«Pericoloso per i pazienti» Stop al metodo Stamina Il ministro ferma le cure: «Non ci sono i requisiti per la sperimentazione»

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Libero quotidiano
Chiara Pellegrini

ROMA – Il metodo Stamina «non è sicuro» ed «è pericoloso», la sua sperimentazione «non può ulteriormente essere proseguita». Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ieri, ha annunciato l’interruzione della sperimentazione del metodo Stamina, messo a punto quattro anni fa da Davide Vannoni, insegnante di Ergonomia cognitiva e Psicologia della Comunicazione e portato avanti dalla sua «Stamina foundation onlus». «Mi sarebbe piaciuto molto che questa vicenda avesse avuto un epilogo diverso», ha spiegato il ministro rammaricandosi per le famiglie dei pazienti, «ma il metodo Stamina non ha i requisiti per la sperimentazione», di più, ha aggiunto, «è pericoloso per i pazienti». Una decisione, quella del ministero, che tiene conto del giudizio negativo reso dal comitato scientifico, nominato dalla stessa Lorenzin – che ha evidenziato la mancanza dei «presupposti di scientificità e sicurezza per avviare la sperimentazione» – ma del più recente parere espresso dall’Avvocatura dello Stato, che il 26 settembre ha stabilito che la sperimentazione «non può essere proseguita perchè non vengono garantiti i livelli minimi di sicurezza in base alla normativa vigente», ha chiarito il ministro.

La terapia alternativa di Vannoni consiste nel prelievo di cellule dal midollo osseo dei pazienti, la loro manipolazione in vitro e infine la loro infusione nei pazienti stessi. Non si sa molto di più. Vannoni, infatti, prima di consegnare al ministero della Salute il protocollo Stamina, ha evitato di rivelare i dettagli del suo metodo al di là di quelli disponibili nella sua domanda di brevetto, già respinta nel 2012 dall’ufficio brevetti degli Stati Uniti per mancanza di dettagli riguardo alla metodologia e per i forti dubbi circa la differenziazione cellulare. Il metodo viene indicato da Vannoni per la cura di 120 malattie neurodegenerative. Ieri il comitato ha sottolineato, invece, l’inadeguata descrizione del metodo, «mancando una descrizione del differenziamento neurale delle cellule» e del prodotto, «perchè le cellule da iniettare non sono definite in maniera corretta». Ma soprattutto «potenziali rischi per i pazienti». Vannoni, contrariato, ha annunciato, che la sperimentazione proseguirà all’estero. «Siamo caduti nel grottesco», ha detto, «non è il metodo Stamina ad essere pericoloso per i malati, bensì il ministro Lorenzin e chi sta gestendo così male questa situazione».

Secondo l’insegnante di Psicologia della Comunicazione i potenziali rischi del metodo, indicati per giustificare il no allo studio, «sono semplicemente ridicoli. Solo pretesti mal fatti». Di parere opposto la scienziata Elena Cattaneo, esperta di staminali e neo senatrice a vita, che si congratula con il ministro per «aver mostrato di volere responsabilmente tutelare famiglie e pazienti». Secondo la senatrice, infatti, la storia di Stamina «è fitta di nebbia, di nessuna prova, di dimostrato plagio, di falsificazione e di tante bugie». Di più, aggiunge: «Chi ha un metodo che “migliora” il decorso di tragiche malattie o addirittura le “guarisce” non lo pubblica su Facebook, ma lo rende semplicemente visibile e disponibile al mondo medico e scientifico così che possa essere verificato e introdotto in tutte le corsie d’ospedale». Per quanto riguarda i malati in cura presso gli Spedali Civili di Brescia, da dove è partita la sperimentazione, «pende il giudizio del Tar della Lombardia. Si attende per novembre la sentenza relativa al blocco imposto dall’Alfa», ha precisato il ministro della Salute.