Metodo Stamina, Garattini scettico

Corriere della Sera ed. Milano

Brescia – La rivista Nature solleva perplessità: «I medici che offrono trattamenti non comprovati basati su staminali finiscono spesso per giocare al gatto e al topo con i regolatori della salute pubblica, in qualsiasi Paese operino. Adesso, però, in Italia uno di questi trattamenti ha un benestare ufficiale». Un gruppo di scienziati italiani (tra i quali Elena Cattaneo, Silvio Garattini e Giuseppe Remuzzi) scrive al ministro della Salute Renato Balduzzi che da libertà di ogni cittadino di curarsi o non curarsi come vuole non implica l’obbligo del Governo di autorizzare come appropriate sul piano medico le proposte di terapie presunte da parte di chiunque». L’associazione Luca Coscioni, per bocca della segretaria Filomena Gallo, aggiunge: «Sostenere la speranza di chi è malato è un dovere di tutti, ministro compreso, ma è un dovere di tutti anche evitare di alimentare le illusioni». Piovono critiche, sul metodo Stamina. Ma il tendone del neonato Comitato bresciano pro-Stamina, in corso Zanardelli, sembra riparare da quelle non meno che dalle gocce che cadono copiose sulla prima giornata di raccolta firme. «In cinque ore abbiamo raccolto 413 adesioni. Non poche, vista la giornata» — dice soddisfatto Alessandro Romanelli, presidente della onlus Cmi sulle malattie rare infantili, che ha lanciato l’idea. La petizione è la stessa promossa a livello nazionale e indirizzata al Presidente della Repubblica, a quelli di Camera e Senato e al Ministro della Salute, chiede «l’intervento del Legislatore affinché venga ritenuto legittimo il ricorso alle cure compassionevoli.