Legge 40, meno male che ci sono i tribunali

Il Fatto Quotidiano
Marco Cappato
La notizia è che il tribunale di Firenze ha rinviato la legge 40 sulla fecondazione medicalmente assistita alla Consulta, sollevando questione di costituzionalità in merito al divieto di utilizzo ai fini della ricerca degli embrioni sovrannumerari malati o abbandonati e alla irrevocabilità del consenso della donna ai trattamenti di procreazione assistita dopo la fecondazione dell’ovocita. Con questa ordinanza diventano 20 le decisioni che hanno smantellato la legge 40.

 

La questione è di particolare interesse, e segue di pochi giorni quella che viene dal Senato francese, che propone di liberare definitivamente la ricerca scientifica Oltralpe sulle cellule staminali embrionali. In pratica, si tratta di decidere che gli embrioni sovrannumerari (cioè avanzati dalla fecondazione assistita) non siano lasciati a marcire per sempre nei congelatori ma siano utilizzati per la ricerca contro le malattie.

In Francia ci pensa il Parlamento. Da noi il Parlamento non si occupa di queste cose, e quando lo fa lo fa per creare nuovi divieti. Ce ne siamo occupati noi Radicali, insieme al milione di cittadini che chiese un referendum per abrogare la legge 40. Ma il voto fu boicottato grazie alla campagna finanziata dalla Conferenza Episcopale Italiana. Dunque, restano i Tribunali, che per fortuna continuano ad occuparsene. 

Oggi, la battaglia iniziata da Luca Coscioni oltre 12 anni fa sulla ricerca sulle cellule staminali embrionali segna un importante passaggio. 

Il giudice, esprimendosi  sul divieto di utilizzo ai fini della ricerca degli embrioni sovrannumerari malati o abbandonati, conferma il paradosso della legge 40: in Italia è vietato estrarre linee cellulari embrionali ma si può fare ricerca con esse se importate dall’estero. Il giudice ha rilevato nella sua decisione che la legge 40 entra in contrasto con gli articoli 33 e 9 della carta Costituzionale che sanciscono la libertà di ricerca scientifica in Italia e pertanto ha rimando la legge alla Consulta. 

Speriamo che dalla Corte Costituzionale arrivi ora un piccolo aiuto per riavvicinare l’Italia all’Europa delle libertà e dei diritti. Come Associazione Luca Coscioni continuiamo a sostenere legalmente e politicamente le coppie che decidono di fare ricorso contro la legge 40.