la dignita’ umana. Ma la dignita’ umana ha la sua base, la sua origine, il suo tratto costitutivo, la sua fonte primaria proprio nella capacita’ di porre il corpo umano come sede dei diritti fondamentali, come tratto essenziale della dignita’. Puo’ essere il corpo mutilato, puo’ essere il corpo offeso, puo’ essere il corpo malato, puo’ essere il corpo rattrappiato, ma e’ quello che costituisce il centro stesso dell’identita’ umana e questo non va dimenticato, perche’ da’ al nostro agire una forza che altrimenti non avremmo. Ecco, io non ho molte altre cose da dire. Io penso che l’associazione luca coscioni in questi ultimi anni sia stata un importantissimo soggetto politico. Non e’ una contraddizione in termini, non e’ una forzatura. Si puo’ essere soggetto politico anche nella 

Forma dell’associazione di liberi aderenti, si puo’ essere soggetto politico anche fuori dalle istituzioni rappresentative, si puo’ essere soggetto politico anche senza disporre di un gruppo parlamentare, perche’ sarebbe ben miope e, come dire, regressiva l’idea che si possa fare politica, questo e’ un messaggio perverso che ci viene trasmesso, solo esclusivamente attraverso le istituzioni rappresentative, quelle locali o quelle nazionali. Essere soggetto politico e’ esattamente questo: individuare quelle tematiche che stanno dentro la vita sociale, che di questa vita sociale rappresentano un elemento di contraddizione dolorosa o un’ipotesi di emancipazione, che dentro questa vita sociale rappresentano un’idea di mobilitazione collettiva o un progetto che si possa perseguire e poi di queste tematiche fare occasione di mobilitazione, di pressione istituzionale, di conflitto sociale. Bene, questo ha fatto l’associazione luca coscioni in questi anni e io per questo sono un convinto aderente, ancorche’ per pochi minuti, perche’ ritengo che l’associazione, filomena gallo con queste sue battaglie in apparenza cosi’ appartate, svolte pensate voi da un avvocato di salerno, diciamolo, queste battaglie hanno influito con una capacita’ potente laddove non arrivava la capacita’ dei grandi partiti, ha smosso le opinioni, ha imposto questa necessita’ di misurarsi con le stesse contraddizioni delle norme, evidenziadole e poi ottenendo quegli straordinari risultati che sono stati ottenuti. 

Ecco, io penso che questo faccia di questa associazione, lo dico con profonda convinzione, uno dei piu’ efficaci e seri soggetti politici del nostro paese. E allora io penso che tutto questo vada coltivato con cura, con amore e con sollecitudine. Credo cioe’ che abbiamo un cammino ancora molto faticoso da compiere, un terreno certamente irto d’ostacoli, pero’ sono convinto che davanti a noi ci sia ancora la possibilita’ di compiere grandi mobilitazioni, di fare alleanze importanti, di ottenere conquiste. Quando si dice liberta’ di ricerca scientifica e su questo voglio concludere, pensate alle parole. Io sono innamorato delle parole, sono un maniaco patologico compulsivo delle parole. Pensate a questa formula che noi usiamo continuamente, che scriviamo in tutti i documenti, che sta sullo sfondo dei convegni: ricerca scientifica. Ma la ricerca e’ un dato formidabile dell’identita’ umana, cioe’ la volonta’, la capacita’, la curiosita’ di muoversi, di indagare, di investigare, di sperimentare. Questa e’ la ricerca. La volonta’ di toccare con mano, di controllare e insieme di cercare nuove strade. Poi la scienza che e’ quell’aspetto dell’intelligenza individuale e collettiva che puo’ essere quel fattore straordinario di emancipazione dell’umanita’ che sappiamo, oltre a essere ovviamente anch’essa piena di insidie, di minacce e di pericoli. Ebbene, pensate liberta’ di ricerca scientifica: stiamo parlando in realta’ ne’ piu’ ne’ meno che di liberta’ umana, perche’ non esiste liberta’ umana, non esiste identita’ umana, non esiste essere umano che non abbia questa vocazione alla ricerca e questo desiderio di conoscenza e scienza. Grazie.