“Io imbrogliata da Vannoni con le cellule staminali”

A luglio comincia il ciclo di terapia: “Il 17 faccio un bonifico di 27 mila euro, e il giorno dopo andiamo a Gravedona per il carotaggio osseo. La mia bimba è stata addormentata con l’anestesia totale, ma dopo poche ore dall’intervento è stata  dimessa”. Passa un mese e arriva la fatidica telefonata: “La prima iniezione è pronta”. Denise e la sua mamma partono per Trieste al Burlo Garofolo, da Andolina: “È stato terribile. Abbiamo dovuto tenere mia figlia in tre, le hanno fatto una infusione spinale e una venosa, il tutto senza anestesia e in un luogo che sembrava di passaggio, certo non sterile”.

 

Quel che accade dopo è peggio: “La bimba ha cominciato a vomitare. Ho dovuto portarla

 

 al pronto soccorso del Regina Margherita, ma non ho detto delle staminali,  non avevo il coraggio”. Prima l’acconto e l’iniezione, poi il saldo e la seconda infusione: “Mi hanno detto che dovevo aspettare uno o due mesi per vedere miglioramenti. A ottobre, un altro ciclo. Benefici? Sembrava ammalarsi meno, ma solo ora mi accorgo che ogni passo avanti lei l’ha fatto perché è cresciuta. Ogni progresso è un successo, ma solo per merito suo”.