Consulta decide su divieto eterologa; l’attesa di migliaia di coppie che desiderano solo avere un figlio

Associazione Luca Coscioni

Comunicato stampa dell’Associazione Luca Coscioni con le dichiarazioni di Filomena Gallo e Gianni Baldini, legali della coppia che si è rivolta al tribunale di Firenze e rispettivamente, Segretario associazione Luca Coscioni e  Docente università di Firenze.

Ancora una volta la Corte Cost. sarà chiamata a pronunciarsi sulla legge 40/04. Dopo che i Tribunali di Firenze, Milano e Catania hanno sollevato nuovamente la questione di legittimità costituzionale dopo il rinvio operato dalla corte nel maggio 2012 (ord. 159/2012), la Consulta dovrà nuovamente occuparsi della spinosa questione della  fecondazione medicalmente assistita di tipo eterologa,  cioè eseguita mediante utilizzo di materiale genetico di terzo donatore (quando uno dei due partner è sterile, vi è necessità di ricorrere a spermatozoi o a ovociti ”esterni” alla coppia per concepire un bambino, pratica oggi vietata in Italia).

  • Domani, 8 aprile, alle 9 l’avvocato Filomena Gallo, Segretario dell’Associazione, che rappresentava la coppia che chiedeva al Tribunale di Firenze  di accedere alla fecondazione eterologa, con l’avvocato Gianni Baldini rappresenterà l’Associazione Luca Coscioni e le associazioni di pazienti Cerco un bimbo, l’Altra Cicogna, Amica Cicogna intervenute nel procedimento pervenuto dal Tribunale di Catania.

Dichiarano gli avvocati: “Non discuteremo il procedimento per la coppia di Firenze perché non ci siamo costituiti, poiché la legge 40 ha negato alla coppia la possibilità di una famiglia con conseguenze anche all’interno della coppia stessa. Per correttezza professionale nel rispetto dei fatti accaduti non abbiamo neppure costituito le associazioni che rappresentiamo ammesse al procedimenti dinanzi al Tribunale  di Firenze, ma abbiamo presentato intervento nel procedimento sollevato dal Tribunale di Catania pubblicato successivamente in GU”.

  • Non verranno discussi in sede costituzionale il divieto di ricerca sugli embrioni e il divieto di revoca del consenso informato, in quanto la Consulta su richiesta dell’Avv. Baldini ha disposto il rinvio della discussione in attesa della decisione della Grande Camera della  Corte Europea dei diritti dell”Uomo del 18 giugno prossimo sul procedimento Parrillo c/Italia (vedova di Nassiriya che vuole donare gli embrioni del marito deceduto),  sostenuto dall’avv. Paoletti, con intervento tramite amicus curiae dell’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca e le associazioni Cerco un bimbo, Amica Cicogna, L’altra cicogna.

Il legale della coppia ricorrente Prof. Gianni Baldini aveva appunto presentato istanza di rinvio dinanzi la Consulta per costituirsi anche anche con le associazioni Madre Provetta, CECOS, Liberi di Decidere dinanzi alla Corte Edu nel caso Parrillo.

Le questioni implicate dalla metodica sono molteplici: da un lato i fautori del divieto di fecondazione eterologa  sostengono che la tecnica violerebbe il diritto del nato all’identità genetica, comporterebbe rischi di commercializzazione del corpo umano e di relazioni atipiche.

Dall’altra parte, le pronunce della Corte EDU del 2019 (SH c Austria ) e del 2010, nonché un quadro normativo che a livello europeo ammette e regola in quasi tutti i Paesi la procreazione medicalmente assistita di tipo eterologa, rilevano che si tratta di un divieto anacronistico che penalizza e discrimina proprio coloro che presentano forme di sterilità assoluta, non consente di realizzare il progetto genitoriale e di famiglia di tante coppie, impedisce l’esercizio di un diritto alla procreazione cosciente e responsabile come sancito in leggi nazionali e dichiarazioni internazionali.

Dunque il divieto generalizzato è del tutto sproporzionato rispetto alla rilevanza degli interessi in campo e ai rischi della tecnica che possono essere evitati con una adeguata normativa sul modello di quanto fatto in altri paesi europei.

Come è noto l’iter della legge 40/04 è particolarmente travagliato, essendo la stessa stata oggetto di numerose censure da parte dei tribunali di merito per le questioni inerenti: legittimità della indagine genetica di pre-impianto; libertà di accesso delle coppie fertili ma portatrici di patologie genetiche trasmissibili; crioconservazione degli embrioni sovrannumerari; numero di embrioni producibili, obbligo di contemporaneo impianto e tutela della salute della donna ( 29 interventi dei Tribunali).

Proprio a seguito della ordinanza di remissione del Tribunale di Firenze nel 2009, nel maggio 2009 con la sentenza 151/09 la Consulta dichiarava la incostituzionalità delle norme sul divieto di creazione di più di 3 embrioni, sull’obbligo di trasferimento di tutti gli embrioni prodotti in un unico e contemporaneo impianto e sul divieto di crioconservazione in caso di pregiudizio alla salute della donna. La Consulta aveva  affermato che vanno tutelate ”le giuste esigenze di procreazione”, che è prioritaria la salvaguardia della  salute della donna e che a lei, insieme al medico, spetta la decisione in merito all’ “applicazione delle tecniche di fecondazione assistita”. 

“Le coppie che questa volta hanno sollevato la questione – ricordano gli Avv.ti Gallo e  Baldini – sono affette dalla sterilità assoluta di  uno dei partner e dunque la richiesta di accedere alla  donazione di gamete rappresenta l’unica procedura medica in grado di  consentire di aver un figlio e quindi di poter perseguire un progetto  genitoriale. Il risultato dell’eventuale eliminazione del divieto di fecondazione eterologa consentirebbe all’Italia di evitare vergognosi fenomeni di turismo procreativo come accade oggi, e nel contempo permetterebbe ai propri cittadini in piena sicurezza e senza discriminazioni (spesso basate sul censo) di realizzare il proprio progetto genitoriale in condizioni di massima sicurezza”.