Ricollegandomi a quello che ha detto Lucio prima, le sale o no le sale, e quello che ha detto Marco Cappato, ogni tanto noi parliamo del sale del buco, e ho scritto dei versi: confronto, le chiamano narcosale, sale del buco, qualcuno meno razzisticamente sale di consumo. Sono sempre definizioni umilianti, bisogna fare il salto culturale umanistico e chiamarle per quello che vi avviene: Sono sale di confronto fra due mondi che devono e possono conoscersi. Perché dico questo? Perché la maggior parte di noi non si rende conto che ogni volta che usa il termine di tossicodipendente non si accorge di una analogia con lo sporco ebreo. Quando i tedeschi nati nella patria di Kant, di Goethe, di Beethoven, di Mozart, dicevano “sporco ebreo” non si rendevano conto che avrebbero creato la valanga che avrebbero portato al genocidio, lo stesso vale per le cifre che ha detto prima Lucio, malati morti. Io questa mattina mi sono commosso e mi si è riempito il cuore, io dedico questa cosa a tutti i malati della Coscioni: quando sei malato il tuo tempo non c’è più perché tutto è dilatato e tu non ci sei più con le tue esigenze, resistenze, istanze o le tue speranze, qualcosa ti ha posseduto e tu sei spodestato, ma non muore la speranza se tu insieme agli altri lotti per ribaltare i botti. Questo lo dedico ai malati della Coscioni e poi mi chiedevo: ma noi della Coscioni siamo solo coglioni? Perché ci occupiamo di cose a cui non riguarda nessuno, quindi la domanda è: Siamo solo coglioni? Eppure sono milioni le persone umiliate che si sentono rianimate nella loro dignità calpestata quotidianamente malgrado la profonda realtà che davvero dirimente. Grazie.