Intervista a G. Golia – Stop a Stamina, non alle polemiche

Il Tempo
Andrea Acali

Bocciata. La sperimentazione del metodo Stamina non potrà proseguire. «È pericoloso» ha detto nel corso di una conferenza stampa il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, alla luce della relazione del Comitato scientifico che ha espresso all’unanimità «parere negativo sul metodo esaminato» e ha concluso che «mancano i presupposti di scientificità e sicurezza per avviare la sperimentazione clinica». Un giudizio basato su alcuni punti evidenziati nella relazione, a cominciare dall’«inadeguata descrizione del metodo, mancando una descrizione del differenziamento neurale delle cellule». Viene poi rilevata l’«insufficiente definizione del prodotto, sia perché le cellule da iniettare non sono definite in maniera corretta, sia perché non viene presentato alcun saggio funzionale che ne dimostri le proprietà biologiche». Circostanze che determinano «un problema sia di efficacia del trattamento, per la difficoltà di riprodurre il metodo, sia di sicurezza».

E ancora «i potenziali rischi per i pazienti, in specie per quanto concerne l’utilizzazione di cellule allogeniche, per la mancanza di un piano di identificazione, screening e testing dei donatori, con conseguente esclusione della verifica del rischio di malattie e agenti trasmissibili» mentre non si possono escludere «altri rischi di fenomeni di sensibilizzazione anche gravi (ad esempio encefalomielite)» dovuti anche «al fatto che il protocollo prevede somministrazioni ripetute». Ma la decisione del ministero non fa altro che alimentare le polemiche. Il caso Stamina è stato sollevato dai servizi televisivi di Giulio Golia delle «Iene». Ma la conferenza stampa della Lorenzin non gli ha certo chiarito i dubbi: «Molte nostre domande sono rimaste senza risposte. O almeno io non le ho capite». Per esempio? «Se si tratta di valutare un metodo scientifico perché non si è andati avisitare i pazienti, i risultati ottenuti fino ad ora?»

Ma perché questi risultati non sono stati portati dal professor Vannoni?

«Non credo che Vannoni abbia le cartelle cliniche.Noi le avevamo chieste agli Spedali di Brescia (dove nel 2011 è iniziato il trattamento dei pazienti con le infusioni di cellule staminali mesenchimali, ndr) ma ci hanno opposto uno pseudo-divieto del ministero. Abbiamo chiesto al ministro se sono state visionate ma sembra di no».

In realtà la Lorenzin ha detto di aver«chiesto al presidente dell’Iss Fabrizio Oleari di poter avere accesso alle cartelle cliniche dei pazienti di Brescia per farne un esame accurato e dare risposte a tutte le domande che questa vicenda lascia».Dunque?

«Il nostro non è un attaggiamento da pro o contro. Noi raccontiamo storie. Ci sono madri che vedono miglioramenti dei loro figli. Visto che il ministero della Salute ha giustamente a cuore la salute degli italiani, dovrebbe vedere prima se un metodo funziona o meno».

Ma non c’è il rischio di creare false illusioni?

«Secondo me no. Attenzione, non dico che funziona. Non abbiamo mai parlato di miracoli. Non facciamo i medici e non ho azioni di Stamina, come ha detto qualcuno. Ma se quello che dicono le famiglie ha una valenza, forse ha senso fare la sperimentazione. Ma sono io a farmi qualche domanda. Primo: è normale chiamare a far parte del Comitato scientifico persone che in precedenza si erano espresse negativamente sul metodo? Secondo: perché nessuno ha visitato i pazienti? Terzo: ci sono medici conosciuti, e non stiamo a sindacare se siano i numeri uno ma sono sicuramente professionisti validi, come Bach, Villanova e Ricordi, che hanno espresso il loro parere su alcuni pazienti: perché nessuno li ha interpellati? Bach, fin da quando visionò i filmati di Celeste, disse che per la sua patologia quei movimenti erano atipici. Villanova ha seguito Gioele prima, durante e dopo le infusioni. Ma nessuno gli ha chiesto niente. Per questo dico che i dubbi restano, sono i dubbi delle famiglie».

Però il ministero sostiene che il metodo sia pericoloso.

«Su questo ha risposto Vannoni. Però voglio evidenziare che in due anni non ci sono stati effetti collaterali. Ripeto, non sappiamo se funziona o no. Ma se c’è un miglioramento della qualità della vita forse ha un senso guardarci dentro, evitando risposte in burocratese». Intanto le associazioni che difendono i malati gravissimi, rinunite nel Movimento vite sospese, hanno annunciato una denuncia nei confronti di Lorenzin e del premier Letta, per crimini contro l’umanità. «L’accusa – si legge nella nota – prende il via da quanto è accaduto, e ancora sta accadendo, in Italia in merito alla vicenda Stamina. A prendere la decisione di denunciare il ministro sono stati il Movimento Vite Sospese ed il Movimento Base Italia, insieme ad altreAssociazioni in difesa dei malati gravi, quali Sicilia Risvegli Onlus e Viva la Vita Italia Onlus». «Il ministro Lorenzin e il suo comitato scientifico sono pericolosi per la salute degli italiani – ha dichiarato a caldo il presidente della Stamina Foundation, Davide Vannoni, alla notizia della bocciatura della sperimentazione – È una crudeltà verso 25.000 persone che ci hanno contattato».