S.I.S.Me.R. plaude al pronunciamento della Corte Costituzionale

S.I.S.Me.R. – Società Italiana Studi di Medicina della Riproduzione
A seguito dei ricorsi presentati da numerose coppie di pazienti, la Corte Costituzionale si è pronunciata oggi sancendo l’incostituzionalità del divieto di applicazione delle tecniche di fecondazione eterologa previsto dalla Legge 40/2004.
Tali tecniche, che prevedono il ricorso a ovociti e spermatozoi di donatori e che sono ormai applicate nella maggior parte dei Paesi in modo efficace e sicuro, erano eseguite routinariamente anche in Italia fino al 2004, quando sono state vietate dalla Legge 40/2004, una delle normative più restrittive al mondo in materia di procreazione assistita. All’introduzione di questo divieto, è seguito un esodo di cittadini italiani bisognosi di questo tipo di trattamento verso Paesi stranieri in cui esso era permesso, con tutti i rischi ed i costi connessi.
Il pronunciamento della Corte Costituzionale, che segue numerose altre sentenze, di cui la più importante è la 151/2009 che aboliva il divieto di generare e trasferire un massimo di tre embrioni indipendentemente dalle caratteristiche dei singoli pazienti, segna il definitivo smantellamento di una normativa anacronistica e basata su posizioni ideologiche più che sul perseguimento delle migliori opzioni diagnostiche e terapeutiche per i pazienti affetti da infertilità.
“Il pronunciamento odierno della Corte Costituzionale demolisce definitivamente l’attuale impianto della Legge 40/2004, rendendo necessaria ed urgente una drastica revisione di questa normativa.” dichiara il Dr. Luca Gianaroli, Direttore Scientifico della Società Italiana Studi di Medicina della Riproduzione (S.I.S.Me.R.). “Dopo 10 anni di lotte e di sofferenza, durante i quali però non abbiamo mai perso la speranza, abbiamo finalmente assistito al riconoscimento delle nostre ragioni e siamo nuovamente in grado di fornire ai pazienti che ne hanno necessità i
trattamenti più efficaci e sicuri attualmente disponibili.”
“Contrariamente a quanto affermato dai sostenitori della Legge 40/2004,” prosegue il Dr. Gianaroli “l’abolizione di questo divieto non porterà al tanto paventato “Far West della provetta”, ma ridurrà anzi i rischi perché le coppie potranno eseguire i trattamenti nel loro Paese di origine dove potranno ricevere maggiori tutele e dove sarà garantita loro una maggiore trasparenza. “
“Questo verdetto segna la fine dell’odiosa discriminazione dei pazienti infertili attuata dalla Legge 40 e riafferma con veemenza la tutela del diritto a ricevere cure adeguate alla propria patologia.”
“Ora” conclude il Dr. Gianaroli “è necessario che, prendendo spunto da quanto fatto fino al 2004 e dalle esperienze in atto negli altri Paesi, legislatori ed esperti nel campo della Procreazione assistita collaborino attivamente alla redazione di una normativa chiara e in linea con le attuali conoscenze mediche e scientifiche che ponga nuovamente al centro gli interessi dei pazienti.”