Commento alla Sentenza della Corte Costituzionale sulla “fecondazione eterologa” di Anna Pia Ferraretti

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Anna Pia Ferraretti

Commento alla sentenza di Anna Pia Ferraretti, a nome dei medici, dei biologi e di tutto il personale di SISMER .

E’ veramente  con  grande passione  che leggo la notizia della illegittimità costituzionale del divieto di fecondazione eterologa  medicalmente assistita, la cui definizione corretta è in realtà   “donazione  di ovociti e spermatozoi “.

Ma è molto grande anche il rammarico che provo  pensando alle decine di migliaia  di coppie italiane  che si sono dovute recare  “ silenziosamente” all’estero in questi  ultimi 10 anni.  Molte di loro hanno sicuramente avuto un figlio( e sono quindi  già felicissime), ma posso immaginare che sentano un po’ di  “ rabbia” per avere subito le conseguenze fisiche, psicologiche  ed economiche di una normativa  costituzionalmente  illegittima. Per loro, questa sentenza della Corte Costituzionale,  avrà almeno l’effetto immediato di “ liberarle” dalla percezione di avere  eseguito un trattamento considerato  “illegittimo” nel loro Paese, e non solo dal  legislatori della Legge 40, ma anche dal Referendum Popolare del  2005. Allora non fu possibile  chiarire alla opinione pubblica    che  la donazione di ovociti e di spermatozoi  non era  il “ far west” che alcuni descrivevano,  ma  un trattamento medico consolidato da oltre 30 anni,  lecito e regolamentato in numerosissimi Paesi nel mondo, che permette di avere un figlio a coppie che per motivi medici ( malattie pregresse, terapie tossiche, menopausa precoce, condizioni congenite ) o per una  infertilità  legata ad una età riproduttiva della donna superiore ai 40,  hanno come unica possibilità quella di ricevere la donazione di gameti.  

Ma non pensiamo più al passato, del   quale tanto nessuno si assumerà responsabilità, e guardiamo avanti.

La prima  cosa da ricordare a tutti  (e sottolineare costantemente)  è che  la donazione di gameti , in quanto trattamento medico, è e deve essere eseguita in osservanza alle linee guida delle Società Scientifiche Europee e delle Direttive Europee  esistenti da anni. La  regolamentazione vigente in Europa giustamente “ vieta” che la donazione di gameti diventi una “ commercializzazione” di gameti, impone che vengano posti dei limiti alla età massima della ricevente donna , che vengano messe in atto tutte le misure mediche e tecnologiche note e consolidate  per la “ protezione” dei donatori/donatrici e dei riceventi. 

La seconda cosa importante è che  anche in Italia  potremmo “ ricominciare” a parlare liberamente della donazione di gameti  e confrontarci sui vari aspetti (non solo strettamente medici) che la donazione di gameti può sollevare,  ma questa volta per  potere  risolverli qui in Italia  nei migliori dei modi  e non per costringere le coppie italiane  a “scappare”  all’estero.

La terza ed ultima cosa è che dobbiamo subito tutti metterci all’opera per “ ricominciare” ad accogliere nei nostri centri Italiani le coppie che necessitano di donazione di gameti. Non sarà difficile da un punto di vista  clinico e tecnico, in quanto prima della Legge 40 molti centri già applicavano con successo questi trattamenti. Ma ci auguriamo che i legislatori  di riferimento rendano  subito chiare e trasparenti, e basate sul principio fondamentale di uguaglianza,  le modalità di applicazione della donazione di gameti.  Già per altre procedure, come la diagnosi genetica pre-impianto, la attuale  normativa Italiana sulla PMA  lascia adito a diverse interpretazioni e pone delle discriminazioni per le quali il nostro Paese ha già ricevuto un severo  monito  nel 2012 dalla Corte europea  di Strasburgo sui Diritti Umani. 

Un ultimo commento. Alla luce di questo nuovo “colpo” alla legge 40, sarebbe forse giunto il momento di  riscriverla completamente!