Stamina: finalmente garanzie par i piccoli malati

Filomena Gallo

“I commenti di Stamina sulla presunta impossibilita’ di usare il suo “metodo” in GMP (Good Practices Manufacturing, ovvero Norme di Buona Fabbricazione) confermano che in fatto di “staminali” abbiamo a che fare con dilettanti allo sbaraglio, che parlano di cose che non conoscono, e anzi le usano sui pazienti. Non esiste nessun protocollo di coltura cellulare a fini terapeutici che non possa essere riprodotto in GMP. Viceversa, non esiste nessun protocollo, non riproducibile in GMP, che si possa considerare una “terapia” presente o futura. Tutto quello che e’ scritto nelle richieste di brevetto di Stamina (che tutti gli uffici brevetti hanno respinto) puo’ essere riprodotto in GMP. Vannoni dice che il “metodo” e’ proprio quello, e del “metodo” non esiste nessun altro documento. Se il “metodo Stamina” non fosse riproducibile in condizioni GMP, vorrebbe solo dire che il metodo non sarebbe utilizzabile in nessun paese occidentale, e vorrebbe anche dire che il presunto principio attivo e’ tossico. Le considerazioni sui costi sono altrettanto incredibili. Stamina vuole risparmiare sulla sicurezza dei pazienti, coltivando cellule in modo inadeguato e a costo minore. Inoltre, continua a non essere chiaro chi coprirebbe i costi: 8000 euro a paziente, per 18,000 pazienti, fa 144 milioni di euro. Chi paga, e perche’? ll Governo ha reso disponibili fondi pubblici in misura significativa perche’ la sperimentazione che molti pazienti chiedono sia fatta, e sia fatta proteggendo i pazienti e secondo la legge. Infine, Stamina non e’ un ospedale, con “liste di attesa”. I pazienti sono in attesa solo di verita’ e trasparenza. Stamina non prolunghi l’attesa”

Dichiarazione di Filomena Gallo, Segretario Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica.