Bach su Stamina: “I miglioramenti non si giudicano da un video”

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Alice Pace

“Non basta dare a questi bambini le cellule staminali e fare dei video, per poi dire che stanno un po’ meglio”. Questo il parere del professor John R. Bach, esperto di medicina riabilitativa a livello internazionale presso lo University Hospital del New Jersey, che abbiamo incontrato su Skype. E con il quale abbiamo discusso del metodo Stamina, il dibattuto trattamento a base di cellule staminali che, prelevate dal midollo osseo, secondo lo psicologo e titolare della onlus Davide Vannoni, andrebbero a curare anche le più gravi malattie neurodegenerative, senza che però ci sia alcun fondamento scientifico a spiegarlo.

“Somministrare un trattamento senza usare un protocollo ben definito è una sorta di spreco”, ci ha spiegato Bach, che qualche settimana fa è stato protagonista di un servizio della trasmissione Le Iene Show dove confermava visibili miglioramenti motori nella piccola paziente Celeste Carrer, bimba colpita da una grave forma di atrofia muscolare che è diventata uno dei simboli della lotta di chi chiede l’accesso a trattamento pur senza alcuna garanzia di efficacia e innocuità, anche dopo il no alla sperimentazione.

Una lotta di cui Bach non era assolutamente al corrente, dinanzi alla quale si è dimostrato incredulo e che ha così commentato: È altamente improbabile che questa possa diventare una cura. Di fatto, non c’è nessuna possibilità: al momento non c’è alcuna malattia neurologica che noi medici siamo in grado di curare”.

Bach non nega che, dal confronto tra i video dei bambini prima del trattamento e la situazione attuale – il medico li ha visitati solo dopo le infusioni – , i movimenti dei bambini siano più energici. Ma spiega: “È un effetto delle cellule staminali? Forse. O forse no. Forse è una cosa strana successa solo a loro”, nel sottolineare che, in casi come questo, studi sistematici e su ampia scala potrebbero fornire delle risposte ma, in linea con tutta quella fetta di comunità scientifica che viene da mesi attaccata e accusata di incompetenza e corruzione, solamente se alla base c’è un protocollo validato. Ma il metodo, secondo quanto rilevato dal Comitato che ha valutato i documenti presentati da Vannoni, non avrebbe un fondamento scientifico neanche in provetta.

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