Stamina, il comitato perde 3 esperti

La Stampa
Grazia Longo

Meno tre. Rivoluzione nelle nomine della nuova commissione ministeriale che dovrà valutare l’efficacia e la validità del contestato metodo Stamina, sostenuto da Davide Vannoni. In tre sono destinati a perdere la poltrona sulla quale peraltro non si erano ancora accomodati in attesa del decreto che dovrebbe essere pronto per dopodomani.

Su un quarto scienziato (italiano) si sta ancora valutando, anche se con tutta probabilità si aggiungerà alla lista dei silurati. La loro «colpa»? Non risultare imparziali rispetto alle cure di Stamina e quindi potenziali obiettivi di un ricorso al Tar. II primo a saltare sarà proprio quello che avrebbe dovuto guidare i lavori: il professor Mauro Ferrari, il cervello italiano di 55 anni emigrato negli Usa, esperto mondiale di nanotecnologie applicate alla medicina. Il suo autorevole profilo accademico aveva conquistato l’attenzione della ministra della salute Beatrice Lorenzin che, il 28 dicembre scorso, lo aveva indicato come potenziale presidente del nuovo team, dopo che il Tar del Lazio aveva accolto il ricorso di Vannoni sul precedente comitato ritenuto troppo ostile a Stamina. Ma le esternazioni del professor Ferrari, in particolare durante l’intervista alle Iene, hanno compromesso irrimediabilmente il suo ruolo. L’aver definito Stamina come «il primo caso importante di medicina rigenerativa in Italia, un’occasione per il nostro Paese di assumere un ruolo di leadership straordinario» non è piaciuto ai suoi colleghi ricercatori che individualmente, o dalle pagine della prestigiosa rivista Nature, lo hanno boicottato. E soprattutto, non hanno convinto l’Avvocatura dello Stato che aveva il compito di accertare in maniera preventiva la presenza di elementi che possano provocare nuovi possibili ricorsi al Tar. Se contro il precedente comitato, bocciato dal Tar si era battuto Vannoni, contro Ferrari avrebbero potuto ricorrere al Tar i colleghi scienziati. Gli altri due studiosi che verranno sostituiti sono l’esperto di cure staminali Vania Broccoli, capo unità della Divisione di neuroscienze Stem Cell Rese-arch Institute, all’Ospedale San Raffaele Milano e il clinico esperto in terapia cellulare Antonio Uccelli, del Centro per la sclerosi multipla dell’Università di Genova e responsabile della Neuroimmunologia al Centro di eccellenza per la ricerca biomedica (Cebr). La loro estromissione dalla commissione è avvenuta per motivi diversi rispetto al professor Ferrari. Al professor Broccoli, 45 anni, è stato imputato il rischio di essere criticabile per la sua vicinanza ad altri enti di ricerca e cura con le staminali. Lo stesso Vannoni aveva già ventilato il ricorso al Tar dichiarando che «Broccoli è super finanziato da Telethon, palesemente contrario a Stamina». L’ira del patron di Stamina si era peraltro già scagliata anche contro il professor Uccelli, 50 anni, «reo» di essersi in passato più volte dichiarato perplesso e critico sul suo metodo. Sotto la lente d’ingrandimento dell’Avvocatura dello Stato c’è anche la posizione degli altri due italiani in lizza: il clinico esperto di terapia cellulare Carlo Dionisi Vici, dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma e l’esperto di sta-minali Francesco Frassoni dell’Ospedale Gaslini di Genova. Uno dei due non siederà nella commissione tecnico scientifica. Nessun problema, invece, per i due esperti americani sulle cure staminali, Sally Temple, (New York) e Curt R. Freed, (Colorado).