«Stamina, una banda a caccia di soldi» Chiesto il processo per Vannoni e soci

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Corriere della Sera
Mario Pappagallo

Da 20 a 13 le richieste di rinvio a giudizio. Udienza fissata per il 4 novembre. Forse in una maxi aula, perché il caso Stamina rischia di fare giurisprudenza. Bocciato dalla scienza, complicato dalla politica, «promosso» da alcuni giudici del lavoro, contrastato dalla magistratura penale. E, mentre il comitato scientifico nominato dalla ministra Beatrice Lorenzin ancora prende tempo, potrebbe essere proprio l’udienza del 4 novembre il momento clou di questa storia all’italiana. Dove c’è anche un giudice del lavoro che obbliga un ospedale pubblico ad accettare una biologa estranea alla struttura, Erica Molino, e per la quale ieri è stato richiesto il rinvio a giudizio, a «guidare» medici dipendenti del servizio sanitario in compiti deontologicamente rifiutati. Sono quasi 40 mila le pagine del fascicolo del procuratore Raffaele Guariniello che hanno portato alla richiesta di rinvio a giudizio per lo psicologo Davide Vannoni e altri 12. Dopo la chiusura indagini, molte persone sono state sentite o risentite dagli inquirenti e, secondo indiscrezioni, sarebbe stato confermato il ruolo di Vannoni ipotizzato dal pm. Oltre all’associazione a delinquere e alla truffa aggravata (ai danni di persone e ai danni della sanità lombarda), c’è l’esercizio abusivo della professione medica, la diffamazione e la sostituzione di persona Guariniello contesta, inoltre, a vario titolo anche ad altri indagati, la somministrazione di farmaci diversi da quelli dichiarar, il commercio di prodotti medicinali imperfetti, l’abuso d’ufficio per i medici di Brescia Quattro indagati, in particolare, rischiano più degli altri: Van-noni (ideatore del progetto Sta-mina), il suo vice nella Fondazione, Marino Andolina (a lui è contestato anche il peculato), la biologa Erica Molino, l’imprenditore Gianfranco Merizzi, presidente della società Medestea che si proponeva di diffondere (guadagnando) il metodo Van-noni nel mondo. Se ci sarà processo, rischiano fino a 21 anni. Guariniello, in realtà, il processo a Stamina lo ha già fatto, concludendo che la miracolosa cura di Vannoni, con le sue biopsie e i suoi reimpianti di cellule, non ha prodotto benefi – ci e, anzi, ha fatto registrare un 20-25% di «eventi avversi». Davanti al giudice ci sarà quella che l’indagine dipinge come una vera e propria «banda disposta a tutto pur di fare quattrini»: pazienti trattati come «cavie» (mi quelli censiti), offensive mediatiche, manifestazioni di piazza. La difesa di Vannoni mette sul tavolo le circa «180 ordinanze dei tribunali del lavoro» che hanno ordinato agli Spedali Civili di Brescia di continuare con le infusioni. In un caos totale che ha portato anche i familiari del piccolo Daniele, 7 anni, affetto dal morbo di Niemann Pick, a denunciare i vertici degli Spedali Civili: avevano ottenuto da un giudice di Matera il permesso di procedere, ma a Brescia, dice il papà del bimbo, «hanno fatto in modo che non succedesse». Ma per un giudice che autorizza le cure ce ne sono altri che le negano: un magistrato torinese, intervenendo su un ricorso, ha addirittura definito Stamina un caso di «ciarlataneria». Fuoco incrociato tra magistrati, mentre il mondo guarda perplesso a quanto accade in Italia dove le toghe ordinano ciò che la scienza boccia Le altre richieste di rinvio a giudizio. Filone bresciano: Ermanna Derelli, direttore sanitario degli Spedali Civili; l’oncologo pediatra, Fulvio Porta; la responsabile del coordinamento ricerca e membro del Comitato etico, Carmen Terraroli; la responsabile del laboratorio, Arnalda Lanfranchi; Carlo Tomino, dell’ufficio ricerca e sperimentazione dell’Aifa (Agenzia italiana per il farmaco), imputato di concorso in diffusione di medicinali imperfetti. Filone torinese: Leonardo Scarzella, Marcello La Rosa, Roberto Ferro, Andrea Losana. Escono di scena: i biologi ucraini Vyacheslav Klimenko e Olga Shchegelska; Luigi Bistagnino (socio di Vannoni nella Re-Gene Sri); Mauro Delendi, ex direttore del Burlo Garofalo di Trieste; Gabriele Tomasoni, anestesista degli Spedali Civili; il biologo Giuseppe Mauriello Romanazzi; il medico Luciano Ettore Fungi, deceduto. Commenta Vannoni: «In aula ci difenderemo». E intanto chiede su Facebook una colletta: «Servono con urgenza seimila euro altrimenti saremo fermi». Spiega all’Ansa: «Serviranno a pagare le spese di viaggio, almeno uno stipendio alla biologa Molino (non retribuita da dicembre) e all’acquisto di ciò che serve a preparare l’infusione». L’Ordine dei medici di Trieste, intanto, rende noto che ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti del vice di Stamina Foundation Marino Andolina.