Stamina, metodo Italia?

Sole 24 Ore domenica
Armando Massarenti

Una delle espressioni più abominevoli della storia della filosofia è sicuramente il detto heideggeriano, amatissimo nel nostro Paese, secondo cui «la scienza non pensa». Ma ad osservare certi comportamenti e certe decisioni del nostro governo “tecnico” viene il sospetto che a non pensare sia la tecnica. A riprova del fatto che scienza e tecnica non sono la stessa cosa (e a dispetto del fatto che a mio parere anche la tecnica dovrebbe pensare, e che di solito lo fa). Il colmo della mancanza di pensiero, e di scientificità, lo ha raggiunto il ministro della Salute Renato Balduzzi. Non ci bastavano i ministri dell’Agricoltura sistematicamente oscurantisti in tema di genetica e tenacemente ostili agli Ogm. Ora abbiamo un ministro che allo stesso tempo continua la campagna oscurantista contro gli Ogm (http://www.salmone.org/ministro-della-salute-balduzzi-scrive-a-bruxelles-sugli-ogm/) e legittima per decreto, su un’onda emotivo-mediatica che ci riporta agli ingloriosi tempi della pseudocura Di Bella per il cancro, l’ uso sperimentale (o compassionevole, non si capisce bene dove va posto l’accento) di cellule staminali mesenchimali per trattamenti di quasi ogni genere di malattia. La decisione sta esponendo l’Italia al ludibrio del mondo scientifico internazionale. E non solo quello scientifico. Non è bastato al ministro il severo monito di «Nature»; né, prima dell’illustre giornale scientifico inglese, delle prese di posizione, su queste colonne, di scienziati della statura di Michele De Luca, Paolo Bianco e Elena Cattaneo e di un giurista magistrato, Amedeo Santosuosso, che domenica scorsa ha ben illustrato l’assurdità delle tentazioni, da parte di giudici e ministri, di imboccare scorciatoie e di quadrare cerchi rispetto al normale corso delle ricerca scientifica e biomedica. Anche il premio Nobel Shinya Yamanaka, inventore delle staminali pluripotenti indotte, quindi il massimo esperto al mondo di questa materia, ora si è dovuto scomodare per dichiarare che le staminali mesenchimali sono un vero e proprio imbroglio. Mai nostri “tecnici” (e politici: il decreto è già passato al Senato!), da sempre sordi alla scienza, hanno preferito dar retta a dei ciarlatani o a qualche maneggione della sanità pubblica con aspettative di guadagni, invece di ascoltare i pareri degli scienziati italiani più accreditati che dicono (insieme all’agenzia che controlla la sicurezza dei trattamenti medici, cioè l’Aifa), da almeno un anno, quel che Yamanaka ha confermato nei giorni scorsi esprimendo, di fronte al caso italiano, la preoccupazione che «trattamenti basati sulle cellule staminali non sperimentati in modo adeguato siano immessi sul mercato». L’Italia «non ha autorizzato alcuna terapia non provata a base di staminali», ha replicato Balduzzi. «L’autorizzazione alla prosecuzione dell’uso del metodo Stamina avviene “in via eccezionale” e sotto “stretto monitoraggio clinico”». Sì, ora inventiamoci anche, schmittianamente, lo “stato di eccezione” (e, dunque, il “decisionismo”) scientifico. Ma tali sperimentazioni senza senso non le abbiamo già “sperimentate” almeno una volta – e con che catastrofici risultati! – proprio ai tempi di Di Bella?