Gli scienziati: “Il decreto legalizza cure non provate”

Corriere della Sera
Mario Pappagallo

Caso Stamina (trattamento con cellule staminali mesenchimali) e disinformazione. Lettera aperta dell’associazione «Luca Coscioni» e denuncia all’Agcom: tv e carta stampata siano responsabili. «La conoscenza dei fatti — scrive l’associazione — senza assunzione di posizioni precostituite contribuirebbe a far emergere la verità». I fatti. Da una parte. Non esiste un «metodo Stamina» nelle pubblicazioni scientifiche. L’unica sperimentazione, condotta all’ospedale Burlo Garofolo di Trieste e pubblicata a dicembre 2012, riporta i risultati delle infusioni Stamina su 5 bambini malati di Sma, tra i 3 e i 20 mesi di età: due sono morti, tre non hanno registrato miglioramenti (ma neanche effetti collaterali). La richiesta di brevetto presentata negli Stati Uniti, di cui parlano i propugnatori del metodo, risulta «bocciata» (documento dell’Us Patent Office). Dall’altra parte. Vi sarebbero bambini che, secondo i genitori, stanno migliorando. E che per questo sono ricorsi ai giudici per proseguire le infusioni come cura compassionevole. Domani si discuterà alla Camera il decreto legge (già approvato al Senato) del ministro della Salute Renato Balduzzi che dovrebbe avviare una «sperimentazione» ufficiale. Con il rischio di trasformare i malati in «cavie». «Per questo abbiamo lavorato in due direzioni — scrivono al Corriere i senatori pd Rita Ghedini e Nerina Dirindin —: la prosecuzione delle terapie già iniziate e l’avvio di una sperimentazione. La prosecuzione delle terapie già iniziate prima dell’entrata in vigore del decreto legge esclusivamente in laboratori e con procedure conformi alle norme vigenti; la sperimentazione avvenga in un quadro di norme certe». Sconcertati gli scienziati. Commenta Elena Cattaneo, direttore del centro di ricerca sulle staminali (UniStem) dell’Università di Milano: «Chiamare “cura” un intruglio indefinito non lo trasforma certo in terapia nemmeno se a dirlo è il Parlamento o un tribunale. Se il decreto diventa legge, l’Italia sarà il primo Paese civilizzato a rendere legali trattamenti non provati e l’uso indiscriminato di cellule staminali. E quando le “cure statali” inefficaci risulteranno tali o, peggio, quando fenomeni avversi e incontrollati si renderanno noti, chi ne risponderà? . Più duro Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas: «Il metodo Stamina non esiste. Non c’è un metodo chiaro, trasparente e riproducibile dai medici a beneficio di tutti i pazienti. Sarei molto interessato a confrontarmi con Erica Molino, vera e unica inventrice di qual brevetto Stamina rigettato negli Stati Uniti».